sabato 9 aprile 2022

Il silenzio tra i pensieri

La primavera è in genere il momento in cui inizio a desiderare intensamente le vacanze estive.
Ma mai come in questo periodo così
travagliato e tormentato per tutti, mi è capitato di sognare quei tre, quattro chilometri di solitudine che percorro tutti i giorni al mattino quando - d'estate appunto - mi trovo nel mio paesetto di montagna.

Non è una gita o una vera e propria escursione, ma solo una semplice passeggiata che da anni - tempo permettendo - ho preso l'abitudine di fare in mattinata, dopo la spesa, il caffè e la tranquilla lettura del giornale nel giardino del bar isolato in fondo ai prati.
Dopo, mi regalo quei pochi chilometri di solitudine sul percorso che collega le
varie frazioni del posto: un pezzo di strada prima tra gli orti e poi in mezzo al bosco, contemplando l'azzurro e le cime intorno, insieme al rosa intenso degli epilobium che fioriscono proprio a luglio. O ancora, prendo il sentiero lungo il torrente che in certi tratti scorre impetuoso, con un fragore che conferisce al silenzio circostante una connotazione ancora più viva. 

Mi piace camminare in solitudine, a passo sostenuto ma non veloce, tranquillo ma non lento, seguendo il ritmo del cuore e lasciando vagare i pensieri.
La calma in cui sono immersa mi consente di sentire il respiro del vento e
contemplare le tante sfumature di verde, mentre il suono del torrente si avvicina o si allontana secondo l'andamento del sentiero che s'interna nell'abetaia o scende proprio in riva all'acqua. A volte, sono piccoli dettagli a catturare la mia attenzione: una nuvola che va dissolvendosi a mezza costa, un getto d'acqua in cui si crea l'arcobaleno o una cappelletta chiara nell'ariosa vastità di un prato.
È questo incanto del paesaggio, infatti, a consentirmi di ritrovare anche un
pacificante silenzio interiore e una sensazione di unità non sempre facile da sperimentare. E insieme mi regala la forza di far fiorire, come la natura intorno, quella luce di speranza che sa dissipare il buio di ogni cammino e della quale - oggi più che mai - sento il bisogno.

Così, in cerca di questo silenzio, per la terza volta nel giro di poco tempo pubblico un pezzo di Felix Mendelssohn Bartholdy sempre tratto dai "Lieder ohne worte" di cui parlavo nell'ultimo post.
A colpirmi è stata la particolare dolcezza della "Romanza in Si bemolle
maggiore op.67 n.3", una dolcezza non priva di malinconia, ma pervasa nel tema iniziale da un profondo senso di calma e di pace. Si tratta in effetti di un "Andante tranquillo" che esordisce con cristallina semplicità, caricandosi poi di toni più struggenti e intensi per terminare di nuovo nell'aura di pace con la quale si era aperto.
Se prestate attenzione all'andamento del pezzo,
scoprite le delicatissime sfumature del tema nel loro progressivo animarsi e poi smorzarsi piano fino a dissolversi nel silenzio. Basti osservare la dolcezza con cui le note iniziali discendono, per fermarsi rallentando lievemente in prossimità della tonica e poi nel magico finale.
Un brano in cui intimità e intensità sono calibrate e armonizzate
dalla romantica vena creativa di Mendelssohn e insieme dall'interpretazione di Daniel Barenboim. Un brano in cui la bellezza non è colorata o sfolgorante, ma timida e quasi nascosta, mentre protagonista diviene quel silenzio assorto tra le note che le fa belle, regalandoci una dimensione di profonda pace.

Buon ascolto!


4 commenti:

Stefyp. ha detto...

La natura ha questo speciale effetto in noi, almeno credo sia un po' così per tutti quelli che vi si abbandonano senza opporre resistenza. Sarà l'aria pura, i panorami che ci offre... saranno i colori... tutto ci entra dentro con una carica emotiva rigenerante, necessaria e indispensabile direi io, per ritrovare la pace e la quiete in noi stessi. Un po' come questo brano che ci proponi che mi prendere per mano e mi trasporta dolcemente lontano.
Buona giornata, cara Annamaria e grazie. Un abbraccio, Stefania

Annamaria ha detto...

Carissima Stefania, tu conosci ancora meglio di me lo splendore della natura con tutti i suoi effetti psicologici e sai bene a quali itinerari mi riferisco.
Mi è piaciuto molto ciò che dici precisando che è così per tutti quelli che vi si abbandonano "senza opporre resistenza".
Grazie e un abbraccio di buon pomeriggio!

Arrigo Lupo ha detto...

Da una trasmissione su Radio 3 ho appreso che la sorella di Mendelssohn, Fanny, aspirava a pubblicare le sue composizioni. Lui non volle presentarla a un editore, poté pubblicare dei Lieder grazie all'aiuto del marito. Poi Felix si scusò con Fanny, cui era molto legato. Fanny conobbe Clara Schumann ed ebbe con lei contatti frequenti.

Annamaria ha detto...

Dietro alcuni grandi compositori, si sono celate talvolta anche donne compositrici che però, a suo tempo, non hanno avuto la stessa fortuna degli uomini e sono state valorizzate solo oggi. Da qualche parte ho letto la stessa cosa anche a proposito di Anna Magdalena Bach che avrebbe scritto alcuni brani poi attribuiti al marito.
Grazie, Arrigo!