martedì 6 febbraio 2024

Vertigini

È stato durante la ricerca affannosa di foto per il mio calendario toscano - ormai fatto in casa - che in computer mi sono imbattuta in questa immagine scattata durante uno dei miei viaggi.
Siamo a Lucca, città in cui mi reco sempre
volentieri per lo splendore delle sue opere d'arte e la bellezza del centro storico circondato da mura.
Ma ad attirarmi è anche il fascino dello stile
romanico pisano con marmi e decorazioni simili a ricami che possiamo ammirare, oltre che nel Duomo, nella chiesa di San Michele in Foro della quale qui vedete alcuni miei scatti.
Se ingrandite l'immagine della facciata infatti,
potete cogliere la ricchezza e la varietà di ornamenti - opera di maestranze lucchesi e pisane - nelle colonnine tortili tutte diverse, nei capitelli e nelle tarsie marmoree che rappresentano figure immaginarie e animali in lotta fra loro.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tuttavia, il motivo per cui riporto queste foto è un altro: è la scoperta di quella scaletta aerea sul retro  della facciata, che conduce alla statua di San Michele troneggiante in cima e affiancata da due angeli. È una splendida immagine di leggerezza, come se la luminosa muratura stagliata nell'azzurro non avesse peso.
Ma ricordo la mia sorpresa la prima volta che l'ho vista, perchè - al di là di qualunque
considerazione architettonica - mi aveva fatto un effetto paralizzante. Mi ci ero subito vista sopra: incerta, tremante, pencolante, impacciata, soprattutto perchè da un lato non c'è corrimano ma il vuoto!...

Parliamoci chiaro: da sempre vado in montagna, prendo senza problemi funivie o seggiovie e mi piace affacciarmi da balconate anche molto alte sul panorama.
Però in passato, due o tre volte ho avuto le vertigini e so con quale sensazione
viscerale ci afferrino fino a bloccarci, rendendoci incapaci di muoverci, nè avanti, nè indietro.
Così, quella scaletta obliqua in bilico tra terra e cielo mi è rimasta impressa
con il fascino delle cose che ci fanno paura, ma insieme oscuramente ci attraggono.

In realtà, a ben guardare i gradini non sono tanto piccoli e neppure ripidi, ma è quel vuoto a destra senza riparo a farmi pensare che, invece di appoggiarmi al corrimano salendo ben diritta e godendo dell'ampio panorama, finirei per appiattirmi senza rimedio contro il muro in attesa di soccorsi!
Mio marito, nella sua concretezza, sullo sfondo brontola: "Ma che scrivi a fare?... Mica devi salire tu su quella
scaletta!" Però poi ride perchè sa che quanto sto dicendo sulle mie vertigini non è invenzione, ma pura verità!

Ma da una scala...alla musica - lo sappiamo tutti - il passo è breve, così a questa vertiginosa immagine di marmo bianco ho pensato di associare un brano di Domenico Scarlatti (1685 - 1757). A lui mi hanno condotto le minutissime decorazioni della facciata di San Michele simili a ricami, come lo sono tante delle sonate del compositore nella loro ornamentazione di scale, trilli e abbellimenti. Bene, una sonata dunque, ma quale?

Inizialmente, avevo pensato a quella in sol minore K.30 soprannominata "Fuga del gatto" per il suo andamento che sembra imitare proprio l'incedere di un felino. Del resto, chi meglio dei gatti che amano camminare sopra i tetti saltando con agilità da un cornicione all'altro, potrebbe avventurarsi senza timore su quell'aerea scaletta? Poi però il brano, benchè sia una fuga molto efficace dove le varie voci sembrano proprio dei passi, mi è parso un po' troppo tranquillo e uguale nella sua struttura tutta a terzine.

Così, di pezzo in pezzo, sono approdata alla "Sonata in mi minore K.98" che - per quanto non abbia alcun titolo nè riferimento ai gatti - in alcuni passaggi può rifletterne le movenze ora lente e guardinghe, ora più scattanti e veloci.
Ci sono punti in cui se ne coglie addirittura il passo felpato, lento ma scandito e ritmato
da una nota all'inizio delle varie sestine. La sentite?...e nello spartito la vedete?
Allo stesso modo, i numerosi trilli che poi costellano il brano possono far pensare a piccole fermate,
brividi che durano un attimo o brevi pause di tremore in un vertiginoso andirivieni di suoni.

Buon ascolto!

10 commenti:

Marina ha detto...

Ma lo sai che hai proprio ragione? Mi sembra di ascoltare, con Scarlatti, la perfetta colonna sonora dell'avanzamento incerto e felino di un gatto, anche se la sonata non ha il gatto come protagonista :D
Quanto alla scala, fa paura pure vederla in foto, altroché vertigini! Paralizzante solo l'idea di salirla!

Annamaria ha detto...

Vero che si sentono le movenze di un gatto? E' fantastico! C'è anche un Rondò di Beethoven - in Do maggiore op.51 se non ricordo male - che, per quanto di stile diverso, mi fa lo stesso effetto. L'ho pubblicato qualche anno fa. Lo trovi nelle etichette alla voce Beethoven e tuo figlio lo conoscerà senz'altro.
Quanto alla scala...grazie della tua solidarietà, Marina!

Arrigo Lupo ha detto...

Io ho paura a guardare giù da un terrazzo al 3° piano e mi fa impressione, al pensiero di salirci, anche la scala con ringhiera che vedo dal basso all'interno della cupola del Duomo della mia città, Pisa. Un'altra scala "per gatti", a spirale senza ringhiera, è quella all'interno del campanile del Duomo di Pietrasanta. A proposito di gatti, nel 1982 John Tavener scrisse "Mandoodles" per piano in ricordo del suo gatto Mandu.

Annamaria ha detto...

Io fin lì non ho problemi. Considera che ho abitato per 18 anni al quinto piano in un condominio con vista sui giardini, per cui mi affacciavo tranquillamente sul vuoto. A Pisa sono salita una volta sulla Torre, ma all'interno della cupola del Duomo no. Comunque le vertigini sono terribili, lo so. Le ho avute la prima volta a 14 anni, salendo sul quadro svedese in palestra, a scuola. Ma ti par possibile???...
Grazie per il brano di Tavener, poi lo sento.

Arrigo ha detto...

Neppure io sono salito all'interno della cupola, non è aperta al pubblico. Le scale della cupola mi fanno paura solo a guardarle da sotto, come quella di S.Michele a Lucca, lì di più perché non c'è la ringhiera. Fino a 15 anni non avevo problemi di vertigini, allora (oggi non più) si poteva uscire sui piani intermedi della Torre e fare il giro, ci sono le colonne ma non la ringhiera tra l'una e l'altra, poi c'è la pendenza, si camminava rasenti al muro per la paura di scivolare.

Annamaria ha detto...

La scala di San Michele a Lucca è bellissima da guardare, ma non toccare!!!
Grazie, Arrigo!

Marco Capponi ha detto...

Cara Annamaria, l'architettura del duomo di Lucca e l'accostamento a Scarlatti con i suoi funambolismi sulla tastiera mi hanno suggerito un'idea. Tra l'altro, Scarlatti è un autore che sento spesso ultimamente. Buon proseguimento! E buona primavera, in arrivo! MC

Annamaria ha detto...

Bene, Marco, sono contenta! Scarlatti è una riserva immensa di fantasia nusicale e a te non mancano idee e una grande ricchezza di riferimenti culturali.
Buona primavera a te, fra i tuoi monti e i tuoi fiori! Io la settimana scorsa ho comprato due bulbi di giacinto che in pochi giorni sono cresciuti meravigliosamente.
Grazie e buona serata!

Marina ha detto...

Cercherò il rondò volentieri ;)

Annamaria ha detto...

Bene, Marina, e grazie!