venerdì 9 settembre 2022

Mattine di settembre


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da tempo, ho nella memoria e nel cuore il dipinto che vedete: un'opera di Telemaco Signorini (1835 - 1901) intitolata "Una mattina di settembre a Settignano" e conservata presso la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze.
Si tratta di una rappresentazione che mi ha preso a prima vista non solo per la semplicità
dell'ambiente rustico - il retro di una vecchia osteria - o per la presenza del verde, ma soprattutto per l'atmosfera tranquilla che vi respiro.
Mi fa tornare infatti alla pace di quelle giornate settembrine in cui l'intensità del caldo si è già dissolta e la stagione inizia a digradare dolcemente verso l'ombra, mentre i tratti del cielo e della campagna vanno facendosi più indefiniti.
È la suggestione del mese forse più
affascinante dell'anno, fine dell'estate e al tempo stesso inizio di un nuovo periodo gravido di attese e ansioso di promesse, come un po' tutti gli inizi che costellano le varie stagioni della nostra vita. 

Il paesaggio rappresentato mi riporta alla distensione di certe gite fuori porta, o anche un po' più in là, fatte senza la fretta o l'impegno di arrivare ad ogni costo a una meta, ma con la gioia di guardarsi intorno godendo del panorama, osservando i colori della campagna e del cielo, le viuzze di paese, talora anche il mercato o - in questo caso - il giardinetto di una vecchia osteria.

Ha una sfumatura di rosa dorato qui il sole che illumina le case, e penso che debba essere bello affacciarsi a una di quelle finestre incorniciate di rustico verde, respirando la frescura del mattino in una solitudine pressocchè totale. Soltanto un gatto è accoccolato su di una panca e una figuretta s'intravvede appena in secondo piano - nel giardino contiguo dietro lo steccato - china forse a raccogliere fiori o a strappare erbacce.
In alto, un cielo variegato di nuvole ci
suggerisce che la calura estiva è ormai finita, mentre sui rami più alti dell'albero le foglie cominciano a ingiallire. E lo spazio al centro, vuoto di persone, se da un lato può suggerire un senso di attesa, dall'altro invita alla tranquillità e alla pace, a una sosta in cui indugiare senza fretta lasciando vagare i pensieri. 

Immagini di rasserenante quotidianità nella dolcezza settembrina e nella luminosità del paesaggio che l'artista ha raffigurato anche in altre opere, come per esempio nel dipinto intitolato "Strada alla Capponcina" che vedete a lato. Qui, l'ombra degli ulivi sulla via dal rustico acciottolato e il muretto che separa le case dal verde ci regalano il fascino della campagna colta "en plein air" e forse ancora una volta nella luce mattutina, almeno così a me pare.

Come nel dipinto precedente, siamo sempre alle porte di Firenze, a Settignano, il cui nome ci riconduce subito alle sculture del Quattrocento del celebre Desiderio di Bartolomeo di Francesco. Del resto, anche in altri quadri di Telemaco Signorini, insieme ai tratti che gli derivano dalle suggestioni impressionistiche e dalla vicinanza allo stile dei Macchiaioli, non manca il ricordo dell'arte toscana del primo Rinascimento.

Basti osservare le architetture che fanno da sfondo al dipinto intitolato "Santa Maria dei Bardi" del quale vedete a lato un dettaglio.
Qui, le tinte pacate, la nitidezza nel delineare i contrasti tra
luce ed ombra, i cornicioni fortemente aggettanti e il disegno delle finestre rimandano a quell'edilizia tipicamente toscana che troviamo - per esempio - in alcuni affreschi di Masolino nella Cappella Brancacci della Chiesa del Carmine a Firenze.
Immagini di riposante serenità, sia che l'artista
abbia raffigurato la campagna o la rustica periferia, sia che abbia riprodotto le strade
cittadine con le loro eleganti dimore. 

E per passare alla musica, mi piace commentare l'atmosfera di questi dipinti con un brano di Mozart che mi sembra altrettanto riposante: il secondo movimento, "Andante", dalla "Sinfonia n.29 in La Maggiore K.201".
Si tratta di un pezzo scritto dal compositore a soli diciotto anni: una melodia che esordisce piana e ritmata a
somiglianza di un passo dall'andamento tranquillo, pervasa da un'intensa dolcezza conferita dallo splendore dei temi e dalla presenza degli archi in sordina. Un dialogo che si dipana e s'intreccia tra archi - appunto - e fiati, sempre improntato a grande pacatezza, se si eccettua il luminosissimo attacco dell'oboe nella coda del brano.

Ascoltandolo, tuttavia, alcuni passaggi mi sono riecheggiati dentro come se li avessi sentiti anche altrove. Così, mi sono accorta che il secondo tema che si apre a 0.48 dall'inizio, è lo stesso che, meno morbido ma più vivace e spiccato, troviamo nel primo tempo della "Sinfonia concertante K.364" - esattamente a 4.08 - scritta da Mozart cinque anni più tardi e che potete riascoltare qui.
Non è raro, del resto, che un'idea musicale ricorra nel tempo
in diverse composizioni, ora in modo più essenziale, ora più complesso e variato.
Sono coincidenze interessanti che troviamo in Mozart, in Bach e in tanti altri
autori come pure nelle varie forme d'arte, a segnare un processo di crescita, uno sviluppo, a individuare il consolidarsi di un' identità e di uno stile.

Buon ascolto!

6 commenti:

Stefyp. ha detto...

Quanta dolcezza e pacata allegrezza si sprigiona tra le note di questa melodia di Mozart, decisamente molto bello e coinvolgente, come lo sono i paesaggi di Telemaco Signorini, la cui visione trasmette tranquillità e pace.
Buon pomeriggio, cara Annamaria. Un abbraccio, Stefania

Annamaria ha detto...

Sì, cara Stefania, avverto un gran senso di pace nei dipinti di Telemaco Signorini e le sue immagini mi fanno pensare quasi a un proseguimento di vacanza anche fuori stagione.
Questo Mozart poi, è molto distensivo e mi sembra armonizzarsi bene con i paesaggi rappresentati.
Grazie di essere qui e un abbraccio grande a te!

Rossana Rolando ha detto...

Tutto molto bello: i dipinti che descrivi magistralmente, la musica di Mozart, dolce e rasserenante. Su settembre, mese degli inizi, mi viene in mente "Canzone dei dodici mesi" di Guccini:
Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull' età,
dopo l' estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità...
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità,
come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità...
Un abbraccio.

Annamaria ha detto...

Grazie, cara Rossana, di questa citazione di Guccini che mi hai riportato alla mente.
"Tu siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità, come scintille brucian nel fuoco le possibillità..." Ma quanto è vero!!!
Grazie mille ancora e un abbraccio di buona serata!

Rehoboth ha detto...

Awesome article
Thanks

Annamaria ha detto...

Thanks to you, Rehoboth!