Andante, Andantino,
Largo e Larghetto...
No, non sto recitando una filastrocca musicale, anche se qualche volta la tentazione c'è e magari potrei inventarmi un testo a metà strada tra le graziose poesiole di Gianni Rodari per l'infanzia e le parole in libertà dei Futuristi. Che dite?...
Ma forse per questa volta è meglio di no ed è più opportuno rimandare qualche ipotetica follia ad un altrettanto ipotetico futuro anche perchè il post di oggi vuol essere serio, anzi serissimo.
Il fatto è che, in questi ultimi tempi, mi sono accorta che nelle mie assidue frequentazioni musicali ho incontrato spesso brani con l'indicazione di Larghetto. Sono pezzi lenti di Bach, Vivaldi, Mozart, Beethoven, ma anche di Rachmaninov, Dvorak e chissà quanti altri! Così, al di là del termine che mi piace per quel suo vezzeggiativo che gli conferisce un andamento grazioso, mi sono chiesta che cosa differenzia tra loro le varie indicazioni usate dai compositori per definire un pezzo lento come, per esempio, il secondo movimento di un concerto, un quartetto o una sinfonia.
Sul tema di tali indicazioni agogiche e della loro varietà ho già pubblicato anni fa un post che potete trovare qui, ragion per cui non mi dilungo e mi soffermo invece proprio sul Larghetto.
Che cosa lo distingue dagli altri tempi simili quali Adagio, Largo, Andante e via dicendo? Da quello che capisco si tratta di una differenza di pulsazioni, di battiti per minuto, quelli che si misurano col metronomo per intenderci.
Il Larghetto dovrebbe essere più lento dell'Andante ma meno del Largo; tuttavia uso il condizionale perchè, soprattutto nella musica classica, laddove il numero dei battiti del brano non sia specificato la cosa è lasciata alla sensibilità e al gusto dell'interprete. Così a volte le differenze consistono in minime sfumature. Inoltre, il risultato è frutto di tante variabili che dipendono anche dal compositore, dallo strumento usato e dal contesto, per cui un Larghetto cantabile di Paganini suona ben diverso da uno di Fauré.
Tutto questo discorsino per introdurre il brano di oggi che è proprio un Larghetto nientemeno che di Chopin! Si tratta del terzo movimento della "Sonata in Do minore n.1 op.4" scritta intorno al 1828, ma pubblicata postuma per una serie di divergenze tra il musicista e l'editore sulle quali non mi soffermo.
È un pezzo dal clima romantico che può ricordare quello di un notturno, composto nell'inconsueto tempo di 5/4. Non è nuovo Chopin all'uso del Larghetto: lo troviamo infatti in entrambi i tempi lenti dei due mirabili concerti per pianoforte - che potete ascoltare qui e poi qui - scritti più o meno negli stessi anni e che anche nel brano di oggi sentiamo riecheggiare meravigliosamente in alcuni passaggi. E proprio a somiglianza dei due concerti, nella ripresa del tema di questo Larghetto Chopin ne lavora per così dire la melodia, sostituendo gli accordi con morbidissimi arpeggi e arricchendola di impalpabili fioriture di note.
Abbandoniamoci dunque al fascino del brano lasciandoci prendere dalla sua crescente magìa. Come possiamo vedere dalla foto, inizia in chiave di basso con un'introduzione dall'atmosfera assorta e quasi solenne, per poi risalire a quella di violino e apririsi dolcemente in una melodia pacata e luminosa
Buon ascolto!
(La foto è presa dal web)
4 commenti:
Prima del 5/4 dell'Allegro con grazia, 2° movimento, della 6^ Sinfonia di Tchaikovsky, il 5/4 lo troviamo qui. Anche Chopin è un compositore slavo e il metro in cinque c'è nella musica balcanica e orientale, Bartok lo mette tra i "ritmi bulgari". Poi si può trovare nella musica spagnola del '500 (ricordo un brano strumentale di Pedro Guerrero, fratello di Francisco), forse per influenza della musica araba. Rachmaninov inizia il Poema sinfonico "L''isola dei morti" in 5/8. E' ispirato all'omonimo quadro di Boecklin e il metro asimmetrico in 5 può ricordare l'atto del remare (la barca in primo piano nel quadro). C'è, forse, un precedente: nell' "Orlando" di Handel il protagonista, in preda alla follia, crede di essere su una barca e canta in 5/8 "Già solco l'onde" (5 sillabe); la frase musicale è ripetuta dall'orchestra, in tutto poche battute.
Dopo il commento articolato e tecnico di chi mi ha preceduto, che dire? La mia cultura in merito si limita all'ascolto emotivo. Comunque grazie per questa tua proposta, trovo che sia particolarmente in clima con il periodo. Mi ha fatto pensare alla neve che scende lentamente dal cielo, e a quell'atmosfera romantica e fatata che l'accompagna, per me ascoltare questo brano è stata la stessa sensazione.
Grazie carissima, buon lunedì e buon tutto.
Molto interessante, come sempre, questo excursus sull'uso dei 5/4 nel tempo e nei luoghi! Bello soprattutto il riferimento al dipinto di Boecklin e all'atto del remare a proposito di Rachmaninov.
Mille grazie, Arrigo!!!
Grazie a te, cara Stefania, e alla sensibilità che ti fa apprezzare questo brano. A parte la copertina del CD non avevo pensato alla neve, ma è un'immagine che ben si accompagna alla suggestione romantica di queste note.
Buona giornata e buona settimana a te!
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