sabato 18 luglio 2020

Donne col libro - 7


A.Renoir : "Ragazza che legge" Houston, Museo di Belle Arti.




















"Donne col libro, ovvero l'interesse": potrebbe intitolarsi così, questa volta, la piccola serie di dipinti - tre in tutto - che ho scelto tra la vasta gamma di esempi che la Storia dell'Arte ci offre.
Gli autori sono Renoir, Faruffini e Birney: un artista francese, uno italiano e uno statunitense pressocchè contemporanei, che hanno operato nella seconda metà dell'Ottocento o talora alle soglie del Novecento.

Della loro produzione sull'argomento mi hanno affascinato le figure femminili qui rappresentate: tre giovanissime donne in tre atteggiamenti e contesti diversi, eppure accomunate da un'attenzione vivida alla lettura e dal fatto di essere - in ciascun dipinto - le protagoniste assolute della rappresentazione.
Certo, ci sono anche i libri, e se nel primo quadro ne è raffigurato uno solo, negli altri sono parecchi: testi vecchi e nuovi, volumi antichi, tomi di biblioteca, libri di studio o romanzi...chissà! 
Ma nonostante questo, mi pare che l'attenzione dei pittori si sia incentrata non tanto sull'oggetto in sè, ma prima di tutto sulle persone che ne fruiscono: donne colte, che fanno della lettura ora un arricchimento interiore, ora una forma di svago, ma anche uno strumento di studio o di lavoro.

Osserviamo il quadro di August Renoir (1841 - 1919) intitolato "Ragazza che legge" e realizzato nel 1890. 
Mi pare sia poco più che una fanciulla la giovane raffigurata, che riempie con la propria presenza e col caldo colore del vestito buona parte dello spazio circostante. 
Pochi gli arredi intorno: la poltrona e il tendone le cui tinte richiamano quella dell'abito e quasi vi si fondono. Ma è proprio quest'ultimo, con la scollatura un po' arricciata e le maniche a sbuffo, a suggerirmi la giovane età della ragazza: forse un'adolescente attratta dai primi romanzi d'avventura o d'amore o da un testo di poesia. 
In realtà, non sappiamo che genere di libro stia leggendo, ma cogliamo il suo interesse dall'atteggiamento sereno e assorto, e dalle sue labbra leggermente socchiuse forse in un gesto di stupore. E mi pare che la composizione - peraltro non l'unica di Renoir su questo tema - si possa inquadrare bene tra le varie raffigurazioni del mondo borghese e soprattutto femminile ripreso spesso dall'artista e dalla pittura del secondo Ottocento.

F.Faruffini : "La lettrice" - Milano, Galleria d'Arte Moderna
Altra cosa - a mio avviso - è il quadro di Federico Faruffini (1831 - 1869) intitolato "La lettrice" e datato intorno al 1865.
Se l'attenzione assorta è la caratteristica della fanciulla di Renoir, qui la protagonista, pur sempre concentrata nella lettura, lo è tuttavia in modo diverso.
La giovane - forse Clara, donna con cui il pittore aveva una relazione, tant'è che non espose mai il quadro in vita - dimostra certamente interesse e forse piacere per ciò che legge, ma a me pare di scorgervi anche l'ombra di un atteggiamento critico.

Mi spiego: il suo non mi sembra l'abbandono di chi legge entrando in una storia e lasciandosene portar via, ma è lo sguardo di chi valuta e soppesa, l'attenzione di chi giudica e forse  confronta, data la quantità di libri affastellati sul tavolo.
Me lo suggerisce anche la posizione della testa leggermente tesa all'indietro, atteggiamento di chi non si lascia rapire totalmente da ciò che legge, ma - forse inconsciamente - frappone tra sè e il libro una distanza, quasi a rivendicare un'autonomia di giudizio.

Anche lo spazio che circonda la  protagonista è più ricco e articolato rispetto al dipinto di Renoir e, mentre da un lato ci riporta al passato, dall'altro ci riconduce agli anni in cui Faruffini vive.
Se infatti in secondo piano l'artista ha dipinto una natura morta - libri disordinati sulla scrivania, una candela, un'ampolla di vetro, un calamaio e un bicchiere con una viola del pensiero - ispirandosi alle tante opere del genere dal Seicento in poi, in primo piano ci regala un'immagine indubbiamente più moderna. 
La protagonista è presa in un momento di distensione in cui si rilassa leggendo, e ci appare come una giovane donna colta, disinvolta, libera e - rispetto ad altre raffigurazioni - anche un po' spregiudicata.
Ce lo suggeriscono il taglio fotografico che la riprende in un efficacissimo scorcio e soprattutto quella sigaretta accesa che la giovane tiene tra due dita, dati che ci testimoniano la vicinanza di Faruffini agli ambienti della pittura realista del secondo Ottocento e della Scapigliatura milanese.

Un'ambientazione per certi aspetti simile, ma un differente carattere della protagonista ci offre invece il dipinto di William Verplanck Birney (1858 - 1909) intitolato "The reader" e datato 1890.
W.V. Birney: "The reader" - Florida  (coll. privata)
Davanti a una scrivania stracolma di vecchi volumi talora un po' squinternati, con a lato un sottilissimo calice e un fiore, sta una giovane intenta alla lettura di un corposo testo.
Chi può essere? Una scrittrice? Una storica? Una giornalista? O una studiosa che desidera soddisfare un interesse personale?
Non lo sappiamo, ma di questa figuretta mi colpiscono il viso luminoso, la vivida attenzione e soprattutto la freschezza tipica di una persona desiderosa di apprendere.

Nonostante certi punti di contatto, anche questo dipinto si stacca dai precedenti. 
Quello della protagonista non è infatti il sereno abbandono della fanciulla di Renoir e neppure il piglio disinvolto e - se vogliamo - un po' critico della lettrice di Faruffini. 
Ma è la concentrazione seria di una giovane donna che forse cerca informazioni per motivi di studio o di lavoro.
Non si trova in casa propria in una pausa di distensione, ma probabilmente in una biblioteca a consultare vecchi testi, ed è pure di fretta. Lo dimostra il fatto che non si è neppure tolta il cappello e ha lasciato borsetta e guanti su di uno sgabello vicino. Una donna impegnata quindi, e ricca di un interesse per la lettura che sembra addirittura illuminare il suo viso.
Osservandola, mi viene in mente lo spirito appassionato e indipendente della celebre Jo March di "Piccole donne" e "Piccole donne crescono", romanzi che - proprio negli Stati Uniti - Louisa May Alcott aveva già pubblicato tra il 1868 e il 1869. Chissà mai che, raffigurando questa giovane lettrice, Birney non vi si sia ispirato?

E per passare alla musica, in sintonia con le immagini vi propongo un brano di Gabriel Fauré (1845 - 1924): la "Fantasia in mi minore op.79" per flauto e pianoforte.
Si tratta di un pezzo che coniuga il tema - un'aria inizialmente dolce e malinconica - con una varietà di accenti che vanno dall'atmosfera di una romanza a parti più accese e ricche di vivacità. 
Per quanto non sia suddiviso in veri e propri movimenti, il brano si compone di sezioni diverse: dopo un inizio più romantico, infatti, la Fantasia - proprio com'è tipico di questo genere di composizioni - si vivacizza con un andamento che alterna passaggi qua e là scherzosi ad altri più meditativi, toni maggiori a toni minori.
E mi pare che un andamento così variato possa in fondo rispecchiare la molteplicità di spunti che ci possono offrire i libri con i loro generi diversi, ma anche - e soprattutto - la multiforme ricchezza di emozioni e sentimenti che la lettura stessa sa suscitare in noi come nelle protagoniste dei dipinti qui presentati.

Buon ascolto!

8 commenti:

Gus O. ha detto...

I macchiaioli e Gabriel Fauré.
E' gioia Annamaria.

eglissima egle ha detto...

Bellissimo questo pezzo di Fauré che ben si accompagna ai dipinti delle donne con libro. Hai fatto un lavoro intenso e grandioso. C'è anche il mio amatissimo Renoir, nel cui giardino e uliveto passeggiavo, abitando a un chilometro dalla sua casa (ora museo).
Grazie sempre.
Un abbraccio.

egle

Rossana Rolando ha detto...

Trovo particolarmente intrigante la lettrice di Federico Faruffini e godibilissima alla vista: i colori sono intensi,morbidi, pastosi, investiti di una luce che li rende brillanti. Le tue notazioni sui diversi modi della lettura rappresentati nei dipinti e la musica che esalta la varietà (varietas delectat) si armonizzano perfettamente. Grazie! Un caro saluto e buona domenica.

Annamaria ha detto...

Sono contenta che l'insieme sia fonte di gioia.
Ciao Gus e grazie!!!

Annamaria ha detto...

Oh che meraviglia dev'essere stato, cara Egle, passeggiare nel giardino di Renoir! Io ricordo invece quello di Monet a Giverny.
Sono contenta che il brano di Fauré ti piaccia: avevo qualche dubbio nell'associarlo ai dipinti, ma il tuo parere mi conforta.
Un abbraccio e grazie!!!

Annamaria ha detto...

In effetti, cara Rossana, la lettrice di Faruffini è la più accattivante, anche per quell'inquadratura di scorcio che ne sottolinea la distensione e la libertà magari un po' tragressiva dell'atteggiamento. E poi certo, la luce e la pastosità dei colori fanno il resto.
Grazie e buona domenica a te!!!

Leo Pieretti ha detto...

E se la bambina di Renoir leggesse sottovoce, sillabando, quasi, parole a lei nuove?

Annamaria ha detto...

Ciao Leo, sai che non ci avevo pensato? E' una bellissima idea.
Grazie di questa ipotesi affascinante e del tuo sguardo sempre originale!
Buon pomeriggio!