domenica 15 ottobre 2023

Le mie città - 10

Taddeo di Bartolo: "San Gimignano e storie della sua vita" - Pinacoteca civica di San Gimignano

Non è la prima volta che parlo di San Gimignano su queste pagine.
Avevo pubblicato qualche anno fa un'immagine della sua campagna circostante in
pieno inverno. Era una foto del mio calendario di allora: la neve in primo piano e l'inconfondibile profilo della città sullo sfondo.
Ma se voglio parlare di luoghi che ho nel cuore per la loro bellezza insieme a un legame fatto di ricordi, non posso trala
sciare San Gimignano e l'aura antica che vi ho respirato ogni volta che l'ho visitata, nell'azzurro di una giornata ventosa o avvolta nel grigio delle brume autunnali. 

Le celebri torri e case-torri che la rendono un unicum nel suo genere tanto da averle meritato l'appellativo di Manhattan del Medioevo, mi hanno sempre colpito insieme al particolare impianto urbanistico che ricalca quello di altri centri storici dell'epoca.
Il borgo si snoda con un andamento sinuoso che segue la
morfologia dei colli, con la cinta muraria, le strade strette e curve a spezzare l'urto del vento - o l'irrompere di un invasore - e una pietra di colore uniforme.
Ma più di altri elementi, singolare è il suo
originalissimo profilo visibile da lontano. 

Proprio questo aspetto mi ha sempre attirato più ancora di altri caratteri storico-artistici pure molto pregevoli come - solo per citarne alcuni - gli affreschi di Benozzo Gozzoli e del Ghirlandaio che decorano la Collegiata.
C'è infatti una particolare interazione tra la cittadina e il panorama delle colline circostanti, quasi le molteplici direzioni da cui vi si può giungere, cambiando il punto di vista da cui la si osserva e mutandone la fisionomia, ne accrescano splendore ed eleganza.
Bellissimo avvistarla da lontano, vederla
emergere dalle ondulazioni del paesaggio, mentre il profilo va man mano precisandosi e variando di curva in curva. Ora il centro appare raccolto intorno alle torri, ora si allunga sinuoso lungo il dorso della collina a comprendere antiche frazioni che, nel corso dei secoli, sono state inglobate nel tessuto urbano. Ed è bellezza che si aggiunge a bellezza. 

Così mi torna in mente un ricordo lontano, un viaggio di fine vacanze, quando le prime giornate di settembre avevano già brume mattutine che preludevano all'autunno.
Altri tempi.
A conclusione di un itinerario che ci aveva
portato dal Casentino al Chianti, dalle Crete senesi alla Val d'Elsa, l'ultimo giorno non avevamo trovato da dormire a San Gimignano, ma solo ad alcuni chilometri di distanza.
A tarda sera eravamo arrivati a un casale rustico in piena campagna, a dire il vero piuttosto spartano, ma il panorama che ci
si era presentato dalla finestra la mattina seguente era a dir poco incantevole. Al diradarsi delle prime foschie, erano comparse da lontano le torri come fossero sospese sopra una lieve coltre di nuvole e ci siamo resi conto che eravamo di fronte al borgo nel suo profilo più affascinante, disegnato in fondo a una dolce distesa di vigneti. 

Mi sono chiesta spesso che significhi abitare circondati da un tale splendore.
Cambia la vita uscire al mattino e
spaziare in mezzo alla morbidezza dei colli, tra appezzamenti di terreno che sembrano dipinti da Ambrogio Lorenzetti, lasciando vagare lo sguardo sulla pietra antica che riflette ora il grigio autunnale, ora la calda luce del sole?
Certo che cambia, se non si cede a
quell'abitudine che talora ottunde lo stupore. E se resta vero che la bellezza può annidarsi ovunque, anche nel tumulto di una metropoli di pianura, vi sono tuttavia luoghi dove l'opera dell'uomo e le meraviglie della natura si fondono con incanto tutto particolare. 

Un incanto che deve aver colpito i pittori medioevali come il senese Taddeo di Bartolo (1362 - 1422) del quale vedete, in alto e a lato, alcuni particolari del polittico che raffigura "San Gimignano e storie della sua vita".
Qui il vescovo Geminiano tiene in mano un modellino della
città che da lui ha preso il nome e che l'artista ha dipinto nella sua originalissima fisionomia e negli incastri architettonici, con uno stile che fonde la grazia di Simone Martini con i caratteri tardogotici di Gentile da Fabriano.

E a un antico borgo di così grande fascino - come già in passato - dedico un brano di Mozart: stavolta è il secondo movimento, "Andante", dalla Sinfonia n.35 in Re maggiore K.385 detta "Haffner".
La composizione si basa su di una
precedente e omonima Serenata, opportunamente riadattata in veste sinfonica con modifiche nei tempi e nell'orchestrazione. Un lavoro nel suo insieme scintillante e brioso il cui tempo lento - l'Andante appunto - può ricordare invece il carattere lirico e dolce della composizione precedente, soprattutto nel dialogo tra gli archi e i fiati.
Il brano ci regala infatti la garbata e pensosa serenità di Mozart
. Bellissima la leggerezza dei vari passaggi in cui la melodia si snoda su di una base di note ribattute: un procedere lieve e delicato che induce allo stupore, un po' come le morbide ondulazioni delle colline toscane che ora celano, ora svelano il profilo di San Gimignano in un incanto che non finisce di sorprendere.

La clip video riporta solo la prima metà dell'Andante. Nel seguente link potete trovare tutto il brano, sia pure in un'altra interpretazione:

https://www.youtube.com/watch?v=qEazhsdRMd0 

Buon ascolto!

(Le foto sono prese dal web)

6 commenti:

Anna Bernasconi Art ha detto...

Cara Annamaria, questo post è meglio di qualsiasi documentario, è bellissimo come hai raccontato San Giminiano e come sempre hai trovato un accompagnamento musicale perfetto per lasciarci suggestionare ancora di più ed osservarla attraverso le tue parole, le foto e magari qualche ricordo, girandole intorno come stessimo facendo una ripresa aerea, come fossimo diventati un moderno drone.
Un saluto! 🙂

Annamaria ha detto...

Cara Anna, che bello ritrovarti qui! Sono proprio contenta che il taglio - diciamo così - di questo post ti sia piaciuto! In effetti è vero, le foto che ho scelto dal web sono riprese dall'alto e questo mi pare aggiunga altro fascino al paesaggio. Su San Gimignano si potrebbero dire mille cose, ma a me interessava rendere le sensazioni avute in passato e il ricordo che mi porto dentro.
Grazie di cuore!!!

Rossana Rolando ha detto...

Veramente efficace la tua descrizione. La città che diventa racconto, ricordo, immaginazione e altre cose ancora. Sono posti che abbiamo frequentato spesso. Vicino a San Gimignano si trova il monastero di Cellole, con la sua meravigliosa pieve: un altro luogo d'incanto. Un caro saluto.

Annamaria ha detto...

Anch'io ho visto la pieve di Cellole, diversi anni fa. Mi è rimasto il ricordo della pietra romanica spoglia nel verde e nella tranquillità del paesaggio. Un luogo pieno di silenzio.
Grazie, Rossana, un caro saluto a te!

Marina ha detto...

I ricordi sono sempre preziosi. Leggendo il modo in cui hai parlato di San Gimignano viene voglia di visitare il paese: dev'essere un gioiello. E poi, con quel sottofondo musicale!

Annamaria ha detto...

San Gimignano è in effetti un gioiello, l'unico inconveniente è che in certi periodi è comprensibilmente piuttosto affollata. Se ci vai, non perderti i dintorni, le colline e la pieve di cui parlava qui sopra Rossana.
Grazie Marina e buona serata!