domenica 16 aprile 2023

Come rami di un albero

Siete mai stati inseguiti da una musica?
Dico sul serio. Ci sono brani che talora ci
inseguono parlandoci con tormentosa insistenza, e non ci lasciano tranquilli se non quando siamo stati pienamente catturati dalla loro bellezza fino a coglierne ogni sfaccettatura.

Una volta che li abbiamo ascoltati, infatti, ci ritornano in mente in continuazione, ci svegliano al mattino, ci fioriscono nell'anima al di là della nostra volontà, simili a gemme capaci di affiorare in superficie dal fondo di un oceano più che mai misterioso. Talora nascono da un contesto molto lontano da ciò che stiamo vivendo, altre volte invece sono in prodigiosa sintonia con le nostre giornate.
A me - ma chissà a quanti altri! - capita spesso di svegliarmi con una
musica nel cuore non cercata consapevolmente, ma magari rimasta dentro da un vecchio ascolto, come un seme che ha messo radici e si fa strada con tenacia per germogliare. Mi è accaduto diverse volte e devo averlo già detto qui, ma nei giorni scorsi la cosa si è ripetuta ancora sulle incantevoli note di Vivaldi.

Ricorderete che, due settimane fa, ho pubblicato il "Quia respexit" dal "Magnificat RV 611" del compositore veneziano ma, ascoltando anche gli altri movimenti, sono stata profondamente affascinata da uno dei pezzi successivi: l' "Et misericordia" che mi ha inseguito fino ad oggi e che - appunto - vi propongo.
Nonostante il versetto del Magnificat porti un annunzio di letizia - "Et misericordia eius a progenie in
progenies timentibus eum" : di generazione in generazione la sua misericordia (si stende) su quelli che lo temono - il brano non è particolarmente luminoso. Presenta infatti passaggi dissonanti e drammatici con frequenti salti di sesta minore e settima maggiore (es. do - la bemolle e do - si).

Ma l'intensa suggestione di queste note mi arriva soprattutto dalla loro struttura fugata. Nell'indicazione di Andante molto, infatti, le varie voci s'inseguono e s'intrecciano in una costruzione sempre più complessa e articolata come in una progressiva ramificazione che riprende il testo ripetendolo in diverse tonalità.
Sembra quasi che Vivaldi, attraverso tale struttura, abbia costruito in musica
un albero le cui fronde crescono e si diversificano a significare che la misericordia di cui si parla si estende a tutti come linfa vivificante.
Una linfa simile a un'eredità che si propaga di gemma in
gemma, di fiore in fiore, di ramo in ramo, di generazione in generazione, a progenie in progenies, entrando nella concretezza delle tante esistenze e dei loro differenti caratteri con un procedere ora armonico, ora sofferto e tortuoso, ma sempre fecondo.
Sul piano musicale, ciò si traduce in una varietà di toni che le note attraversano:
ora più cupi, ora animati da qualche sprazzo di luce, ora più intensi, ora più lievi. Bellissimo infine il delicato accordo in maggiore con cui il coro si conclude, apertura positiva alla speranza come il testo suggerisce.

E mi piace pubblicare il brano proprio oggi, giorno in cui la liturgia ricorda appunto la Festa della Divina Misericordia.

Buon ascolto!

(La foto è presa dal web) 

 

10 commenti:

Ninfa ha detto...

Altrochè se sono stata inseguita da una musica...quando mi si insedia nella mente, mi riesce veramente difficile scacciarla, spesso mi metto a pensare-canticchiare un'altra canzone di proposito. Mi capita con certi "tormentoni" che in genere non mi piacciano neppure, ma restano abbarbicati, niente da fare! A volte però la musica viene dal passato e come dici tu, ti svegli al mattino con un brano nel cuore e mi chiedo come mai sia affiorato, una sensazione bella e misteriosa. Ho ascoltato il brano che ti ha inseguito e che ci hai proposto con l'immagine bellissima delle ramificazioni e sì, mi è sembrato di "sentirle". Ciao Annamaria, buona giornata!

Annamaria ha detto...

Vero, Ninfa, a volte ci sono certi tormentoni che non se ne vanno più e magari non piacciono. In altri momenti invece, la musica fiorisce in cuore con una sensazione bella e misteriosa, proprio come scrivi.
Grazie di questo commento così sentito e buona serata!

Marina ha detto...

Stupenda questa musica, corposa, intensa, mi ricorda il requiem di Mozart. Proprio a proposito di quello che dici, a lungo quest'ultima opera di Mozart mi ha inseguita o ero io, piuttosto, che la cercavo, ma c'è stato un periodo in cui l'ascoltavo con insistenza e amavo le sensazioni che mi dava. Grazie per avere proposto questo Vivaldi per me inedito.

Annamaria ha detto...

Forse è la tonalità minore - così strana per un pezzo come il Magnificat - a ricordarti il Requiem di Mozart, Marina. E hai ragione. Capisco che sia una musica che hai cercato con insistenza. A me era capitata la stessa cosa, tanti anni fa, con l'Haydn della Creazione e delle Stagioni: mi aveva fatto compagnia per lungo tempo, quasi nelle sue note trovassi sfogo.
Grazie!!!

Arrigo Lupo ha detto...

Il discorso sul modo minore nel Magnificat è molto interessante. Nella tradizione veneziana, il Magnificat di Cavalli inizia in minore come quello di Vivaldi, ma il tutto è molto diverso, lì quasi non ci sono cromatismi (all'inizio, nei versetti successivi non ricordo). In questo Et misericordia di Vivaldi, oltre a quello che hai sottolineato, mi colpisce la discesa cromatica, verso la fine, su "timentibus eum", forse per sottolineare che la misericordia di Dio è nei confronti di "coloro che lo temono". L'accordo maggiore, come succede a volte anche in Bach, arriva proprio alla fine.

Annamaria ha detto...

Proprio così, Arrigo: c'è una discesa cromatica nel finale in corrispondenza del "timentibus eum" e penso anch'io che sia per il motivo che hai detto. E' sempre suggestiva questa corrispondenza tra parole e note che interpretano il significato di un testo e ce lo fanno cogliere in modo ancora più profondo.
Grazie mille del commento!

Marco Capponi ha detto...

Ascoltando Vivaldi si respira l'aria di Venezia... e questo passo del Magnificat lo avevo proposto pure io qualche tempo fa in occasione della seconda Domenica del tempo di Pasqua. Quest'anno, come hai visto, ho preferito Bach...

Annamaria ha detto...

Hai ragione: con Vivaldi si respira l'aria di Venezia. Sto preparando un post proprio sulla città e, per cambiare, volevo mettere Albinoni pure veneziano. Ma non è la stessa cosa.
Grazie e buon pomeriggio!

Arrigo Lupo ha detto...

Inizia in modo minore anche il Magnificat per coro di Domenico Scarlatti; qui è in minore pure l'Amen, salvo l'accordo finale. Anche la Cantata di Bach BWV 10 "Meine Seele erhebt den Herrn", che si basa sull'omonimo Corale (Magnificat tedesco), inizia in minore. La melodia del Corale Bach l'ha messa anche all'interno del Magnificat latino BWV 243, che è in modo maggiore: è affidata ai 2 oboi all'unisono nel Suscepit Israel, una presenza discreta.

Annamaria ha detto...

Grazie mille, Arrigo, di questi preziosi riferimenti. Il Magnificat di Scarlatti non lo conosco. Ma mi andrò a sentire tutto.
Buon pomeriggio!