sabato 23 ottobre 2021

Preziosa quotidianità

Un pomeriggio impegnato che si trasforma in uno spazio di riposante respiro.
Una lezione di musica che, dalla mia preoccupazione iniziale - non ho studiato abbastanza, di sicuro sbaglierò e lamentazioni varie! - si fa sempre più coinvolgente e serena sull'onda di un brano suonato a quattro mani, nel
sorriso dell'amicizia.
Poi la gioia che mi afferra a contatto
con strumenti nuovi a scoprirne le sonorità, mentre il desiderio di provare altri pezzi per due pianoforti si fa più vivo.
Infine, la sensazione impagabile di essere
dentro la musica!

Ringrazio la mia giovane e bravissima insegnante che, col suo rigore attento e la sua gioiosa energia, sempre un passo più avanti ad esplorare possibilità nuove, mi aiuta da anni a superare incertezze regalandomi entusiasmo.
Sì perchè, anche se lei ha tante e ancora tante primavere meno di me, qui
l'allieva sono io! Ed è bellissimo questo capovolgimento di ruoli e prospettive per me che - praticamente per una vita - nella scuola sono stata, diciamo così, dall'altra parte della barricata, senza contare il fatto che trovarmi alla mia età nella condizione di chi può imparare, è una ricchezza senza fine.

Ma non c'è solo questo. Il bello è anche uscire dalla lezione con l'animo leggero, percorrere senza fretta le vie del centro di una cittadina che - benchè non ci abiti - frequento da anni e ogni volta mi restituisce angoli e atmosfere in cui mi ritrovo. È il cotto delle sue chiese antiche che si fa dorato nella luce dei pomeriggi di ottobre, come in questa mia foto di qualche anno fa; ma sono anche le piazze tranquille e le vie piene di negozietti davanti ai quali è riposante indugiare mentre, con calma, vado a prendere il mio treno.

Abitudini di altri tempi, squarci di preziosa quotidianità che, forse, durante questo
lungo periodo di pandemia avevo dimenticato, come se l'esperienza del Covid avesse tracciato una linea di demarcazione tra un prima e un poi inevitabilmente diversi. E - a pensarci bene - è proprio così, perchè in qualche modo gli eventi ci hanno cambiato e talora è ingannevole voler ritrovare ad ogni costo certe atmosfere del passato.
Tuttavia, il senso di disorientamento che magari ci ha colto in questo
periodo peraltro non ancora concluso, può dissolversi se la musica - o un luogo che portiamo dentro - ci aiuta ad attingere a quel nucleo segreto in cui vive, intatta, una parte di noi stessi. E io sento spesso di appartenere ai luoghi.

Allora, per celebrare quel pomeriggio di serenità, oggi vi regalo proprio un pezzo per due pianoforti...No, non quello che ho provato con la mia insegnante, ma un altro che lei mi ha proposto di suonare e che magari in futuro - chissà! - riusciremo a mettere insieme.
Si tratta del primo dei "Sei Studi in forma di canone op.56" composti da Robert
Schumann (1810 - 1856) inizialmente per pianoforte con pedaliera - tanto che vengono eseguiti spesso anche all'organo - ma poi trascritti nella versione a quattro mani e due pianoforti.

Sono brani di atmosfera diversa che ci conducono in mondi molto differenti tra loro: alcuni più movimentati e accesi, altri più malinconici e meditativi, ma tutti accomunati dalla struttura a canone, antico modulo compositivo tipico della polifonia che qui Schumann riprende fondendo il rigore della tradizione alla sua morbida creatività.
Lo Studio N.1 che ho scelto di pubblicare è uno di quelli in cui la struttura
contrappuntistica risulta subito evidente. Bellissime le due voci che si inseguono vivaci e splendido il caleidoscopio di sfumature con cui s' intreccia la tonalità di Do Maggiore, a iniziare dal Do basso iniziale che la sinistra suona per cinque battute sostenendo il tema della destra anche quando l'armonia cambia.
Ma insieme a tale rigore che ci riporta indietro nel tempo, Schumann fa fiorire
una gioia fresca e scorrevole che mi restituisce la serenità di una lezione di musica e di un tranquillo giro in città, nella dolcezza di un pomeriggio di ottobre.

Buon ascolto!

 

12 commenti:

Gus O. ha detto...

Piacevole.
Nella mia ignoranza nemmeno lo conoscevo.
Buona giornata.

Annamaria ha detto...

Sì piacevole, e all'esordio molto bachiano: se ci fai caso, la prima battuta può ricordare un passaggio della celebre "Toccata e fuga in re minore".
Grazie, Gus, e buona domenica!

Rossana Rolando ha detto...

La gioia che ti viene dalla musica e che trasmetti in questo post, ma in generale nel tuo blog, mi ha fatto venire in mente un verso della bellissima poesia di Borges, dal titolo "I giusti": "Chi è contento che sulla terra esista la musica."
La trascrivo qui per intero:
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
Ti abbraccio e grazie!

Annamaria ha detto...

Grazie di cuore, Rossana, di questo bel riferimento e del testo riportato interamente!
Penso che l'elenco che Borges ha stilato nella sua poesia possa continuare e ciascuno di noi possa farsene uno, anche se ciò che il poeta ha scritto ha già valenze e contenuti ricchissimi che fanno riflettere. Ne cito due: "Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace" e "Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto"...(!) Ci sarebbe tanto da dire.
Ma tornando alla musica, ringraziamo davvero il cielo che essa esista!
Un abbraccio grande!

Stefyp. ha detto...

Grazie cara Annamaria di questo tuo scorcio di vita di cui afferro la freschezza e per un momento mi porta a lasciarmi trasportare dalle note dello splendido brano proposto. E' un coinvolgimento che mi aiuta a pensare quanto sia importante la musica per le tante e sempre diverse emozioni che può regalarci.
Buona settimana, un abbraccio forte, Stefania

Annamaria ha detto...

E' stato un pomeriggio così rasserenante, cara Stefania, che non ho resistito alla tentazione di condividerlo qui. La lezione andata bene, la tranquillità di una passeggiata in centro per una volta senza fretta, tutto fuso nell'onda della musica che mi era rimasta dentro, quasi la musica stessa regalasse a tutto un'atmosfera di particolare bellezza.
Grazie di cuore e un abbraccio di buona settimana a te!

Rajani Rehana ha detto...

Read my new post

Annamaria ha detto...

Yes, Rajani Rehana. Thanks!!!

Salvatore Fricano ha detto...

Ho trovato per caso, come capita ormai a tutti noi naviganti del web, questo blog e ho capito subito, leggendo diversi post, la sensibilità dell'autrice e la volontà di trasmettere serenità, tramite la musica soprattutto. E' un atteggiamento che condivido totalmente.
A volte il web regala gemme.
Complimenti!

Annamaria ha detto...

Grazie di queste parole così belle, Salvatore, e benvenuto qui!
Sì, il mio blog è nato proprio dal desiderio di trasmettere serenità, ma naturalmente il merito è della musica che ci offre, dal passato al presente, panorami ricchissimi e sempre sorprendenti.
Grazie ancora e buona giornata!

Arrigo Lupo ha detto...

A Schumann piaceva anche scrivere in contrappunto, tra i lavori per piano ci sono le Fughe op.72. A Mendelssohn, poi, scrivere in contrappunto piaceva ancora di più; già a 12 anni, nelle Sinfonie per archi.

Annamaria ha detto...

Belle le fughe op.72. Del resto, quanto a contrappunto, sia Schumann che Mendelsshon sono stati grandi estimatori di Bach, soprattutto Mendelssohn che ne ha riscoperto la Passione secondo Matteo.
Grazie, Arrigo!