sabato 21 dicembre 2024

Specchi d'acqua - 12


 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Concludo la carrellata di immagini di quest'anno relativa agli specchi d'acqua con il celebre "Miroir d'eau" di Bordeaux, situato nella Place de la Bourse, non lontano dalle banchine della Garonna. Progettato dal paesaggista Michel Corajaud e realizzato nel 2006 dall'architetto Pierre Gangnet insieme al fontaniere Jean-Max Llorca, il miroir è una piscina riflettente formata da lastre di granito coperte da 2 cm. di acqua e dotate di un meccanismo che permette di diffondere la nebbia circa ogni venti minuti. 

Non è nuovo nel tempo il desiderio di creare affascinanti scenografie attraverso l'acqua e le architetture circostanti: giardini, piazze e fontane, fin dall'epoca barocca, hanno espresso proprio questo intento insieme alla volontà di stupire tipica del periodo e dei loro autori.
Tuttavia, l'installazione di un miroir - non l'unica peraltro in Francia - mi pare abbia
qualcosa in più rispetto al passato non solo per l'adozione di modernissime tecnologie, ma anche per altri due motivi. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Prima di tutto non si tratta di un monumento da visitare occasionalmente, ma di una piazza di transito quotidiano e quindi di un luogo abitato e vissuto con tutta la molteplicità di vita che ne deriva. Possiamo così immaginare l'alternanza dell'effetto specchio e della nebbia non solo nell'arco della giornata nelle ore di apertura al pubblico dalle 10 alle 22 e quindi dalla luce al buio, ma anche nel variare delle condizioni atmosferiche e delle stagioni.

Tuttavia, il dato che mi colpisce maggiormente è il contrasto tra l'architettura sontuosa e severa dei palazzi in stile neoclassico e il cielo con le nuvole che si riflettono nello specchio d'acqua conferendo all'insieme un che di surreale e leggero. Per non parlare poi dell'effetto nebbia che accresce tale sensazione. Se infatti nella parte superiore delle foto siamo in pieno Settecento, la parte inferiore della piazza, con gli edifici che sembrano poggiare sul vuoto e i passanti sospesi nell'aria, ci fa entrare in un quadro di Magritte.


 

 

 

 

 

 

 

 

Osserviamo le quattro immagini accomunate da un grande senso di apertura. Se nella prima è la luce rosata del tramonto a tingere cielo ed acqua creando una splendida scenografia che dà risalto ai vari palazzi, nella seconda e nella terza sono le figure umane a risultare quasi sospese in quella nebbia che talora svela, ma altrove lascia solo intuire il piano di appoggio.
Nella quarta qui sotto poi, tale effetto di sospensione a mio avviso è amplificato e il riflesso
delle persone nell'acqua le fa apparire come fossero librate tra le nuvole. Ne deriva un insieme un po' straniante che dal passato ci proietta in una sorta di ipotetico futuro con un effetto ottico che - come scrivevo - rimanda al surrealismo di Magritte. Ma l'originalità del Miroir d'eau sta anche in questo contrasto.

 

 

 

 

 

 

 

 

  Così, nel passare alla musica, sono stata incerta tra brani contrastanti sia per epoca che per caratteri. Ho pensato subito al clima festoso e fastoso della Musica sull'acqua di Haendel che ben si sarebbe armonizzata con gli edifici della metà del Settecento di Place de la Bourse, ma non col resto che avrebbe richiesto invece uno dei "Miroir" di Ravel. Insomma, suggestioni troppo lontane tra loro per poter coesistere in unico brano.
Inoltre, avevo bisogno di una musica che esprimesse l'eleganza della piazza e al
tempo stesso la luminosità di quei riflessi, insieme alla gioia di chi vi si addentra passeggiando a piedi nudi o magari riscoprendo lo stupore di un gioco nel cielo arioso di una bella giornata.

Allora ho fatto una scelta intermedia: non Haendel nè Ravel, ma Charles Gounod (1818 - 1893) con le "Variations du miroir", sesto brano della Suite per balletto aggiunta nel 1869 alla versione originale del "Faust", ma talora eseguita anche separatamente dall'opera.
Si tratta appunto di un pezzo orchestrale elegante e delicato insieme, un "Allegretto" dal riposante e sereno tema in 2/4. Un ritmo di danza dolcemente scandito che può accompagnare opportunamente la gioiosa sorpresa di chi attraversa quello specchio d'acqua ora nella nebbia ad altezza d'uomo, ora nei riflessi che dilatano lo spazio e i riverberi di luce.

Buon ascolto!

(Le foto sono prese dal web)

 

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