martedì 21 maggio 2024

Specchi d'acqua - 5


Una rappresentazione particolarmente insolita quella di oggi, sia per i colori, sia perchè non si tratta di uno specchio d'acqua che scorre ma di ghiaccio.
Il dipinto che vedete, infatti - attribuito da alcuni critici a Gabriel Bella (1730ca.
- 1799), secondo altri invece di autore anonimo - rappresenta "La laguna ghiacciata alle Fondamenta Nuove" ed è conservato presso la Pinacoteca Querini Stampalia a Venezia.

In ogni caso, chiunque ne sia stato l'autore, il quadro registra un evento realmente accaduto nell'inverno del 1708: l'ondata di gelo di portata inusuale che, scesa dalla Russia, aveva paralizzato fiumi e laghi di tutta Europa e persino il mare in alcuni porti del Mediterraneo. Anche la laguna veneta era stata toccata da tale fenomeno e, per potersi scaldare, la gente si era vista costretta a bruciare addirittura i mobili.

Ma, come talora accade, di un evento sia pur tragico la vita ci spinge poi a notare anche altre sfaccettature e così c'è chi nel contesto di una calamità coglie magari l'occasione per un divertimento. Il dipinto che vediamo registra proprio questo aspetto mostrandoci la gente che pattina sulla superficie gelata della laguna.

Lo possiamo osservare nei due particolari riportati qui sopra e sotto, nei quali si riesce a distinguere sia chi volteggia abilmente sul ghiaccio per proprio piacere, sia chi è in difficoltà e cade; chi attraversa la laguna per necessità e chi al contrario lo fa solo per diletto. E c'è anche chi si fa trascinare su di una sorta di sedia a rotelle a mo' di slitta. Insomma, un dipinto ricco di quella vivacità e varietà che anima la vita reale nella sua concretezza quotidiana che qui trabocca da ogni minimo dettaglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma, oltre che dalla propria originalità, da chi avrà preso spunto il pittore - conosciuto o anonimo che sia - per impostare tale descrizione?
A me pare che la risposta sia facile: dai ve
dutisti veneziani per la schiera di edifici sulla destra, anche se qui sono riprodotti in modo più semplice e un po' naïf; ma soprattutto dai pittori fiamminghi del Cinquecento e del Seicento per il modo di disporre le figure umane nello spazio aperto.

E mi vengono subito in mente le tante celebri rappresentazioni di Pieter Bruegel il Vecchio (1530ca - 1569), con i pattinatori sulla superficie ghiacciata di un fiume o di un lago, come vedete qui a lato nel dettaglio di "Cacciatori sulla neve", e poi sotto nel particolare del dipinto intitolato "Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli".



 

 

 

 

 

 

 

 

E come Bruegel, anche l'opera dell'olandese Hendrick Avercamp (1585 - 1634) mostra le stesse caratteristiche nel bellissimo dettaglio che vediamo qui sotto tratto dal suo "Paesaggio invernale con pattinatori".

Certo, saltano all'occhio anche evidenti differenze: le opere dei Fiamminghi, infatti, sono più attente ai particolari - guardate qui sopra le ombre delle persone che si riflettono sul ghiaccio! - e sul piano coloristico la loro atmosfera è più chiara. Il nostro artista veneziano invece - ammesso che la riproduzione che ho trovato sia fedele all'originale - usa toni più cupi a iniziare dal cielo, francamente un po' inquietante, che si riflette sulla laguna gelata. Inoltre, le tinte degli abiti vedono un continuo alternarsi di bianco, rosso e colori scuri mentre la gamma dei pittori olandesi è più varia e ricca di sfumature.
A parte questo, mi pare che il riferimento ci possa comunque stare, fuso con l'originalità del
nostro autore e con la sua capacità di riprodurre il movimento in una sorta di carnevalesca naïveté.

E la musica? Che cosa associare a questi pattinatori che volteggiano, scivolano, cadono e si divertono? Una danza?...Certo. Ma quale?
In un primo tempo avevo pensato a un valzer, poi mi è venuto in mente Piotr Ilic
Tchaikovsky (1840 - 1893) con la ricchezza dei tanti altri balletti presenti nelle sue Suites. Così la mia scelta è caduta su "Lo Schiaccianoci".
A dire il vero, sono stata molto incerta tra la "Danza dei flauti" e la "Danza cinese" :
la prima dal ritmo abbastanza tranquillo e la seconda ricca di qualche sprazzo di vivacità in più e - tra l'altro - con un video che ci mostra l'ingresso dei vari strumenti man mano che la musica procede.
Sono note che possono ricordare un incedere ora guardingo e prudente, ora invece
più deciso e danzante. Ma siccome in entrambi i brani le scale, sia ascendenti che discendenti, sembrano imitare un suono che scivola...ve li pubblico tutti e due! Sceglierete voi su quale aria preferite avventurarvi a pattinare sul ghiaccio!

Buon ascolto!

(Le foto sono prese dal web)

 

 

4 commenti:

Marina ha detto...

A parte che io sui pattini per il ghiaccio potrei fare una brutta fine, ma se fossi capace di reggermi in piedi e scivolare su una superficie ghiacciata lo farei al passo della danza cinese. 😀

Annamaria ha detto...

Non so, io forse sceglierei la Danza dei flauti, ma in ogni caso la brutta fine sui pattini sarebbe assicurata anche per me!!!
Grazie e buona giornata!

Arrigo Lupo ha detto...

Il ghiaccio mi fa pensare alla Scena del freddo nel 3° Atto del King Arthur di Purcell. E' molto innovativa, forse i cromatismi non erano mai stati usati così nella musica vocale.

Annamaria ha detto...

Sì, è stranissima per l'epoca la musica di Purcell, in anticipo sui tempi. Sarà stato forse anche per questo che Sting, in un suo CD del 2010, ha arrangiato proprio un suo pezzo relativo sempre all'inverno. Però non è da King Arthur, ma da The Fairy Quinn. Lo trovi nelle etichette a lato. Grazie!