mercoledì 23 febbraio 2022

Sentirsi giovani

Non mi è facile tradurre in parole la forte emozione che giorni fa, girovagando come sempre su youtube, mi ha afferrato nel ritrovare il brano che pubblico oggi.
Si tratta questa volta di una canzone, divenuta a tal punto emblema di un'epoca che tutti - certo i miei coetanei ma spero anche i più giovani - la riconosceranno fin dalle prime battute.
Un'aria che mi riporta indietro nel tempo ma il cui fascino resta ancora oggi immutato.

Torniamo ai fermenti che preludono al Sessantotto, associamo il progressive rock alla musica di Bach, un intenso accompagnamento orchestrale a un organo elettrico, struggenti note barocche a una grintosissima voce maschile...e certo avrete capito che sto parlando di "A Whiter Shade of Pale" dei Procol Harum.
Si tratta di una canzone che ha segnato la mia adolescenza e mi riporta alle mille
suggestioni di quegli anni che, sull'onda di queste note, scopro ancora vive in tutta la loro intensità. Il brano infatti non ci restituisce un semplice e nostalgico ritorno al passato, ma un sentirsi giovani adesso.
Scritto nel 1967 da Gary Brooker, Keith Reid e Matthew Fisher, il pezzo è uno dei
più celebri del gruppo britannico ed ha avuto immensa fortuna tanto da essere ripreso subito da numerosi altri musicisti, a cominciare dai Dik Dik dei quali tutti ricorderanno la versione intitolata "Senza luce".

A prendermi - allora come oggi - nell'originale dei Procol Harum è la magica commistione di rock e fascino barocco.
Mentre il testo - forse la storia di due innamorati che si lasciano - ha un significato
oscuro e ci conduce in un'atmosfera surreale che talora può sembrare frutto di un'allucinazione, la musica con effetti molto suggestivi accosta ricordi bachiani e non solo, alla grintosissima voce di Gary Brooker.
I riferimenti al compositore tedesco, come tutti sanno, sono due: il secondo
tempo della "Suite per orchestra BWV 1068" - la celebre "Aria sulla quarta corda" - e la Cantata BWV 140 "Wachet auf, ruft uns die Stimme" altrettanto conosciuta.
Sbaglierebbe, tuttavia, chi volesse ritrovare nel brano l'esatta riproduzione di
questi pezzi, perchè ad ispirare il gruppo non sono state tanto le singole melodie bachiane, ma l'impianto armonico che le sostiene.
Inoltre, nella bellissima introduzione orchestrale che il video ci propone,
avvertiamo suggestioni che - a mio modesto avviso - si possono ricondurre non solo a Bach, ma anche al barocco italiano, da Vivaldi ad Albinoni. 

Certamente, dopo questo esordio dall'atmosfera assorta e intensa, risulta ancora più marcato ed entusiasmante l'ingresso del solista. Il contrasto tra il timbro duro e graffiante della sua voce con il ritmo morbido e disteso dell'orchestra qui accompagnata anche dal coro, è di una bellezza da brividi. Efficacissimo, infatti, l'accostamento del rock a una musica dall'afflato religioso, carattere questo che affiora poi nella conclusione in tutto e per tutto simile a quella di un pezzo sacro. 

Infine, mi piace dedicare alla straordinaria voce di Gary Brooker, scomparso proprio qualche giorno fa a 76 anni, la rosa che vedete nella foto.
Si tratta di una particolare varietà che porta proprio il nome della canzone.

"Una tonalità più pallida del bianco" - questa potrebbe essere la traduzione di "A
Whiter Shade of Pale" - si riferisce probabilmente alla delicatissima sfumatura di colore dei petali più esterni ottenuta da un ibrido di tea, mentre il centro del fiore è lievemente rosato.

Buona visione e buon ascolto!

(La foto è presa dal web)

 

8 commenti:

Nella Crosiglia ha detto...

grande brano evergreen grande pezzo grande mancanza proprio fresca di questi giorni ..indimenticabile. Da sentire e risentire ancora. Un bacio da stritolo!

Annamaria ha detto...

Pensa, cara NELLA, che ho letto solo stamattina la notizia della morte di Gary Brooker, ma avevo già preparato il post da giorni perché, da quando ho trovato su youtube questa clip video, non faccio altro che riascoltare la canzone! Grandissimo brano ieri e oggi!
Grazie di essere qui e un abbraccio da stritolo!!!

Pia ha detto...

Ma che bella mamma mia! Grazie, mi ha fatto piacere risentirla e poi in questa versione è fantastica! Grazie Annamaria, buona serata.

Annamaria ha detto...

Sì, questa è davvero una versione fantastica! Visto che ti è piaciuta, vai a risentire anche "A Salty Dog" sempre nello stesso concerto. È meravigliosa anche quella!
Grazie di cuore Pia e buona serata a te!

Stefyp. ha detto...

Bellissima... e indimenticabile! Quanti ricordi mi ha risvegliato. Ho ballato tante volte al suono di quelle note, abbracciata anche a colui che un giorno è diventato mio marito. Come allora mi si stringe il cuore al solo sentirla. Grazie carissima. Un abbraccio forte, Stefania

Annamaria ha detto...

È una canzone suggestiva e indimenticabile che sa risvegliare antiche emozioni. Non smetterei mai di ascoltarla. Grazie, cara Stefania, e un abbraccio grande a te!

Marco Capponi ha detto...

Un vero classico del Progressive Rock! Buon Carnevale, Annamaria! MC

Annamaria ha detto...

Grazie Marco! Come ha scritto sopra l'amica NELLA, questa canzone è un brano evergreen.
Buon pomeriggio!