In tanti anni di blog, quando mi è stato possibile, navigando su youtube ho cercato di pubblicare esecuzioni dal vivo perchè mi è sempre parso importante non solo ascoltare la musica, ma vedere insieme quanto essa si disegni sui volti degli interpreti rivelandone una ricca gamma di emozioni.
Non sempre ho potuto farlo per svariati motivi: registrazioni disturbate o imperfette, performances non proprio eccellenti o meno significative rispetto ad altre e via dicendo. Dove però youtube me ne ha dato l'opportunità, le ho pubblicate perchè le riprese in video sono spesso fascino aggiunto a fascino.
Interessante osservare chi dirige ora con gesto imperioso, ora pacato o talvolta solo con lo sguardo e un cenno del capo; chi usa la bacchetta e chi invece il movimento delle mani. Coinvolgente cogliere la partecipazione degli esecutori nelle espressioni dei loro visi spesso concentrati e immersi a tal punto nella musica da diventare una cosa sola con essa.
Se poi il brano è cantato, chi mette in gioco la propria voce talora ci offre un'empatia ancora più profonda. Vedere la Callas o Pavarotti mentre cantavano ci dà molto più del semplice ascolto. Ma spesso sono anche i gruppi corali a farci entrare nel cuore di un brano, condividendo con intensità le emozioni che esso fa affiorare in loro. Se ne avete voglia, guardatevi i due video seguenti, a questo riguardo uno più bello dell'altro: nel primo, coro e fedeli cantano un inno natalizio nella cattedrale di Londra, e nel secondo Marc Minkowsky dirige orchestra e coro in un pezzo sacro di Haydn.
Che dire poi delle reazioni del pubblico? A volte è serio e compassato quasi fosse - come dice una mia amica - nell'anticamera del vescovo; altrove, complice un insieme di fattori quali l'indole, le abitudini e il luogo, si scatena in un entusiasmo da stadio sfrenato e contagioso come nel Mambo di Leonard Bernstein diretto da Dudamel.
Tutto questo discorsino per presentare il video di oggi che, nell'esecuzione di una melodia di Jean Philippe Rameau (1683 - 1764), ci mostra anche i volti degli interpreti sui quali si disegna una gamma di emozioni pacatissime e profonde ma non meno incantevoli di altre.
Si tratta dell'aria "Tendre Amour" da "Les Indes galantes", celebre opera del compositore francese che rappresenta una serie di racconti ambientati in luoghi esotici sempre diversi tra loro, ma legati da un tema. Nel caso della melodia di oggi, il tema è l'amore cantato nella sua dimensione spirituale ma anche sensuale, in un'atmosfera delicata e insieme ricca di passione che esalta il sentimento con dolcezza struggente.
Ma al di là delle splendida musica della quale avete le note iniziali nella foto in alto, quello che mi colpisce e che il video mette in evidenza è la serie di espressioni che cogliamo sui volti di coristi e strumentisti a cominciare dal direttore. La lunga introduzione orchestrale prima che esordisca il coro ci consente di osservarne gli atteggiamenti. Nella varietà degli sguardi che esprimono ora dolcezza, ora concentrazione, ora una compresa serietà o - qua e là - lievi sorrisi d'intesa, emergono differenti fisionomie, ma da ciascuna di esse affiora il senso di una musica profondamente interiorizzata.
Complice anche la posizione del coro e del direttore che le riprese ci mostrano molto vicini gli uni agli altri, cogliamo lo splendore di un gruppo unito dalla gioia pacata e profonda del far musica insieme.
E mentre la melodia sale e le diverse voci si sovrappongono, quello che avvolge ciascun corista - e che anche noi percepiamo - è un senso di estatica contemplazione.
6 commenti:
Sublime... non trovo altra parola per dire la mia sensazione di fronte a ciò che insieme vedo e ascolto in questo video.
E le tue impressioni/osservazioni sia sulla musica dal vivo in generale che su vari e salienti particolari emergenti in quest'esecuzione ancora una volta non potrebbero essere più appropriate, puntuali, sensibili, e le condivido totalmente.
Mi soffermo poi su due specifiche frasi, "La gioia pacata e profonda del far musica insieme" e "l'amore cantato nella sua dimensione spirituale ma anche sensuale, in un'atmosfera delicata e insieme ricca di passione che esalta il sentimento con dolcezza struggente", perchè mi fanno riandare ai vent'anni ormai lontani durante i quali ho cantato in coro polifonico e in particolare a quando, non succedeva sempre ma a volte succedeva, una particolare frase del nostro canto era riuscita a realizzare esattamente ciò che il maestro voleva, mi verrebbe da dire ciò cui anelava, e un'espressione insieme di beatitudine e gratitudine traspariva inequivocabile sul suo volto. Ricordo anche che per l'intensistà di ciò che in tali irripetibili momenti passava tra noi e lui mi ero trovata a volte a pensare che se fossi stata al posto di sua moglie (donna tra l'altro al pari di lui assai cara e simpatica) ne sarei stata gelosa.
Per finire non posso che sottolineare che Rameau, Christie e Les arts florissants meritano davvero tutte le lodi del mondo, ringraziandoti.
Cara Siu, mille grazie delle tue parole, della tua sensibilità e soprattutto di aver condiviso la tua bella esperienza di corista. So cosa significa ciò che descrivi e quanto ci siano momenti di grande empatia nell'esperienza di un coro. Oserei dire però che anche le prove possono essere molto significative. A questo proposito, avevo scritto un post anni fa: se ne hai voglia, vai alla voce Mozart, lo trovi in data 30 giugno 2017 e s'intitola "Un canto nella notte". Era una calda sera di giugno anche allora e stavamo provando l'Ave verum...
Ti auguro una buona domenica e ti ringrazio ancora!
Davvero suggestivo, intenso e coinvolgente, il tuo "Canto nella notte" del 2017.
E quanto alla mia esperienza mi sono dimenticata di specificarlo ma essa si riferiva essenzialmente proprio alle prove, quando cioè non solo si era tutti, noi come il maestro, più rilassati rispetto ai concerti e quindi favorito il palesarsi dei moti dell'animo, ma la loro percezione era facilitata anche dalle banali condizioni fisiche (maggiore luminosità e vicinanza tra noi e il maestro nella saletta dove provavamo rispetto ai luoghi dei concerti, spesso delle chiese).
Grazie, carissima, e buona domenica anche a te!
William Christie ha avuto un ruolo di primo piano nella riscoperta del '600 francese, Charpentier in primo luogo. L'ensemble Les Arts florissants da lui fondato prende il nome da un lavoro di Charpentier. Vedo sul sito dell'ensemble che tra pochi mesi ci sarà un Festival "Dans les Jardins de William Christie". Christie è anche clavicembalista e ha inciso i Pièces del 1724 e del 1728 di Rameau.
Grazie a te di essere andata a leggere quel vecchio post, Siu! Che bella esperienza corale hai avuto! Sono momenti indimenticabili.
Un abbraccione!!!
Proprio così, Arrigo! Ero andata anch'io a cercare notizie e ho visto che è un ensemble molto raffinato con un repertorio bellissimo. Grazie di queste tue informazioni sempre preziose. Buon pomeriggio!
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