È di Sofonisba Anguissola (1532 - 1625) il dipinto sul quale mi soffermo oggi, tornando indietro nel tempo rispetto a quello del mese scorso.
Si tratta di una delle pittrici più celebri del tardo Rinascimento, apprezzata da artisti coevi sia in Italia che in Europa, da Michelangelo a Van Dick, e autrice di numerose opere incentrate sul tema del ritratto.
In effetti, anche se il titolo del quadro che vedete - conservato al Museo di Poznan - è "Partita a scacchi", l'opera potrebbe chiamarsi "Ritratto di famiglia in un esterno".
Infatti, insieme a un'anziana governante, sono raffigurate le tre
sorelle minori della pittrice - Lucia, Minerva e la piccola Europa -
mentre due di loro stanno giocando a scacchi all'interno di un giardino.
Notiamo
subito la raffinatezza del tratto pittorico e insieme quella degli
oggetti raffigurati: dalla scacchiera all'eleganza degli abiti dei quali
la pittrice mette in luce preziosi dettagli, fino alla grazia di
gioielli e coroncine che adornano il capo delle tre sorelle.
Ma i loro ritratti ci offrono anche il frutto di un'acuta individuazione psicologica. Ciò
che infatti mi ha colpito maggiormente, guidandomi nella scelta di
quest'opera tra le tante di Sofonisba Anguissola, è proprio tale
aspetto, rivelato da un duplice gioco, di sguardi e di età.
Gioco di sguardi, prima di tutto, in una sorta di meravigliosa circolarità.
È la più piccola, col suo sorriso spontaneo di bambina furbetta, a osservare la sorella un po' più grande la quale invece, molto seria, si rivolge alla maggiore con una mano alzata e un'espressione interrogativa. Incantevole il pallore quasi diafano del suo viso dal profilo sottile che si staglia contro il paesaggio
sfumato dello sfondo.
A sinistra invece, la maggiore si apre ad un sorriso lieve e pensoso ma già sicuro di sè mentre,
dietro di loro, la governante osserva pacatamente la scena. E se vogliamo, anche le mani, morbide e affusolate, rivelano atteggiamenti diversi come se la pittrice, attraverso di esse, avesse voluto sottolineare i differenti stati d'animo delle tre sorelle.
Ma
le quattro figure femminili mi fanno pensare anche ad un altro tema, quello delle età della vita.
Non so se l'artista avesse esplicita intenzione di sottolinearlo, tuttavia - a mio
modesto avviso - esso affiora in modo molto evidente nella caratterizzazione psicologica di visi e atteggiamenti.
Di solito, nei dipinti sia antichi che moderni su questo
argomento, le età raffigurate sono tre: la giovinezza, la maturità e la
vecchiaia. Qui però la giovinezza si sdoppia, per così dire, tra
infanzia e adolescenza.
È soprattutto dagli occhi che possiamo intuire
ora la gioia ancora ingenua della bimbetta, ora l'ansia della fanciulla
adolescente forse sorpresa da una mossa inaspettata dell'avversaria o
timorosa di sbagliare. La sorella più grande invece, già adulta - e se
non sapessimo chi è potremmo anche pensare che sia
la madre - mostra una sicurezza più consapevole mentre la donna anziana,
dietro di loro, sembra osservare quietamente ciò che accade.
Atteggiamenti diversi di fronte a una partita a scacchi, ma forse anche davanti al gioco della vita che ciascuno affronta con i tratti psicologici della propria età. Me lo suggerisce anche lo sguardo della sorella maggiore che - unica nel dipinto - si rivolge a noi, spettatori esterni, quasi a dire che quel gioco ci riguarda.
Così, andando ad associare una musica a queste immagini, nell'osservare la costruzione attenta del quadro in cui nulla è lasciato al caso, ma l'insieme riproduce una sequenza ordinata di espressioni e movenze, ho pensato subito a un pezzo di Bach.
Si tratta del "Preludio e Fuga n.7 in Mi bemolle Maggiore BWV 876" dal II libro del "Clavicembalo ben temperato".
Perchè l'ho scelto? Per il suo andamento rigoroso e al tempo stesso elegante, ricco di una creatività che, dall'iniziale luminoso Mi bemolle Maggiore, piega poi verso tonalità minori: un cammino che può anche rappresentare il dipanarsi della vita in età diverse, con ombre, luci e tratti psicologici differenti. È un percorso che non solo testimonia il genio bachiano, ma può ricordare anche il procedere di un gioco: non necessariamente quello degli scacchi, ma ogni partita o evento in cui ad un'azione ne corrisponda un'altra, a mossa segua contromossa, a domanda risposta.
Provate ad ascoltare e, nel preludio come nella fuga, troverete tali simmetrie e corrispondenze espresse ora con piglio vivace, ora con toni più sommessi, dolci e delicati in una sapiente alternanza di forte e piano. Del primo vi invito a gustare il ritmo danzante e talora un po' giocoso dei 9/8, ma del secondo trovo stupenda la costruzione armonica che Tatiana Nikolayeva fa risaltare consentendoci di percepirne richiami e rimandi, ma soprattutto lo spessore polifonico.
Nonostante la grazia di tale interpretazione pianistica, ho sempre pensato che lo strumento più adatto a far emergere lo splendore di questa fuga sia però l'organo. Allora, se volete dilettarvi ulteriormente, vi lascio il link di una bella esecuzione per organo, dove il brano acquista grandiosa solennità e verso la fine si avverte chiaramente il cambio dei registri.
Ma se all'inizio può sembrare che la fuga sia in realtà quella dell'organista che a un tratto sparisce...niente paura: poi ricompare e suona!
Buon ascolto!
(Le foto sono prese dal web)
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