giovedì 22 febbraio 2024

Specchi d'acqua - 2

Philippe de Thaon : "Bestiario"





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Faccio seguito qui al post dello scorso gennaio nel quale parlavo del mare nella celebre "Nascita di Venere" del Botticelli, per tornare indietro nel tempo ad osservare il modo in cui l'arte ha raffigurato le onde e il loro moto nei vari specchi d'acqua. Così, mi piace proporre una breve carrellata di immagini.

Le fonti sono mosaici, icone, miniature, antiche mappe e carte nautiche all'interno di testi di carattere profano o - più spesso - religioso, dall'epoca romana al Medioevo. Sono storie di viaggi a cominciare da quello di Marco Polo in Cina, o dai pellegrinaggi in Terra Santa, cronache di battaglie navali, talora illustrazioni della Divina Commedia; ma spesso anche narrazioni bibliche come la storia del diluvio o quella di Giona inghiottito dalla balena, o episodi evangelici come la tempesta sedata e la pesca miracolosa. Tra questi, particolare attenzione va al Battesimo di Cristo - e quindi al fiume Giordano - tema che ha avuto molta fortuna nel tempo e al quale dedicherò magari in futuro un articolo a parte.

Materiale vastissimo quindi, dal quale ho scelto però poche immagini tra quelle che mi hanno colpito per la loro originalità. Sono raffigurazioni spesso diverse tra loro anche per le differenti tecniche con cui sono state realizzate, ma tutte affascinanti a volte per i tentativi di realismo, altrove per iconografie più fantasiose e un po' elementari che - tuttavia - in certi casi assumono caratteri vagamente avveneristici e di sorprendente modernità.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo dimostra il mosaico riportato qui sopra, dettaglio della "Chiamata di Pietro e Andrea" e parte della decorazione musiva della basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna. Siamo nel VI secolo d.C., eppure quel delfino che solca le onde ricurve, insieme alle tessere che le rappresentano nelle loro varie sfumature di verde, è davvero di grande modernità. Non ne conoscessimo l'epoca, potremmo scambiarlo per un manufatto dei nostri giorni.

Un'immagine in parte differente troviamo invece qui a lato nel mare del "Viaggio dei Magi", mosaico della volta del Battistero di San Giovanni a Firenze, realizzato dal cosiddetto Maestro della Maddalena intorno alla fine del 1200.
Anche qui, lo specchio d'acqua è formato da una serie ripetuta di onde
ricurve ad indicarne il movimento, in mezzo alle quali possiamo scorgere diversi pesci. Tuttavia l'effetto è ben diverso.

Ma la rappresentazione del mare è legata anche ad altri aspetti.
Nel mondo antico e medioevale era infatti considerato uno spazio misterioso da
guardare con timore, mentre la sua graduale esplorazione ne darà poi immagini via via più concrete e meno legate alle paure, ai simboli o alla fantasia. Resta comunque per parecchio tempo il luogo del pericolo, popolato da pesci ma anche da mostri, come possiamo osservare nella prima foto grande in alto, tratta dal "Bestiario" di Philippe de Thaon (XII sec.), conservato alla Kongelige Bibliotek di Copenaghen.

Lì, vediamo un mare verde in cui le onde sono semplici righe ondulate inframmezzate da pesci; ma ai lati si ergono due enormi draghi alati, minacciosi e aggressivi, grandi quasi come l'imbarcazione.

Questa foto più piccola a lato, intitolata "Balena gigante", è invece parte della Miscellanea teologica di Peraldo (XIII sec.) conservata alla British Library di Londra. Ma ricorrono anche qui più o meno gli stessi caratteri, a cominciare dalla evidente sproporzione tra l'enorme pesce e la barca.

Un mare calmo dalle onde simili a righe orizzontali, ma sempre
popolato di pericoli è quello rappresentato dal mosaico pavimentale di Aquileia, capolavoro di arte paleocristiana del IV sec. d.C.
Qui, in un bellissimo e celebre dettaglio, è
raffigurato Giona mentre viene gettato nelle fauci non di una balena, ma di una sorta di serpente marino dalle spire sinuose. 

Un animale ben diverso, ma - almeno nella fantasia di chi lo ha dipinto - più simile a una balena se non altro per le sue dimensioni, è rappresentato invece nella miniatura sottostante della metà del sec.XV.
Di particolare interesse è qui il modo in cui sono state realizzate le onde: piccole montagnette aguzze e stilizzate, in cima a ciascuna delle quali è possibile scorgere una breve arricciatura a rappresentare la spuma. Tratti simili e veloci, per certi aspetti un po' elementari, ma per altri ancora una volta modernissimi.

Ma tale iconografia mi sembra ancora più chiara nella foto successiva: una miniatura del XV secolo, tratta dal "Factorum et dictorum memorabilium Libri IX" di Valerio Massimo, conservato presso la Bibliothèque de l'Arsenal a Parigi.
Il testo dello scrittore latino vissuto tra il I sec.
a.C. e il I sec.d.C., ha avuto infatti immensa fortuna e diffusione nel Medioevo, ad opera di numerosi amanuensi che lo hanno anche arricchito di splendide miniature proprio come quelle che vedete.

Qui il copista ha voluto rappresentare un mare agitato che risulta efficacissimo. Infatti, quelle onde alte e insieme larghe, disposte in successione alternata, a mio avviso rendono magnificamente l'idea del beccheggio della navicella, ancor più della miniatura precedente dove sono più fitte ma al tempo stesso molto schematiche.

Un mare agitato e fantasioso dunque, in un'iconografia che ricorre spesso, come nella miniatura sottostante che - all'interno di altri testi - raffigura onde e navi durante la battaglia della Meloria tra le antiche Repubbliche marinare di Pisa e Genova.

Infine, per passare alla musica, ho scelto di associare a queste immagini il celebre terzo movimento, "Allegretto", dalla "Sonata per pianoforte in re minore n.17 op.31" detta "La tempesta" di Ludwig van Beethoven ( 1770 - 1827).
Il brano,
nel tempo ternario di 3/8 in cui le terzine si susseguono con ritmo ora tranquillo, ora più affannoso quasi quella del compositore fosse una corsa, dà l'impressione di una sorta di moto perpetuo. Ma tale ritmo, creato dalla successione degli arpeggi, mi suggerisce anche il movimento ondeggiante di un'imbarcazione sul mare e, dove la musica va facendoci più tempestosa e cupa, l'appressarsi di un pericolo dal cielo o dal profondo.
Diciamo la verità: forse Beethoven nel concepire la Sonata non pensava affatto a questo, ma pare fosse stato
ispirato dalla visione di un cavallo al galoppo. Inoltre, il termine tempesta, nella sua ampiezza, potrebbe indicare anche un evento interiore, una particolare fase compositiva portatrice di novità, chissà mai!
A me però piace associare queste note ricche di una grande varietà di arpeggi,
all'altrettanto vario andar per mare: uno specchio d'acqua ora calmo, ora intensamente agitato, ora scuro come un abisso che nasconde dei pericoli, ora per qualche istante luminoso. Del resto, la tonalità del brano è un malinconico re minore con qualche breve apertura qua e là in maggiore, come quando da un cielo coperto di nuvole filtrano i riflessi del sole sulle onde e, per un attimo, tutto s'illumina.

Buon ascolto!

(Le foto sono prese dal web)





6 commenti:

Marina ha detto...

Tutto molto interessante, come sempre! Bella "La tempesta" di Beethoven ;)

Annamaria ha detto...

Grazie, Marina! Sì "La tempesta" è splendida e immagino che te la ascolterai anche suonata da tuo figlio!
Buona serata!

Marina ha detto...

No, non l’ha ancora suonata, ma lo farà: piano piano il suo repertorio cresce! ;)

Annamaria ha detto...

Certo, e allora ad maiora!!!

Arrigo Lupo ha detto...

Dieci anni fa lasciai l'auto aperta, c'erano alcuni cd e me li rubarono, tra questi uno dell'Ensemble La Reverdie, specializzato in musica medievale, dal titolo "Bestiarium". Tutti brani connessi a un animale, non ricordo se ce n'erano di acquatici. C'erano gli uccelli, che sopratutto in Francia hanno spesso attratto l'attenzione dei compositori, fino al '900: nella musica di Olivier Messiaen gli uccelli hanno grande importanza; nel suo lavoro più eseguito, il "Quatuor pour la fin du temps" per clarinetto, violino, cello e piano, c'è un movimento per clarinetto solo tutto dedicato agli uccelli.

Annamaria ha detto...

Interessante, Arrigo, un bestiario medioevale anche in musica! Se penso a chi ha composto brani su animali mi viene in mente in primis Saint-Saens, ma non solo. Non conosco invece il pezzo di Messiaen che citi.
Grazie mille di queste informazioni!