lunedì 8 giugno 2020

Nuvolaglia

(Foto prese dal web)
Guardo la nuvolaglia del mattino, rimasta in cielo dopo il temporale.
Promette o inganna? 
Dà speranza o prelude a nuove minacce? 
Segna la fine della tempesta o è soltanto un'illusione?
Chissà!...
Anima però i tratti del paesaggio, consentendoci di coglierne aspetti grandi e piccoli, la vastità insieme a certi dettagli della sua bellezza che diversamente passerebbero inosservati. E anche questo è vita.

La nuvolaglia si specchia nelle pozzanghere, apre inusitati sprazzi di azzurro, sveglia più nitidi i colori, ricordando i cieli che si vedono in prossimità dell'oceano. E non importa se magari da noi il mare non c'è, perchè disegna prospettive sognanti, ci invita ad alzare gli occhi ed evoca i poeti: "...Nuvole in viaggio, chiari/reami di lassù! D'alti eldoradi/malchiuse porte!...".

A.Mantegna: "Adorazione dei pastori" (part.)
La nuvolaglia spalanca l'orizzonte, restituisce profondità, respiro e insegna a guardare lontano, regalandoci la percezione che la vita è immensa e non finisce dove arriva il nostro sguardo. Sollecita l'immaginazione, la fantasia, il cuore, ma ci conduce anche alle soglie di un ignoto che non conosciamo. 
E questo può far paura.

V.Van Gogh: "Campo di grano con cipressi"
La nuvolaglia è volubile, inquieta, pronta ad aprirsi al più luminoso azzurro, ma anche a rabbuiarsi improvvisa o a sfrangiarsi al primo refolo di vento. Ci regala così paesaggi più che mai marezzati di ombre e di luci, angoli cupi come repentini malumori e riflessi di sole che covano speranze.
Ma insieme ci porta a scoprire i tratti più riposti di un panorama: casette in mezzo alla boscaglia o addossate a un pendio, grigi profili di colline lontane, mentre emergono sorprendenti sfumature di giallo e di verde in mezzo ai prati.

Masolino: "Il miracolo della neve" (part.)
La nuvolaglia ricorda le prospettive di pittori antichi e moderni. 
Talora ci conduce fra cieli d'oro o di cobalto percorsi da nubi fiabesche, simili a misteriose presenze extraterrestri. 
Ma insieme ci riporta alla mente l'affascinante leggerezza delle atmosfere di Constable o le nuvole corpose e avvolgenti di Van Gogh, fantasiose figure che sembrano ghermirci, riassorbendoci nel quadro quasi anche noi ne fossimo parte.

C.Monet: "Il bacino di Argenteuil"
Corre veloce nel vento la nuvolaglia, come in un dipinto di Monet: a volte impeto gioioso che ci fa tendere al lontano orizzonte, ma talora pungente e recondito desiderio di casa, quasi che gli elementi della natura sapessero parlarci nel profondo, rivelandoci chi siamo e dove stiamo andando.
Evocano infatti - quelle nuvole - mille vite non vissute, remoti luoghi della nostra infanzia, scenari perduti o magari soltanto sognati, e forse per questo ancor più veri di quelli reali.
   
J.Constable: "Cloud Study"
La nuvolaglia è simile a un cuore inquieto, a una preoccupazione che rode segreta, ma dopo il temporale fa nuovo il paesaggio, turbinosa e animata come le note di un concerto di Rachmaninov.
Ed è proprio un famoso brano del compositore russo che ho scelto da associare a queste immagini: il primo movimento - "Moderato" - dal suo "Concerto in do minore n.2 op.18 per pianoforte e orchestra".
Si tratta infatti di una pagina molto conosciuta, percorsa da una vibrante passionalità tardo-romantica che si dispiega nel susseguirsi e nell'intrecciarsi dei due temi: il primo energico e maestoso ma in tonalità minore - il do appunto - e il secondo più dolcemente sfumato nella relativa maggiore, il mi bemolle.

Il pezzo si apre con accordi iniziali di grande drammaticità e, al contrario di ciò che ci si potrebbe aspettare, il tema è annunciato dall'orchestra mentre l'accompagnamento è affidato agli arpeggi del pianoforte.
Subito dopo tuttavia, lo strumento assume via via un ruolo preponderante fino a diventare protagonista assoluto, anche per la scrittura irta di difficoltà tecniche, lirica e virtuosistica insieme. 
Un brano in cui le note attraversano una ricca gamma di emozioni, ora tempestose, ora pervase da struggente malinconia, ora aperte a sprazzi di luminosità. Note che ci offrono un paesaggio musicale movimentato e mutevole, proprio come nuvole portate dal vento che animano il cielo dopo un temporale.
 
Buon ascolto!

6 commenti:

Gus O. ha detto...

C'è una sola parola per commentare il tuo post: magnifico.

Annamaria ha detto...

Ma grazie!!! Son contenta che ti sia piaciuto.
Ciao Gus!

Stefyp. ha detto...

Non trovo parole appropriate per commentare il tuo post,ridurre tutto all'aggettivo affascinante mi sembra sminuisca il tutto. Credo che sia uno dei tuoi post in cui ti sei superata. Lo splendido modo che hai usato per presentarci il tema è molto coinvolgente, sia per le tue varie visioni e interpretazioni, sia per le opere pittoriche proposte e il brano notevole di Rachmaninov. Conoscevo il pezzo, ma è così bello che l'ho risentito più volte.
Grazie carissima, per questo gioiello che ci hai presentato.
Buon pomeriggio e un abbraccio.
Stefania

Annamaria ha detto...

Grazie, Stefania, sei troppo gentile! In effetti il post sembra riuscito anche a me, forse perchè ha uno stile un po' diverso che, a dire il vero, avevo già usato tempo fa in un vecchio articolo dal registro però piuttosto scherzoso.
Quanto alle opere pittoriche, ce ne sarebbero state anche altre da citare, ma poi ho avuto timore di diventare noiosa perchè lo scopo del post non era un excursus artistico.
Poi, certo, Rachmaninov è grandioso.
Un abbraccio grande e buona serata!!!

Erika ha detto...

Super come sempre! Buon fine settimana, cara Annamaria!

Annamaria ha detto...

Grazia di cuore, carissima Erika, e buon fine settimana a anche a te con un abbraccio!!!