Ringrazio l'amica Cristina che - quale fan della celebre Lucrezia uscita dalla fantasia e dai fumetti di Silvia Ziche - ha pubblicato su Facebook la vignetta che vedete. Una figura simpatica quella di Lucrezia, fatta di ironia e disincanto, ma non per questo priva di uno sguardo concreto sulle cose e di una sua saggezza.
Mi ha colpito perchè, proprio ieri, in macchina con mio marito nella fitta nebbia padana, per orientarci su strade che in realtà conosciamo come le nostre tasche, abbiamo dovuto usare il navigatore. Confesso che per questo strumento di bordo ho sempre nutrito una proverbiale allergia anche quando parla con suadente voce femminile. Tuttavia, devo riconoscere che ci ha portato alla destinazione giusta perchè, ogni volta che con tono soave diceva una cosa mentre noi ingannati dalla nebbia ne facevamo un'altra, rimodulava prontamente l'itinerario.
È stato allora che la frase con la quale dava l'ordine - "Ricalcola il percorso" - mi è risuonata dentro in modo nuovo, quasi potesse rivestire un senso capace di andare al di là della necessità momentanea.
Ricalcolare il percorso in effetti può significare tante cose: far fronte a un imprevisto, optare per un cambiamento, esercitare una forma di autocritica, ma anche ridefinire scopi e mete da raggiungere valutando equipaggiamento, tempi, risorse e limiti del viaggio.
Ricalcolare il percorso può anche indurre a scelte non facili e forse è un esercizio che abbiamo già compiuto altre volte. Ma se capita che ci si perda per strada, o si proceda nella nebbia, o che tanti sogni debbano essere ridimensionati come sta accadendo da quasi due anni a questa parte, il navigatore continua a suggerirci che la strada per arrivare alla nostra meta può essere ancora ricalcolata. C'è speranza insomma!
Poi, tornata a casa, ho scoperto la vignetta di Silvia Ziche pubblicata dalla mia amica. Coincidenze? Forse. Così ora sono qui a condividerla
con voi in questo scorcio di fine anno come augurio per quello nuovo.
E per sottolineare in musica questo passaggio, ho scelto un brano corale che ho nel cuore da tempo. Si tratta del mottetto a quattro voci "Exultate justi in Domino" di Ludovico Grossi da Viadana (1564 - 1627), compositore spesso ricordato col solo nome del suo luogo di nascita.
A dire il vero, il canto - che riprende i versetti iniziali del Salmo 33 - è spesso eseguito in occasione della festa dei Santi e, ad essere rigorosi, non è adatto a una fine d'anno per la quale sarebbe più consono un "Te Deum".
Ma, ricalcolando appunto il percorso, ho deciso di variare l'itinerario musicale concedendomi una piccola trasgressione: allora eccolo qua.
Il mottetto è vivace e animato come una danza e, con la sua bellezza, ci suggerisce la meta su cui fissare l'attenzione e verso la quale orientare il cammino. Affascinante il modo in cui le voci si avvicendano e s'intrecciano gioiose, nell'invito a cantare e suonare moltiplicando la lode a Dio.
Un brano capace di far fiorire in noi il sorriso e, magari, di indicare la strada per il futuro radioso cercato dalla Lucrezia della vignetta, e certo anche da tanti di noi.
Buon ascolto e Buon ANNO!
(La foto è presa dal web)