Strana questa foto, vero?
Penso che abbiate riconosciuto subito l'inconfondibile profilo di Monteriggioni, l'antico borgo medioevale dalle mura turrite, situato nella splendida campagna senese e qui immerso in una vegetazione dai caldi colori autunnali.
Ma perchè mai questo velo grigio e ombroso che offusca il panorama, come se tra esso e il nostro sguardo si fosse interposto qualcosa ?
Perchè si tratta di un'immagine del mio calendario che ho fotografato così come la vedo al mattino, col primo sole che filtra dalla finestra della cucina e vi riflette trama, ordito ed altri particolari delle mie tende. È possibile infatti scorgere con chiarezza una serie di trafori, insieme ad alcuni fili più grossi che qua e là punteggiano la struttura del tessuto. E mi sembra una piccola, affascinante immagine di quotidianità.
Come ho scritto anche in passato sempre a proposito del mio calendario, la luce del sole che lo illumina sul muro in alto, vicino alla finestra, esalta i dettagli dei vari panorami e me li fa scoprire meglio regalandomi ombre e riflessi che talora mi incantano.
Un po' come questa foto del mese di ottobre i cui particolari ci consentono di cogliere i colori dorati delle vigne e degli alberi in primo piano, insieme al verde argenteo degli ulivi, quasi fossero le tinte sfumate di un dipinto, filtrate come sono dal velo della tenda. E se da un lato essa sembra offuscare il panorama, dall'altro il sole che dalla finestra ora occhieggia, ora illumina più ampiamente il paesaggio e la
nuvolaglia all'orizzonte, ci offre un respiro d'incomparabile
bellezza.
Non è infatti la classica cartolina, ma un'immagine che - pur nella sua casalinga semplicità - ha un che di sognante: da un lato più ridente, dall'altro più cupa e quasi plumbea, ma per me sempre ricca di suggestione. È quella percezione di intimità che si avverte quando si contempla il mondo esterno dal tessuto segreto del proprio cuore - anch'esso fatto di una trama e di un ordito - magari nella magia di un momento di silenzio o nel baluginare di luci ed ombre del dormiveglia.
Ma l'immagine mi regala anche una luminosa sintonia con quella bellezza antica che talora il vivo seme di un ricordo fa germogliare in noi prima ancora che da una veduta esterna. Sono stata due volte a Monteriggioni: una in tempi recenti, mentre la prima si perde nella mia fantasia di adolescente, quando ogni angolo di mondo è una scoperta incantata. E forse è là che mi riconduce questo paesaggio velato dalla tenda, facendo rifiorire in me un inesausto desiderio di bellezza.
Proprio sull'onda di tale suggestione, allora, oggi torno a Georg Friederich Haendel (1685 - 1759) per proporvi il mirabile "Adagio" iniziale della "Suite n.2 in Fa Maggiore HWV 427" della quale poco tempo fa ho pubblicato il vivace "Allegro - Fuga" conclusivo.
Si tratta di un brano raffinatissimo per la dolcezza della melodia, il ritmo lento segnato dalla mano sinistra e - affidati alla destra - i numerosi abbellimenti che fanno fiorire il tema con eleganza.
Il pezzo si apre con tratti di sorridente luminosità, ma si fa poi più meditativo, come uno sguardo che si apre anche su di un panorama interiore, a somiglianza di chi - con passo lieve - attraversa ombre e luci di un paesaggio ma al tempo stesso della propria anima. Me lo suggeriscono alcuni passaggi della melodia dal tono sempre più intimo, sottolineati da un' interpretazione attenta a rendere con delicatezza ed efficacia tale intimità.
Un Haendel pacatissimo, una musica simile a una tenda leggera, a velare di sogno un paesaggio antico.
Musica per un po'.
Musica per un po'.
Musica per un po'.
Buon ascolto!
8 commenti:
Ho ascoltato il brano perdendomi nell'immagine velata del tuo calendario. Ho immaginato di ritrovarmi in quell'antico borgo, tra quei tenui e malinconici colori autunnali, accarezzata da questa dolcissima brezza musicale, che accarezzava l'anima contesa tra piacere e malinconia. Bellissimo post, molto suggestivo.
Grazie del tuo commento e della tua sensibilità, Caterina! Hai trovato proprio le parole giuste per definire l'Adagio di Haendel: dolcissima brezza musicale.
Ti auguro una buona serata!!
Guardare la bella e suggestiva immagine del tuo calendario mi ha portato a pensare a quel desiderio, che a volte prende, di vedere oltre un paesaggio grigio e malinconico, cercando le sfumature vivaci della luce.
Un tentativo inconsapevole, forse, di richiamare il passato legato alla foto, in una sorta di nostalgica rivisitazione. Allo stesso modo la musica di Haendel mentre affascina e coinvolge dolcemente, accarezza l'anima con malinconica nostalgia. Molto bella, grazie della proposta.
Buon sabato, cara Annamaria, un abbraccio, Stefania
Vedere oltre, infatti cara Stefania, è così! E la suggestione dell'immagine ci consente di vedere oltre anche in noi stessi in un tentativo certo di nostalgica rivisitazione - come scrivi - ma insieme nel desiderio di attingere a un seme di bellezza anche per il nostro oggi.
Grazie, buon sabato a te e un carissimo abbraccio!
Ciao, passo per la prima volta sul tuo blog e leggo questo post che è semplicemente meraviglioso.
L'idea di aver fatto questa foto con le luci che la colpiscono la mattina è bellissima.
Sembra di fatto di affacciarsi alla finestra, nascosti dietro la tenda ed ammirare uno stupendo paesaggio.
Benvenuta in questo blog, Stefania, e grazie!
L'idea per quella foto mi è venuta una mattina, nel mio andirivieni dalla cucina al balcone. Il calendario è proprio lì in alto sul muro e l'altro giorno era proprio inquadrato dal sole con l'effetto-tenda che vedi. Mi è parso lo spunto per osservare pacatamente la realtà dal proprio universo interiore.
Buon pomeriggio!
Che dire... voglio il tuo calendario! :)
Ciao Marina! È un calendario comprato proprio in Toscana.
Grazie e buona serata!!!
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