mercoledì 17 luglio 2019

Due piccole rughe trasversali

(Foto presa dal web)

Ho due piccole rughe trasversali sulle dita.
Me le sono scoperte ieri mentre mi guardavo distrattamente la mano sinistra. Sono sul medio e l'anulare, prima delle falangette.
Strano - ho pensato - perchè non sono quelle rughette orizzontali che si formano sempre sulle giunture, ma due sottilissimi segni obliqui proprio nel mezzo dove, al contrario, la pelle del dito dovrebbe essere più liscia.
Ma - chissà perchè? - non le ho fatte risalire a probabili segni dell'età o alla necessità di una crema, soprattutto ora che il caldo estivo inaridisce la pelle.
Mi sono venute in mente, invece, le due cicatrici che aveva mia mamma esattamente su quelle due dita a causa di un incidente casalingo.

Avrò avuto cinque o sei anni e abitavamo ancora in una vecchia casa.
Una volta, aprendo una scatola di pomodori pelati per fare il sugo, mia mamma si era tagliata proprio con l'orlo della scatoletta. 
Ricordo il sangue che usciva copioso dalle due ferite: avrebbe dovuto correre al pronto soccorso a farsi medicare e dare dei punti, ma non le era neanche passato per la testa. Era quasi sera e mio papà doveva tornare di lì a poco. 
Il giorno dopo sarebbe andata dal medico a fare l'antitetanica, ma al momento si era disinfettata e fasciata alla bell'e meglio e tutto era finito lì.
Le era rimasto però il ricordo di quell'incidente: due segni bianchi trasversali sul medio e l'anulare della mano sinistra.
Ogni tanto poi, nel corso degli anni, se le capitava di guardarsi le dita mentre magari eravamo sedute sul divano del soggiorno a chiacchierare, mi diceva:
"Hai visto? Ho ancora le cicatrici di quella volta là: ti ricordi?". E a me pareva di sentire nelle sue parole quasi una punta di orgoglio. Sì, mi ricordavo.

Strano questo ritorno del passato che ci afferra all'improvviso, sull'onda di un particolare quotidiano in apparenza insignificante. 
Nella mia gestione spesso veloce e talora un po' maldestra delle operazioni di cucina, non mi è mai capitato di tagliarmi in modo così vistoso. 
Così, quelle due rughette tanto somiglianti a due sottilissime cicatrici di vecchia data mi hanno fatto pensare a come talvolta la vita ci disegni addosso eventi e memorie. Sono misteriose alchimie di passato e presente, lievi carezze dall'esistenza altrui quasi che, insieme al gruppo sanguigno e al colore degli occhi, ereditassimo proprio disegnato - o talora anche inciso nel nostro corpo - il vissuto di chi ci è stato accanto. 
O forse tutto questo si costruisce nel tempo, come se esistesse anche un dna delle vicende della vita, capace di passare da persona a persona strada facendo, reso sempre più evidente dagli anni.

E ripensando a questo piccolo episodio della mia infanzia, mi è risuonato dentro un brano nel quale avverto forza, ma al tempo stesso delicatezza e nostalgia, quell'attitudine dolce e struggente della musica quando sembra che le note si accompagnino a noi.
È Bach a condurci con mano ferma in questo cammino, quasi ci facesse percorrere un sentiero in sintonia con pensieri e ricordi, per curve e anfratti, passaggi difficili e aperture di panorama. Una mano ferma che ci sostiene anche quando la voce acuta del violino ci fa vibrare dentro, lungo un percorso segnato da varietà e insieme continuità.
Si tratta del secondo movimento, "Andante", dal "Concerto per violino e orchestra in la minore BWV 1041", pezzo caratterizzato dal dialogo tra il basso ostinato, lento e solenne, e il solista che va a inanellare luminose e virtuosistiche figurazioni. 
Ne deriva una fusione di forza e di dolcezza, di severità e di grazia dove la melodia si muove attraverso una molteplicità di accenti che è quella stessa della vita con i suoi misteriosi intrecci, come Bach - nella sua guida sapiente - sa benissimo.

Buon ascolto! 

 


14 commenti:

dtdc ha detto...

Che bel post, Anna Maria! Mi ha fatto molto pensare. E la musica ha aiutato la mia riflessione. Un caro saluto!

Annamaria ha detto...

Ciao, Bruno, e bentornato qui! Mi accorgo sempre più che nulla è insignificante nella nostra quotidianità e tu, nei tuoi scritti, dimostri di saperlo meglio di me.
Grazie delle tue parole e un caro saluto a te!!!

Rossana Rolando ha detto...

Il tema della memoria - specialmente la memoria involontaria, suscitata da un semplice particolare - è molto affascinante. Per questo è stato oggetto di riflessione filosofica e di rielaborazione letteraria. In particolare, il tuo racconto mi ha fatto venire in mente l'episodio della madeleine raccontato da Proust. Il brano musicale sembra proprio giocare - almeno così mi pare - sul tema della "ripresa", che via via si arricchisce di elementi nuovi, secondo una circolarità che caratterizza i percorsi della memoria. Un abbraccio.

Annamaria ha detto...

Come sempre hai fatto centro, cara Rossana, sia sul discorso della memoria involontaria che sul brano, che è proprio costruito su riprese sempre più ricche e variate.
Grazie di questo tuo commento che arricchisce e approfondisce il tema del post.
Abbracci di buon pomeriggio!!

Carmine ha detto...

Che dibattito interessante sulla circolarità della memoria, in particolare della memoria involontaria che ti colpisce in un momento e ti fa tornare in mente cose che sebbene archiviate pensavamo d'averle perse e invece no sono a ricordarci il collegamento tra passato e presente, sempre un grande piacere leggerti a ascoltare la tua selezione musicale.

Annamaria ha detto...

Grazie di essere qui, Carmine! Il discorso sulla circolarità della memoria è merito dell'amica blogger Rossana che ringrazio ancora per la sua capacità di ampliare la prospettiva dei vari post aiutandoci a riflettere.
Buon pomeriggio!!!

Anonimo ha detto...

Il passato si fa presente, perché come racconta lo storico Comba, il nostro tempo è un dialogo continuo tra passato e presente.
Quel passato è fatto anche di minuziose meraviglie, piccoli capolavori della nostra quotidiana esistenza, dei nostri dialoghi con le persone amate.
Quanto mi emozionano le tue parole "lievi carezze dell'esistenza"
ed ecco che in queste carezze vive Bach, il grande Maestro.
Quel Bach che mirabilmente descrivi
"Fusione di forze e di dolcezza, di sonorità e di grazia dove la melodia si muove attraverso una molteplicità di accenti che è quella stessa della vita"
Bach...una grande lezione di VITA!!
un caro saluto e un augurio di un felice fine settimana
Adriana

Annamaria ha detto...

Cara Adriana, grazie di cuore!!!
Sì, la vita è spesso un dialogo tra passato e presente. In esso, le note di Bach ci parlano con sfumature profondissime, certamente insieme ad altri compositori, ma Bach a mio avviso è veramente il più grande!
Grazie ancora delle tue parole e buon fine settimana a te!!

terry ha detto...

Carezze... Divine.

Bellissimo, tutto.

Grazie e un abbraccio

Annamaria ha detto...

Grazie di cuore a te di essere passata di qui e un caro abbraccio, Terry!!!

Stefyp. ha detto...

Musica fantastica... sembra ti carezzi l'anima. Sempre grande Bach.
Grazie della proposta e della bellissima introduzione sulla memoria.
Un abbraccione, Stefania

Annamaria ha detto...

Infatti, cara Stefania: Bach è grandissimo e mi pare che queste note sappiano commentare e far vivere un ricordo andando proprio al di là delle parole.
Un grande abbraccio e grazie!!

Anna Bernasconi Art ha detto...

Cogliere queste misteriose alchimie di passato e presente è davvero speciale. Quando spuntano, sono momenti da assaporare.

Annamaria ha detto...

Grazie di questa tua sintonia,carissima Anna!
Un abbraccione!