giovedì 7 settembre 2023

Danzando con Vivaldi




 

 

 

 

 

Riprendo oggi - dopo una piccola pausa - la pubblicazione del blog, con un brano che mi sta affascinando ogni giorno di più e la cui scoperta è stata per me un vero regalo per aprire settembre con gioia.

Mi è sempre piaciuto sottolineare certi momenti dell'anno, come l'inizio o la fine di un periodo di lavoro, con un piccolo segno: una musica, un libro o anche solo una tovaglia nuova per il tavolo della cucina. E per quanto ora sia già in pensione da un po' di tempo, alcune abitudini mi sono rimaste. Così, mi sono domandata su quali note sarebbe stato bello riprendere il nuovo anno - si fa per dire - di lavoro.
Vero è che la presenza di questo blog e la cadenza più o
meno settimanale che mi sono data per pubblicare, mi aiutano a tener desta l'attenzione alla musica non solo in determinate occasioni, ma sempre. Ciò non toglie tuttavia che, nei giorni scorsi, mi sia chiesta ugualmente: "E come ricominciamo a settembre? Su quali ritmi chiudiamo le ferie e riprendiamo le attività?".
Perdonerete il plurale che non è maiestatis, perchè è come se parlassi
ai tanti compositori che mi passano, di tempo in tempo, nella mente e nel cuore, per dire: "Insomma, che facciamo?... Apriamo con Bach, Mozart, Haydn...o col tema della Pantera Rosa che fa capolino da un angolo della mia testa sinuoso e ammiccante, in attesa che, un giorno o l'altro, mi decida a pubblicarlo?".

La risposta non si è fatta attendere e pochi giorni fa ho ritrovato un brano che avevo ascoltato tempo addietro ma avevo accantonato, sa il cielo perchè.
Si tratta di un pezzo di Antonio Vivaldi: l'
Adagio cantabile dal "Concerto in Sol maggiore RV 314a", che fa parte della serie di musiche che il compositore veneziano ha dedicato a Johann Georg Pisendel (1687-1755), illustre violinista tedesco, suo allievo e amico. Un pezzo breve ma incantevole, del quale ho riportato in foto la parte iniziale dell'aria affidata al violino, per consentirvi di apprezzarne la struttura e permettere a chi sa leggere uno spartito di seguirne almeno in parte l'andamento.

Che cosa mi ha colpito in questo brano?
Prima di tutto lo splendore ritmico del pizzicato, lieve ma ben scandito sia in apertura che in chiusura del pezzo, e capace di immergerci subito in un clima di profonda intensità.
Un ritmo simile a un respiro calmo ma insieme sostenuto che introduce poi la bellissima melodia: un'aria cantabile nella malinconia del sol minore, ma non per questo priva di mordente. Il tema è orecchiabile tanto che - a tutta prima - potremmo avere la sensazione di averlo già sentito, soprattutto nell'esordio; invece si fa poi sorprendente, inaspettato e non privo di momenti di vero incanto, come a 1.09 dall'inizio, nel passaggio dal do diesis al do naturale.

Tuttavia, ciò che mi attira maggiormente in questo Adagio è - se mi si passa l'espressione - l'andamento grintoso del violino che inanella un'aria sempre nuova, sottolineata anche dai numerosi abbellimenti non scritti sul testo e introdotti dal solista. Una grinta che fa di questo brano un pezzo a mio modesto avviso attualissimo, simile a un canto d'anima che si accende vivido, tra il pizzicato iniziale e quello finale che va mirabilmente a svanire nel segno di una sola, singola nota.
Ma simile anche a una danza: del resto, non sarebbe la prima volta che la musica del compositore veneziano diventa colonna sonora di una moderna coreografia. Qui me la immagino come un incantevole passo a due dalle movenze morbide e flessuose,
sinuose ed eleganti: ora lento, ora più movimentato e acceso, splendido. E me lo vedo davanti seguendo, nota per nota, il fascino del genio vivaldiano.

Buon ascolto!

(La foto è presa dal web)


10 commenti:

Rossana Rolando ha detto...

Molto bella l'idea di sottolineare gli inizi: permette di riconoscere la possibilità del nuovo in un continuum che rischia altrimenti di apparire sempre uguale e ripetitivo. Iniziare significa anche, se vogliamo, ricominciare. Vivaldi poi è un inizio gioioso. Un grande abbraccio.

Annamaria ha detto...

Sì, cara Rossana, è proprio così. Mi è sempre piaciuto sottolineare certi passaggi e certe riprese perchè tutto non finisca per essere appiattito o banalizzato. L'ho sempre fatto con piccole cose, semplici novità. Ma la musica è qualcosa che ti resta dentro ed è bello affidarle determinati momenti. Se poi è Vivaldi, il fascino è assicurato.
Grazie, un abbraccio e buona ripresa a te!

Franco Battaglia ha detto...

Li hai mai sentiti i "2Cellos" che manomettono Vivaldi? Spettacolo!!!

Annamaria ha detto...

Sì, li ho sentiti, Franco! I "2cellos" sono di straordinaria bravura, ma a dire il vero li preferisco quando "manomettono" la Quinta di Beethoven. Quanto ad arrangiamenti di Vivaldi, mi piacciono molto quelli che Max Richter ha fatto delle Quattro Stagioni.
Grazie di essere passato qui e buona giornata!

Marina ha detto...

Un pezzo bellissimo, a me ha messo malinconia, ha qualcosa di struggente e hai ragione: il pizzicato è fantastico.
Bentornata alla grande, Annamaria!

Annamaria ha detto...

Sì, Marina, un pezzo struggente, e grazie di aver colto la bellezza di quel pizzicato!
Pensa che volevo prolungare le "ferie" del blog ancora un paio di giorni. Ma davanti allo splendore di questo Vivaldi non ho resistito e sono tornata prima del previsto!
Grazie e buon pomeriggio!

Marco Capponi ha detto...

Vivaldi... arie veneziane... sempre gustose e inebrianti!

Annamaria ha detto...

Proprio vero, Marco! Bellissimo anche il pezzo vivaldiano che hai postato qualche giorno fa!
Grazie!

Arrigo Lupo ha detto...

E' molto bello, ottima scelta. A proposito dell'allievo Pisendel, se Vivaldi sapeva qualcosa di Bach potrebbe essere tramite un tedesco come lui. Bach non era conosciuto al di fuori della Germania, mentre Vivaldi era noto in Europa per alcuni Concerti, Bach ne trascrisse alcuni per organo.

Annamaria ha detto...

Grazie mille, Arrigo! Sì, Bach ha trascritto dei concerti vivaldiani. Tempo fa ne ho pubblicato qualche brano. Trovi tutto nelle etichette alla voce Vivaldi - Bach.
Grazie delle tue sempre preziose informazioni!