domenica 20 dicembre 2020

Il Do maggiore di Rossini

(Foto presa dal web)

Giunti quasi a fine anno, insieme alle vicende drammatiche che abbiamo vissuto e ancora stiamo vivendo per la pandemia, accresciute dall'incertezza del futuro, penso però che non si possa ignorare quanto di positivo il mondo della cultura ci ha offerto per tener viva la speranza e non distogliere lo sguardo dalla bellezza.

Mi vengono in mente le diverse iniziative che,
tramite alcune trasmissioni televisive o con semplici collegamenti online, ci hanno consentito - sia pure con i limiti del web - di vedere una mostra, di assistere a uno spettacolo musicale o teatrale, o ancora di seguire una lezione.
Ma oggi qui, al di sopra di ogni altra cosa, vorrei ricordare lo splendore del
concerto del 7 dicembre scorso al Teatro alla Scala, evento di altissimo livello che ha portato nelle nostre case la magìa della musica, della danza, della poesia, di interpreti di eccezione primo fra i quali Roberto Bolle e di una regia - a mio modesto avviso - quasi sempre indovinata.
Non voglio tuttavia dilungarmi su questi aspetti o sull'interpretazione dei brani già commentata da altri con più sicura competenza, ma desidero soffermarmi invece sul pezzo conclusivo. L' itinerario musicale scelto per il concerto di quest'anno così particolare, ha delineato infatti un percorso che, attraverso la rappresentazione delle passioni umane spesso riattualizzate dalla regia, è andato poi a convergere su di una musica intrisa di speranza, proprio come augurio di libertà e di rinascita per tutti noi.

Si tratta - come già sapete - del finale del "Guglielmo Tell" di Gioacchino Rossini (1792 - 1868): "Tutto cangia, il ciel, s'abbella", pezzo per soli, coro e orchestra di cui vi riporto qui di seguito il testo:

"Tutto cangia, il ciel s'abbella,
l'aria è pura, il dì raggiante,
la natura è lieta anch'ella.
E allo sguardo incerto, errante,
tutto dolce e nuovo appar.
Quel contento che in me sento
non può l'anima spiegar".

È un brano che desta una profonda commozione perchè è impossibile non caricare queste parole, che inneggiano a una sorta di nuova creazione, di significati che si radicano nel profondo della dolorosa esperienza che abbiamo vissuto quest'anno. Sono versi che ci parlano di luce e di bellezza, di un mondo nuovo e di una natura rinnovata, ma soprattutto della gioia ineffabile che tutto ciò offre all'uomo. Sotto il suo sguardo incerto, infatti, la realtà si trasforma in modo così alto e sorprendente che l'anima non trova linguaggio adeguato per esprimere la gioia che gliene deriva: "Quel contento che in me sento non può l'anima spiegar".
Sono queste, a mio avviso, le parole più toccanti del testo perché dense di stupore per il c
ompimento di quella speranza oltre ogni speranza che ciascuno di noi - al di là di ogni infausta previsione - cova nel profondo.

Ma - e qui sta il bello della musica! - in che modo Rossini esprime in note tutto ciò? Come rende tale gioia viva e operante in noi attraverso i suoni?
Lo fa certo con la ricchezza della sua ispirazione, ma anche con la scelta della tonalità del brano che qui è il Do maggiore, la
più positiva, radiosa e solare di tutte. Il pezzo inizia infatti proprio in Do maggiore e, dopo una serie di passaggi che se ne allontanano scendendo di terza in terza - tanto per intenderci: do mi sol...la do mi...fa la do... re fa la...e via dicendo - vi ritorna attraverso varie modulazioni fino alla potentissima conclusione.
Un finale ricco di luminosa energia e di una positività - oserei dire - ridondante, come possiamo osservare dai numerosi
arpeggi della partitura che seguitano a ripetersi terminando sempre sul Do, quasi a significare una misura di gioia infinita, colma e traboccante.
Per cogliere tali passaggi, vi invito ad ascoltare non soltanto le voci dei solisti e del coro ma
soprattutto l'accompagnamento orchestrale: all'inizio sommesso e lieve, poi ripreso in tonalità diverse e da strumenti diversi, infine - nelle battute conclusive - fortissimo, solenne e maestoso.
Un accompagnamento che i meno giovani riconosceranno subito anche perchè
questo brano ha fatto da sigla di inizio delle trasmissioni Rai dal 1954 al 1986.

Buon ascolto!

 

14 commenti:

Gus O. ha detto...

Grazie, magica Annamaria.

Annamaria ha detto...

Grazie a te Gus, e buona serata!!!

giorgio giorgi ha detto...

Concordo.
Aggiungo che dopo l'evento della Scala del 7 dicembre, oggi su Rai 5 hanno trasmesso un'altra perla.
Dalle 16 fino alle 24 la Maratona Beethoven con le nove sinfonie in ordine di numero, con i Berliner diretti da Claudio Abbado. La cosa incredibile è che sia io che mia moglie siamo stati davanti al televisore per sette ore a sentire tutte le sinfonie una dopo l'altra (abbiamo tralasciato la nona che avevamo visto giovedì sera) e alla fine non eravamo minimamente stanchi. Anzi, eravamo molto carichi.
Potenza della musica!

Costantino ha detto...

Anche la musica, sopratttto quando è di altissimo livello, può alleviare la situazione in tempi difficili come questi. Sia per la sua bellezza intrinseca, sia per il messaggio di speranza che sottende.

Annamaria ha detto...

Anche noi, Giorgio, abbiamo visto una parte della maratona di sinfonie di Beethoven dirette da Abbado: una meraviglia davvero rigenerante!!! Ho sperimentato spesso il potere terapeutico della musica che a volte ricostruisce dentro, ricuce letteralmente come se i lembi dell' anima tornassero a combaciare.
Grazie!!!

Annamaria ha detto...

Certamente, Costantino, proprio come scrivi! La musica è una grande risorsa soprattutto in tempi difficili come quello che stiamo atraversando, perchè ci aiuta a tenere lo sguardo fisso sulla bellezza e restituisce speramza!!!
Grazie!!!

Stefyp. ha detto...

Un brano forte, coinvolgente, trascinante, bellissimo!! Potenza della musica, che in questo periodo più di altri, può aiutarci a vedere oltre la situazione che stiamo vivendo, distoglierci dai pensieri e portarci in altri mondi. Cosa può esserci d'altro che abbia il suo trasporto, lo stesso risultato?
Grazie, cara Annamaria, per la proposta.
Un abbraccio e buona serata, Stefania

Annamaria ha detto...

Un brano ricco di positività e di gioiosa energia!!! Hai ragione Stefania, abbiamo bisogno di vedere "oltre la situazione che stiamo vivendo" e la musica è un grande e validissimo aiuto soprattutto ora. Penso che il brano di Rossini sia stato scelto anche per questo.
Grazie e un abbraccio di buona serata a te!!

Leonardo ha detto...

Effettivamente - e per fortuna - la musica non si é fermata, anche se penalizzata dalla mancanza del pubblico in sala, che per qualunque organico é determinante. Ho apprezzato molto la diretta da La Scala, così come la maratona televisiva dedicata ai 250 anni della nascita di Beethoven, per me il "titano della musica", come ho avuto modo di scrivere.
Grazie Annamaria, un abbraccio virtuale con i miei auguri di un sereno Natale !

Annamaria ha detto...

Ciao Leonardo, che bello ritrovarti! Sono contenta che tu abbia ripreso il tuo blog!
Anch'io ho apprezzato la maratona dedicata a Beethoven e ho visto il bel post che hai scritto per l'occasione. Sì, per fortuna, sia pure senza pubblico in sala, la musica non si è fermata ed è una grande ricchezza per tutti in questo tempo difficile.
Grazie di essere passato qui, auguri di un sereno Natale anche a te e un abbraccio!

Rossana Rolando ha detto...

Tanti cari auguri di buon Natale, da parte mia e di Gian Maria.

Annamaria ha detto...

Grazie, cara Rossana, e auguri di un sereno Natale anche a voi!!!

Francesco ha detto...

grazie.

Annamaria ha detto...

Grazie a te Francesco e benvenuto qui!