lunedì 6 maggio 2024

Nel dolce respiro bachiano

Ricordavo la volta scorsa quanto Bach sia un genio dalle molteplici sfaccettature tanto che, come cogliamo nella sua musica un profondo afflato di preghiera, così non è raro trovare in lui stupefacenti ritmi di danza. 

Forse anche per questo i suoi brani sono molto amati da parecchi artisti di oggi che, giocando sulla versatilità del compositore, li hanno variamente arrangiati sviluppandone la ritmica e interpretandoli talora con strumenti diversi da quelli originali. Ma anche quando un pezzo viene riportato fedelmente senza rielaborazione alcuna, come sempre accade basta già l'uso di uno strumento diverso per conferirgli un timbro particolare. E sappiamo tutti quanto una musica assuma un fascino differente se suonata al pianoforte invece che al clavicembalo o all'organo, al violino invece che al flauto o all'oboe, o alla marimba invece che alla chitarra.

Così oggi vi propongo un dolcissimo quanto celebre "Largo" di Bach interpretato da Richard Galliano che della sua fisarmonica, abituata ad inanellare ritmi di tango o di musette, fa qui lo strumento solista di un pezzo barocco. Si tratta del secondo tempo del "Concerto n.5 in fa minore per clavicembalo e archi BWV 1056" di Bach che il musicista italo-francese suona accompagnato dal suo sestetto.
Non è nuovo Galliano alle esecuzioni bachiane e all'omaggio verso un compositore
che - come ricordavo in passato - è stato parte fondamentale della sua formazione. E non è nuovo neppure il "Largo" per chi frequenta questo blog. L'ho pubblicato infatti parecchi anni fa e, nonostante non ami ripetermi, lo ripropongo volentieri in questa differente versione.

Senza nulla togliere infatti al video di allora con l'interpretazione di Maria João Pires, rigorosa e insieme delicata come una carezza, trovo che Galliano mi restituisca un ritmo e delle sonorità che mi sono particolarmente congeniali. Del resto, tutti noi abbiamo quel gusto squisitamente personale che ci fa preferire un'esecuzione ad altre perchè va a toccare tasti che, al di là dello splendore della musica, sentiamo nostri fino in fondo. E se tale versione si radica in noi, resta poi quale punto di riferimento.

Ecco, l'interpretazione di Galliano per me ha proprio questo pregio: ha il ritmo del mio respiro, del mio passo quando mi rassereno, dei pensieri quando affiorano senza affanno, dello sguardo che si posa pacificato sulle cose.
Un ritmo tranquillo che consente di sognare immaginando una danza lenta, magari una sorta
di incantevole pas de deux scandito sulla base dei pizzicati nel quieto respiro bachiano dei 4/4.
Respiro, sì: non mi pare fuor di luogo usare questa parola a proposito del brano e insieme della fisarmonica che - come l'organo del quale talora può ricordare alcuni registri - ha un mantice dove passa l'aria per produrre i suoni. E quelli della fisarmonica, con il loro particolare timbro, mi arrivano qui nitidi, precisi nei passaggi ora dolcemente più intensi, ora meno, mentre attraverso trilli e abbellimenti le note fioriscono leggiadre sul ritmo misurato degli archi.
Un'interpretazione attenta e sentita in cui la perfetta fusione del solista con gli altri strumenti
ci regala, sobrio e rasserenante, il piacere della musica.

Buon ascolto!

(Le foto sono prese dal web)

 

4 commenti:

Arrigo Lupo ha detto...

Bach il contrappunto lo amava in modo particolare, più di Handel e più di Vivaldi. Ma ha scritto anche brani bellissimi, come questo, dove il contrappunto non c'è. Inoltre, nel Clavicembalo ben temperato le Fughe sono precedute da Preludi spesso non contrappuntistici e le Variazioni Goldberg sarebbero un'opera meno bella e varia se ci fossero solo le variazioni basate sui canoni: anche un amante del contrappunto come lui voleva talvolta farne a meno. Per gli altri (non per Handel), alla metà del secolo la situazione è specularmente opposta: si afferma un nuovo stile poco amante della complessità, nel quale in genere del contrappunto è bene fare a meno; in questo contesto L'arte della fuga vista come una cosa fuori moda.

Annamaria ha detto...

Sì, il genio di Bach è molto vario e nonostante il contrappunto sia una prassi musicale in cui si è particolarmente distinto, ci ha lasciato anche pezzi stupendi strutturati diversamente.
A proposito delle versioni dei suoi brani per altri strumenti, un brano bellissimo è il Siciliano della Sonata BWV1031 in cui la fisarmonica di Galliano accompagna il violino di Sebastien Surel. E' meraviglioso. Lo trovi facilmente su youtube.
Grazie di queste informazioni sul contrappunto e buona serata!

Marina ha detto...

Bello il brano suonato dalla Piras (ho cliccato sul link), ma l'ascolto di questa fisarmonica di Galliano mi ha sorpresa molto di più, perché è incredibile come i fatti dimostrino quanto le composizioni di Bach siano versatili e godibili anche in molte altre interpretazioni.

Annamaria ha detto...

Concordo in pieno con te, Marina! Maria Joao Pires è meravigliosa...ma la fisarmonica di Galliano ci dimostra la versatilità di Bach! Era proprio quello che intendevo mettere in evidenza con questo post.
Grazie!!!