sabato 18 agosto 2018

Pausa...

























Proprio così!
Come l'amico Snoopy, anche questo blog si prende un breve periodo di sosta. 
E a proposito di follia, vi lascia in ottime mani!

Buon ascolto!

mercoledì 15 agosto 2018

Oggi la musica può solo pregare...

























Pinturicchio (1452 - 1513): "Assunzione della Vergine".
Roma, Santa Maria del Popolo.
 
 
Joseph Gabriel Rheinberger (1839 - 1901): "Salve Regina".

lunedì 13 agosto 2018

Una piccola oasi di silenzio

(foto presa dal web)
Dalle parti in cui mi trovo - intendo dire nel mio amato paesetto di montagna - la musica è coltivata in modo straordinario tanto che fa parte di quelle tradizioni che, come la lavorazione dei merletti o del legno, vengono tramandate in famiglia.

Qui è la fisarmonica lo strumento privilegiato che tutti imparano a suonare con maestria fin da piccoli e che accompagna lietamente feste, balli e canti popolari della zona. Così, non è raro ascoltare musica suonata dai gruppi locali più in voga non solo in occasione di sagre o altri appuntamenti folkloristici, ma come colonna sonora di particolari luoghi, a somiglianza di ciò che accade anche nelle grandi città.
In paese viene diffusa in uno spazio molto frequentato - un grande atrio, dotato tra l'altro di Wifi, che conduce ai parcheggi - e passarvi a qualunque ora del giorno ha sempre significato sentirsi avvolti da ritornelli vivaci che spesso diventano un vero e proprio invito alla danza.

Quest'anno però qualcosa è cambiato e chi ha scelto i brani, invece di privilegiare il repertorio dei gruppi locali, si è spinto più in là.
Fisarmonica??? Bene, fisarmonica sia!!! Ma con una musette, un tango, un ritmo jazz, con autori quali Galliano, Piazzolla o melodie prese da film. Insomma, una meraviglia!
Me ne sono accorta fin dai primi giorni, quando ho riconosciuto le note di quello splendido pezzo che è "La Valse à Margot" di Richard Galliano, vecchia conoscenza di questo blog che potete ritrovare qui. Così, non ho potuto non soffermarmi ad ascoltare anche il resto, tra accattivanti assoli di fisarmonica in quell'attitudine del jazz talora nervosa e a volte languidamente romantica.

Tra tutti, mi ha colpito in particolare un pezzo dal ritmo lento e dolce che molti di voi certo ricorderanno. 
Si tratta del brano più famoso della colonna sonora del film "Il postino", scritto da Luis Bacalov (1933 - 2017) - celebre pianista e compositore di origine argentina - che in esso ha ripreso il tema iniziale della canzone "Nelle mie notti" di Sergio Endrigo (1933 - 2005). Al di là della contesa giudiziaria che ne è seguita per l'accusa di plagio - ma anche al di là dello splendore poetico del film che ha visto, tra l'altro, l'ultima interpretazione di Massimo Troisi - ciò su cui mi interessa soffermarmi qui è la musica. 
È questo infatti il brano che oggi desidero proporvi, tuttavia non nella versione originale del film, ma nell'arrangiamento fatto da Richard Galliano che lo ha inserito nel bellissimo album "If You Love Me" del 2007.

Qui, un dolce dialogo si snoda tra la sua fisarmonica e il vibrafono di Gary Burton, che si alternano nell'esposizione della melodia scambiandosi talora le parti, mentre un basso ne scandisce il tempo.
Il tono è nostalgico soprattutto all'inizio, ma ben presto il lieve ritmo di tango va a fondersi con un'impronta jazz che arricchisce il brano di variazioni e di accattivanti divagazioni sul tema.
Un pezzo poetico e sognante che, nell'atmosfera talora caotica o chiassosa delle vacanze, può essere una piccola oasi di silenzio e di contemplazione alla quale abbandonarsi sull'onda del fascino dei due strumenti solisti.

Buon ascolto!

domenica 5 agosto 2018

Guardarsi negli occhi

Vengo dall'aver pubblicato, nei giorni scorsi, la n. 24 delle "Variazioni Goldberg" e - come sempre accade con la musica che scelgo - mi è rimasta in testa per un po' di tempo.
Non solo, ma mentre l'ascoltavo per l'ennesima volta, l'occhio mi è andato allo spartito della clip video e - contrariamente a ciò che mi succede di solito - per un attimo ho avuto la sensazione che il brano potesse essere alla mia portata.  
Certo, l'esecuzione richiede una discreta velocità, problema frequente - almeno per me - nell'affrontare i testi bachiani, ma la tonalità di Sol maggiore, comune del resto a tutte le "Variazioni", mi riconcilia un pochino col mio essere un' eterna principiante. 
Così mi sono detta: "Perchè no?...E se cercassi lo spartito?"

Detto e fatto. Sono andata dall'amico fotografo che ha l'internet point e per anni - quando la connessione nel mio angolo di montagna era più lenta di una lumaca - mi ha visto frequentare il suo negozio sfornando da lì i post per il blog. Ora le cose sono cambiate e posso collegarmi tranquillamente anche dall'alto del mio nido, ma non ho la stampante, per cui sono scesa in negozio e ne sono uscita pochi minuti dopo con in mano due bei fogli nitidi in cui la scrittura musicale della "Variazione" si snodava in tutto il suo splendore.

È stato allora che ci siamo guardati in faccia, io e lo spartito intendo. 
Per un attimo, leggere quelle note è stato riconoscerle come quando s'incontra una persona che desideravi vedere da tempo, come guardarsi negli occhi con un amico cui ci lega una sintonia di antica data.
Non l'ho neppure messo nello zaino ma, andando nel sole del mattino, lì così in mezzo alla strada, mi sono messa a leggermelo canticchiando piano sol...fa#sol...la si re do#re...presa da una gioia abbagliante. Quelle note infatti, con la loro chiarezza e il loro ritmo di danza, mi parlavano come se da esse affiorasse il carattere della persona che le aveva scritte e lo potessi cogliere in mirabile sintesi per un'improvvisa illuminazione.
Del resto, sempre la musica ha una scrittura straordinariamente rivelatrice dell'anima di chi l'ha composta e - come altri tipi di linguaggio - ha una sua sintassi fatta dalla costruzione complessiva del brano, dai passaggi di tonalità, dal ritmo, dall'armonia o dalla sua struttura polifonica. 
Proprio quest'ultimo aspetto, a mio avviso, può aver favorito l'arrangiamento per archi della "Variazione n. 24" dove - invece che tutte al solo clavicembalo - le singole voci sono affidate a strumenti diversi.

Allora, presa dalla bellezza di questo pezzo, ve ne propongo un altro sempre di Bach, tratto sempre dalle "Goldberg" e ancora una volta oggetto di un affascinante arrangiamento per archi e basso continuo. 
È la "Variazione n.12", brano di prorompente vivacità, ricco di un'energia che, fin dal suo esordio, le note ci comunicano in modo solenne, deciso e - per così dire - assertivo, con la forza di un' inequivocabile affermazione di vitalità.
A somiglianza degli altri pezzi dell'intera composizione, vi s'intravvede il tema della celebre "Aria" iniziale che appare e riappare, ripreso e coniugato in vari modi, simile a un fiume sotterraneo che s'inabissa e poi riaffiora qua e là.
Un gioiellino da sentire e risentire a pieno volume per gioia nostra - e dei vicini di casa - immergendoci nella sua potenza rigenerante. 
Un brano in cui la concertazione dei vari strumenti sottolinea l'alternarsi delle voci e lo scambio delle parti, in un gioco dove - come in altri splendidi pezzi bachiani - unità e varietà, rigore e fantasia fioriscono insieme.

Buon ascolto!