Non
sono mai stata in Irlanda, ma è una delle mete che mi propongo di
visitare quando il mio tempo a disposizione lo permetterà e la situazione generale sarà un po' più sicura.
Mi accontento allora di guardare le foto sul
web dove m'incanto sempre davanti ai suoi spazi sconfinati, alle campagne verdissime, alle alte rocce che precipitano sul
mare, ai castelli o alle loro affascinanti rovine.
In realtà, non è da oggi che amo preparare o ripercorrere itinerari a partire dalle immagini o da una carta geografica; l'ho fatto negli anni per
tanti paesi e città d'arte. È un modo di sognare covando in
cuore un viaggio prima ancora che si realizzi o di ritrovarne
l'atmosfera insieme a quella parte segreta di noi che è rimasta lì. E io ho percepito spesso di appartenere ai luoghi.
Ricordo che, quando nel 2018 sono andata a Londra - anno mitico della mia visita alla National Gallery!
- al mio ritorno, più volte ho ripassato sulla piantina topografica le
vie che, dall'hotel in cui alloggiavo, portavano prima giù verso il centro, poi
in Oxford Street, poi Oxford Circus, poi Regent Street, poi Piccadilly,
poi ancora verso Trafalgar Square e qui finalmente alla National !!!
Mi rendo conto di raccontare cose che, per tanti di noi che hanno Londra - per così
dire - in tasca, sono assolutamente scontate, ma per me era la prima
volta, ricca di tutto il fascino della scoperta della città e di quel museo, in particolare, che da tempo sognavo di vedere.
Come per altri luoghi visitati altrove, dall'hotel c'ero andata e tornata a piedi, da sola, scoprendo passo dopo
passo i tratti di una metropoli della quale, con un'eccitazione quasi
infantile, mi stavo lentamente appropriando. E questo aveva aggiunto un
che di fiabesco al mio viaggio e soprattutto al ricordo che il mio
immaginario ne aveva poi elaborato.
Ma torniamo all'Irlanda. Qui il discorso è diverso: non ci sono ancora andata e il mio girovagare tra immagini e cartine appartiene al desiderio.
Come tutti sappiamo però, essa è ricca di un fascino non solo naturalistico e storico, ma
anche musicale, e il mio vagare sul web mi ha portato a riscoprire
un brano che affonda le radici proprio nella musica tradizionale
irlandese.
Si tratta di "Danny Boy", celebre ballata popolare il cui testo è stato scritto all'inizio del Novecento dall'inglese Frederich
Weatherly, ma la cui musica fa riferimento a una melodia precedente di
autore anonimo che ha avuto poi molta fortuna col titolo di "Londonderry Air". Oggetto di svariate versioni dalla sinfonica al rock, per
il suo tono intensamente nostalgico talora il brano viene cantato nelle cerimonie funebri, ma per un certo periodo è stato anche inno nazionale dell'Irlanda del Nord.
Tra le innumerevoli versioni, ne ho scelto una dei "King's Singers" risalente a diversi anni fa, in cui il pezzo è stato arrangiato per coro da Peter Knight. Trovo stupenda questa armonizzazione in cui le frequenti dissonanze danno alla musica uno spessore modernissimo. Ma assolutamente splendidi gli interpreti nella loro perfetta fusione corale e in quel cantare talora sottovoce, in pieno accordo col tono struggente e la dolcezza nostalgica del brano.
Il testo, rimaneggiato nel tempo, è il saluto da parte di una madre
- ma potrebbe essere anche un padre o un nonno - ad un ragazzo che
parte per la guerra o deve comunque emigrare. Ed esprime l'attesa di un ricongiungimento d'amore capace di andare oltre la morte,
nel segno del ricordo e della preghiera.
Oh Danny Boy, le cornamuse stanno chiamando
di valle in valle e giù a lato della montagna.
L’estate se n'è andata e tutte le rose cadono.
Sei tu che devi andare ed io devo aspettare.
Ma ritorna quando il sole sarà sui prati
oppure quando la valle tace ed è bianca di neve.
Sarò là comunque vada.
Oh Danny Boy, oh Danny Boy ti amo tanto.
Ma quando tornerai e tutti i fiori saranno appassiti
e io sarò morta, quando la morte dovrà arrivare,
tu verrai a cercare il posto dove riposerò,
ti inginocchierai e dirai un' “Ave” per me.
E io potrò sentire i tuoi passi leggeri sopra di me
e la mia tomba sarà più calda e più gradevole
se tu ti chinerai per dirmi che mi ami,
e io dormirò in pace finchè anche tu verrai da me.
Buon ascolto!
(La foto nel riquadro è presa dal web)