venerdì 1 aprile 2022

Il non detto di Mendelssohn

Succede spesso - ma ormai già lo sapete - che dopo aver pubblicato il brano di un autore, la sua musica mi resti dentro al punto tale che non mi accontento di quella singola composizione, ma vado a sentirne anche altre scoprendo così gioielli impensati.
È ciò che mi sta accadendo con le
"Romanze senza parole" di Felix Mendelssohn Bartholdy (1809 - 1847) delle quali ho pubblicato non molti giorni fa un pezzo dell'op.62.

Mendelssohn è un musicista a cui mi sto
riavvicinando dopo molto tempo, se consideriamo che mi aveva affascinato quand'ero ancora adolescente prima di tutto col suo "Concerto per violino op.64" e poi con la Sinfonia "italiana". In seguito, ho scoperto altri brani che poi ho pubblicato in questo blog, ma pochi a dire il vero.

Oggi allora, torno con due pezzi tratti di nuovo dai "Lieder ohne Worte", le "Romanze senza parole" appunto.
Il titolo si riferisce a 48 composizioni per pianoforte suddivise in otto raccolte, brevi creazioni
dall'afflato romantico, anche se ciò non deve far pensare che l'atmosfera sia sempre uguale nel complesso dell'opera. Tutt'altro. La fantasia creativa di Mendelssohn - o della sorella Fanny, se è vero che ha preso spunto da musiche sue - ci offre un panorama molto vario: da brani delicati e malinconici, ad altri decisamente più brillanti e movimentati o ancora giocosi. 

Romanze, dicevo. La precisazione senza parole non significa però che se ne sminuisca il valore; al contrario, il compositore ha inteso sottolineare la straordinaria capacità comunicativa della musica che sa farsi portatrice di sentimenti ed emozioni ineffabili perchè più ampie della parola. Ancor più delle parole infatti, che talora - ad eccezione di quelle dei poeti - possono risultare limitanti, i suoni sanno riecheggiare in noi con lirismo evocativo dando vivo spessore ed espressività anche al non detto.
Interessante, a questo proposito, ricordare che nel 1874 Paul Verlaine pubblicherà
una raccolta di poesie intitolata proprio "Romanze senza parole" riferendosi al potere evocativo dei suoi versi grazie alla loro musicalità.

I brani di oggi sono due tra quelli che mi sono parsi più rappresentativi della varietà di ispirazione del compositore: il primo, più malinconico e nostalgico, è la "Romanza in la minore op.19 n.2" intitolata "Regrets", rimpianti; il secondo, molto più vivace e giocoso, è la "Romanza in fa diesis minore op.67 n.2".
Ma
c'è anche un altro motivo che mi porta a pubblicare proprio questi brani. Mendelssohn è stato un grande cultore di Bach ed è merito suo averne riscoperto la grandezza dopo anni di silenzio. Basti ricordare che ha ripreso la "Passione secondo Matteo" dirigendone alcune parti nel 1829, a 79 anni dalla morte del compositore, e che - ma forse è un solo una coincidenza - i pezzi delle "Romanze senza parole" sono 48 come quelli del "Clavicembalo ben temperato".
Comunque sia, quando si frequentano con assiduità le partiture di un musicista, è
naturale che le sue note lascino un segno profondo. Così, non è raro trovare in Mendelssohn ricordi bachiani più o meno evidenti. E questi due pezzi non fanno eccezione.

Nel primo, tratto dall'op.19, sono due i passaggi che mi ricordano Bach. Quello a mio avviso più chiaro è verso la fine della romanza - esattamente a 1,45 della clip audio - dove la musica sembra riprendere il tema della "Fuga in do minore BWV 847" dal I libro del "Clavicembalo ben temperato" della quale vi riporto il link: https://www.youtube.com/watch?v=0b93Bkdksek. L'altro passaggio invece è all'inizio e lo si può cogliere dallo spartito, osservando le note suonate dalla mano sinistra che riprendono il tema della celebre "Toccata e fuga in re minore BWV 565" nel punto in cui inizia la fuga.

Nel secondo brano tratto dall'op.67, il discorso è leggermente più complesso perchè occorre andare al di là della veste vivace e un po' giocosa del pezzo per coglierne l'andamento armonico. Qui, si avvertono subito le tipiche progressioni bachiane: ripetizioni della stessa frase musicale trasposta però ogni volta di un certo intervallo. Ma la romanza mi restituisce anche altri riferimenti tra i quali  un'eco della famosa "Passacaglia HWV 432" di Haendel che potete ascoltare qui.
Certo poi Mendelsson se ne allontana, ma a me sembra verosimile che abbia
preso spunto dal brano di Haendel come se avesse voluto farne l'ennesima, fantasiosa variazione carica di affascinante modernità e - soprattutto nel finale - di magica leggerezza.

Buon ascolto! 

(La foto è presa dal web)

4 commenti:

Stefano ha detto...

E' una musica molto bella da ascoltare e mi mette gioia e allegria!!!
Brava per la scelta. Un grande abbraccio. Stefano

Annamaria ha detto...

Grazie di essere passato qui, Stefano!
Sì, sono brani molto belli e soprattutto il secondo è particolarmente gioioso e giocoso.
Un abbraccio a te e buona giornata!!

Stefyp. ha detto...

Due brani molto belli. Da profana, nella sua complessità, almeno così pare a me, preferisco il secondo, non tanto per la sua briosità quanto per la varietà dell'armonia e quelle fughe finali che sollecitano la mia immaginazione.
Grazie per la proposta, cara Annamaria. Buon sabato a te, Stefania

Annamaria ha detto...

Anch' io preferisco il secondo brano, cara Stefania, soprattutto per quei richiami a Bach e Haendel risolti da Mendelssohn in magica leggerezza!
Grazie mille di essere qui e buon fine settimana!!!