venerdì 8 marzo 2019

Dissetare l'anima


Mausoleo di Galla Placidia (part.) (foto presa dal web)















Sono tornata, giorni fa, a Ravenna. Non ci andavo da parecchi anni, e rivedere i suoi monumenti mi ha dato un'emozione straordinaria. 
L' arte ravennate, che tutti conosciamo anche solo per averla studiata sui libri di scuola, è infatti qualcosa di unico nel suo genere perchè testimonia un singolare intreccio di civiltà.
Basilica di San Vitale: Giustiniano e la sua corte (foto mia)
Capitale ai tempi di Onorio dell' Impero romano d'Occidente, poi del regno di Teodorico, poi sede dell'esarcato bizantino in Italia, Ravenna è stata al centro di uno straordinario sovrapporsi di popoli e punto di incontro tra Oriente e Occidente.
Anche sul piano artistico, i suoi monumenti testimoniano la fusione di caratteri romani e paleocristiani, insieme a un preziosismo tipico dell'Impero bizantino, anche se qui - e in particolare a Costantinopoli - parte di tali testimonianze è andata poi perduta a seguito della lotta iconoclasta.

Basilica di San Vitale: abside (foto mia)
Così, a maggior ragione, Ravenna resta esempio unico di un periodo di passaggio tra epoche in cui s'intrecciano elementi preesistenti ad altri nuovi, nelle varie architetture ma soprattutto in una decorazione musiva d'incomparabile splendore.
Rivedere i suoi monumenti è stato quindi un accostarmi alla Bellezza con la maiuscola: luce, colore e uno sfavillìo di mosaici che risalta ancor di più, se paragonato alla semplicità degli esterni dei vari edifici spesso in un cotto severo e spoglio.

Mausoleo di Galla Placidia (part.) (foto mia)
Dal Mausoleo di Galla Placidia alla basilica di San Vitale, dal Battistero dei Neoniani a Sant'Apollinare Nuovo e poi ancora a Sant'Apollinare in Classe, molteplici sono le suggestioni che quest'arte ci offre. 
Si tratta di una ricchezza decorativa e descrittiva evidente sia nei mosaici che raffigurano episodi biblici, che in quelli ricchi di riferimenti storici, come ad esempio - nell'abside della basilica di San Vitale - la celeberrima rappresentazione dell'imperatore Giustiniano e della moglie Teodora circondati dalle rispettive corti.

Mausoleo di Galla Placidia (part.) (foto mia)
Luce e colore, dicevo.
Nel Mausoleo di Galla Placidia, è senza dubbio il blu a incantare: lapislazzuli e oro a regalarci lo splendore del cielo insieme a una decorazione sorprendente per ricchezza inventiva, ma anche per essenzialità. 
Straordinaria, a questo proposito, la raffigurazione delle colombe che si abbeverano alla fonte, semplice e modernissima nelle sue linee; mentre le stelle, ordinate nei loro raggi di luce simili a preziosi ricami, a mio avviso potrebbero aver suggestionato anche Van Gogh quando ha dipinto la sua "Notte stellata", pur così espressionista ed onirica.
Basilica di Sant'Apollinare in Classe (foto mia)
Ma è sul fascino della basilica di Sant'Apollinare in Classe che vorrei soffermarmi.
Entrare in essa è essere avvolti dal silenzio e da un senso spaziale che non ha paragoni. 
È percepire subito una dimensione "altra" non solo per le proporzioni dell'edificio in rapporto alla figura umana, ma soprattutto per quello spazio che si dilata man mano che si procede al suo interno. Più ci si avvicina infatti al grande catino absidale, accompagnati dalla fila di colonne di marmo grigio, più la navata centrale sembra aprirsi nella luminosità discreta delle finestre sul fondo e di quelle laterali.
(foto mia)
Si arriva così a contemplare la grande croce latina che campeggia sopra uno dei più splendidi esempi di paesaggio agrario che la storia dell'arte ci abbia lasciato: alberi, arbusti e agnelli, ordinatamente disposti attorno alla raffigurazione del Santo Vescovo Apollinare e immersi in un prato dalle svariate tonalità di verde.

Imponente eppure semplice, alta eppure raccolta, la basilica - che non differisce nella struttura da quella paleocristiana di Santa Sabina a Roma - ha il suo fascino proprio nella luce. Una luce discreta, creata dal contrasto tra le pareti chiare e la copertura a capriate, ma anche dal clima assorto e dalla straordinaria armonia che vi si respira e che attrae il visitatore.

(foto mia)
I diversi elementi che lungo le navate si ripetono, paiono infatti fargli quasi da guida all'interno dell'edificio, in uno spazio che desta progressivo stupore. 
Ci si ritrova così a percorrerlo con lentezza perchè in esso tutto - dalle decorazioni alle colonne e agli antichi sarcofagi - ha ordine, ritmo e una pace che consente di rientrare in se stessi, in una dimensione interiore di silenzio.

E per commentare queste immagini, ricorro a splendide note da un passato lontano, dando il benvenuto nel blog ad uno dei più celebri compositori di polifonia rinascimentale: Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525 - 1594). 
Mi pare infatti che il suo "Jesu Rex admirabilis", mottetto a tre voci tra i più conosciuti, possa rispecchiare l'atmosfera di stupore e di contemplazione che si offre a chi entra in questi monumenti ravennati.  
Sappiamo tutti quanto risuoni diversamente la musica in rapporto alle dimensioni e all'altezza dei vari ambienti. L'interpretazione che ho scelto ci consente di cogliere proprio il riverbero di note che si percepisce talora quando si canta in un ambiente molto vasto. E mi pare possa restituirci quel senso spaziale e quel silenzio contemplativo che avvolge il visitatore all'interno di Sant' Apollinare in Classe.
Un patrimonio di bellezza in cui affondare lo sguardo e dissetare l'anima, uno spazio custode del passato e offerto a chi cerca un profondo senso di ristoro anche per il presente.

Buon ascolto!

14 commenti:

Rossana Rolando ha detto...

Meraviglioso connubio di arte (mosaici e strutture architettoniche) e musica! Ho letto d'un fiato e mi è parso di rivedere i luoghi, gli spazi, i riflessi e i colori che Ravenna sa regalare al visitatore. Proprio un "dissetare l'anima" (titolo ben riuscito)che la polifonia esalta e raccoglie.
Grazie per questo affondo nella bellezza e buona serata.

Annamaria ha detto...

Sì Rossana, il titolo è stato un "lampo" dell'ultimo minuto guardando la foto con le colombe. Per il resto, il post è nato dal desiderio di condividere le suggestioni della mia visita a Ravenna di circa un mese fa, ma anche da altro.
Da tempo ormai vedo che, nella scuola, discipline come la Storia e la Storia dell'Arte vengono progressivamente mortificate e questo mi dà grande amarezza. Penso invece che la memoria del passato su cui siamo radicati, insieme allo splendore dell'arte che nutre il cuore e il nostro sguardo, vadano valorizzati sempre più.
Questo post, nei suoi limiti, vuol essere un piccolo e parziale tentativo.
Sono contenta che anche l'abbinamento musicale ti sia piaciuto.
Grazie di cuore del commento e buona serata!!!

eglissima egle ha detto...

Grazie per questa bella pagina. Adoro Ravenna e tutti i mosaici che ho avuto la fortuna di ammirare.
Bella la colonna sonora (perdonami il modernismo) che sembra scaturire dalle figure che illustri così sapientemente.

Un abbraccio domenicale.

egle

Annamaria ha detto...

Hai proprio ragione, cara Egle, la musica sembra scaturire dalle immagini e non turba - anzi approfondisce - quel silenzio interiore che esse favoriscono.
Grazie, un abbraccio grande a te e buona domenica!!!

Luigi ha detto...

splendido brano Annamaria, e Ravenna è magica...

Annamaria ha detto...

Sì, Luigi, Ravenna è unica e il brano di Palestrina suggestivo!
Grazie di essere passato qui e buon pomeriggio!!!

Stefyp. ha detto...

Quanta bellezza per gli occhi e per le orecchie!! Ravenna ha dei tesori di preziosa bellezza, che non bisogna dimenticare e smettere d'ammirare. Ogni volta è un ripetersi e rinnovarsi di piacevoli suggestioni.
Splendida proposta anche per l'armonia prodotta dal brano proposto.
Un abbraccio a te e buona giornata, Stefania

Annamaria ha detto...

Quella dei mosaici ravennati è un'atmosfera tanto affascinante che ti avvolge, cara Stefania, una vera ricchezza per gli occhi e per il cuore.
Grazie del tuo apprezzamento e un grande abbraccio di buona giornata a te!!!

Anna Bernasconi Art ha detto...

Indubbiamente hai scelto un accompagnamento musicale adeguato. Belle le tue foto!

Annamaria ha detto...

Grazie, Anna! Sono contenta che l'associazione musica-immagini ti sia piaciuta.
Un abbraccio serale!!!

Anonimo ha detto...

Carissima, se me lo permetti, vorrei poter leggere questo tuo meraviglioso scritto ai miei piccoli artisti.
E' uno scritto dedicato alla "vera lezione di felicità", che inizia con un esordio incantevole "Dissetare l'anima".

in questi giorni, il piccolo Alim, inserito nella mia classe solo da tre mesi, su un foglio ha scritto queste parole: "l'arte non finisce mai, l'arte è amore"
Ho pianto perché la mia felicità era immensa!
Un forte abbraccio e un grazie infinito
Adriana

Annamaria ha detto...

Cara Adriana, non devi chiedere alcun permesso, fai pure come credi e te ne ringrazio!
Dolcissimo il tuo piccolo allievo...e ha perfettamente ragione!!!
Un abbraccio grande grande!!!

Arrigo Lupo ha detto...

Mi colpisce il fatto che Palestrina è l'unico grande compositore anteriore al '700 che non è mai stato dimenticato nei secoli: di lui tutto o quasi è stato conservato e alcuni suoi lavori sono stati sempre eseguiti. Per tutti gli altri c'è stato un lungo periodo di oblio. Anche un grande compositore del'700, Vivaldi, è stato dimenticato per parecchio tempo, quasi due secoli.

Annamaria ha detto...

Hai ragione, Arrigo. Ci sono vicende strane nella fortuna dei musicisti nel corso del tempo. Pensa anche a Bach! Pure lui è stato dimenticato e riscoperto da Mendelssohn più o meno 80 anni dopo la sua morte. Grazie del commento!