lunedì 3 agosto 2020

"Les oiseaux dans la charmille"

T.J.Wilcox: "Les oiseaux dans la chiarmille" (Foto presa dal web)
Oggi mi piace inaugurare il mese di agosto con un tocco di leggerezza, di grazia e di sorriso.
Così, vi propongo un brano musicale un po' insolito rispetto a quelli che pubblico abitualmente e un autore  nuovo per questo blog.

Diamo infatti il benvenuto a Jacques Offenbach (1819 - 1880): compositore tedesco naturalizzato francese, famoso per la sua ricca produzione tra cui numerosissime operette.
Quella che gli ha dato la massima celebrità tuttavia è una vera e propria opera di carattere comico-fantastico intitolata "I racconti di Hoffmann"
Si tratta di un lavoro il cui libretto prende ispirazione da testi di vari autori tra i quali spiccano appunto tre racconti del poeta romantico E.T.A. Hoffmann (1776 - 1822). Dei cinque atti in cui la composizione è suddivisa, i più importanti sono quelli centrali ambientati in diverse città (Parigi, Monaco e Venezia) in cui Hoffmann - che qui da autore diventa anche personaggio - s'innamora di volta in volta di fanciulle differenti.

Musicalmente parlando, una delle arie più conosciute dell'opera è senza dubbio la "Barcarola" che inaugura il IV atto, una melodia lenta e nostalgica, dal ritmo uniforme che accompagna di solito il canto dei gondolieri e che Offenbach ambienta proprio a Venezia.
Ma senza nulla togliere a questo celebre brano, oggi ve ne propongo un altro altrettanto famoso, dal quale sono stata affascinata sia per la sua vivacità che per la grazia della bravissima interprete, soprano e attrice al tempo stesso come peraltro è opportuno che sia ogni cantante d'opera.

Siamo al secondo atto della composizione: qui, al centro di una complessa storia d'amore e di sotterfugi sta la bella Olympia, bambola meccanica costruita da uno scienziato con tale maestria che di lei s'innamora perdutamente il protagonista credendola una donna in carne ed ossa. 
Momento centrale dell'episodio è proprio la festa organizzata dall'inventore di Olympia per presentarla al pubblico, facendole cantare una melodia intitolata "Les oiseaux dans la charmille": gli uccelli sotto il pergolato.
Si tratta di una classica aria di coloratura, ricca di virtuosismi canori che presuppongono grande agilità vocale nell'interprete. 
Qui il testo, a dire il vero, è quello di una canzonetta romantica priva di particolare profondità, ma è proprio la musica - attraverso svariati abbellimenti, trilli e vocalizzi - che ha il compito di compensare la semplicità delle parole rendendo questo brano un vero pezzo di bravura. E se da un lato Offenbach ha arricchito di ornamenti musicali il tema della melodia, dall'altro spetta al soprano avere grande capacità interpretativa e soprattutto sicura padronanza vocale.
È proprio il caso della giovanissima Patricia Janečková - classe 1998 e nel video ancora diciottenne! - che, radiosa nella sua interpretazione, ci offre una prova a mio avviso incantevole, soprattutto nelle seconda parte del pezzo in cui la fioritura di note si fa più articolata e complessa. 
Perfetta la sua intonazione non solo nei numerosi acuti e vocalizzi, ma - cosa qui decisamente essenziale - anche nella capacità di accordare la voce ai movimenti a scatto tipici di un automa.

Buon ascolto, buona visione e - spero - buon divertimento!

7 commenti:

Gus O. ha detto...

Offenbach lo conoscevo, Patricia Janečková è un straordinaria scoperta.
Sei bravissima Annamaria.

Annamaria ha detto...

Non è questione di bravura. È che mi diverto a navigare su youtube e questo mi consente di imparare e fare varie scoperte.
Grazie Gus e buona giornata!

Luiz Gomes ha detto...

Buona notte come stai? Sono brasiliano e cerco nuovi follower per il mio blog. E seguirò il tuo con piacere. Anche i nuovi amici sono i benvenuti, indipendentemente dalla distanza.

https://viagenspelobrasilerio.blogspot.com/?m=1

Annamaria ha detto...

Benvenuto qui, Luis! Ho visto ora che nel tuo blog ti occupi di piante e giardini. Verrò a visitarlo volentieri nei prossimi giorni.
Grazie!

Rossana Rolando ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Rossana Rolando ha detto...

Bello l'accordo tra i gesti meccanici della figura e la voce - come già tu noti. Questo forse genera il divertimento. Mi viene in mente Bergson quando nel suo "Il riso" associa il comico all' "automatismo installato nella vita ed imitante la vita". Se fosse davvero una marionetta non indurrebbe a ridere, ma essendo una persona viva che agisce come una marionetta, suscita il riso. Motivo per cui ogni irrigidimento, ogni ripetizione (nei gesti, nelle parole, nei movimenti) - legati ad una persona - fanno involontariamente ridere: "I gesti di un oratore, presi singolarmente non fanno ridere, ripetuti sono ridicoli".
Grazie per questo inizio di agosto sorridente.

Annamaria ha detto...

E' proprio così, Rossana! Una vera marionetta in fondo non fa ridere, ma una persona che agisce con rigidità talora insistente e ripetitiva diventa ridicola.
Poi sì, mi ha colpito l'accordo tra i gesti meccanici e la voce perfetta della Janeckovà: un accordo che ci dimostra la straordinaria bravura di questa giovanissima solista.
Grazie e buon mese di agosto!