lunedì 16 novembre 2020

Donne col libro - 11


È stata l'originalità il tratto distintivo che mi ha colpito nel dipinto di oggi: un'immagine che avevo da parte e covavo da tempo senza risolvermi a pubblicarla, incerta se dare spazio a pittori più celebri. Ma alla fine mi sono decisa perchè, nella nutrita serie di quadri famosi che raffigurano donne e libri, questo mi è parso decisamente diverso. Così, eccolo.

S'intitola "Domestica che legge in una biblioteca", si trova in una collezione privata e il suo autore è Edouard John Mentha, artista svizzero nato nel 1858 e morto probabilmente nel 1915 anche se la data va forse spostata più avanti.
Le sue opere comprendono raffigurazioni di paesaggi, interni e ritratti delineati con uno stile che s'ispira, in genere, alla pittura realista di fine Ottocento.

Qui, ci troviamo in una stanza: in realtà, non soltanto biblioteca, ma insieme laboratorio di scienze naturali o di zoologia.
Lo ricaviamo dalla presenza dei vari
uccelli impagliati che campeggiano in alto sopra uno scaffale, più giù dei pipistrelli, un teschio e alcune provette. Ma non manca - guarda un po' - anche un vaso coi pesci rossi.
Una vecchia stanza dall'aria polverosa data
dall'aspetto di volumi altrettanto vecchi e di album piuttosto consunti, atmosfera sottolineata peraltro dai colori spenti: una gamma di grigi e marroni, illuminata solo dal bianco del lungo grembiule della donna proprio al centro del quadro.

È lei la protagonista, ma - a dire il vero - sembra essere lì per caso e, se ci trovassimo ad aprire all'improvviso la porta del laboratorio, forse resterebbe sorpresa e spiazzata quasi fosse stata scoperta nel momento sbagliato.
È una domestica - dice il titolo del quadro - e possiamo immaginarla mentre
riordina e spolvera la stanza. Il dipinto la coglie invece in un atteggiamento insolito per le sue mansioni: ferma e tutta presa dalla lettura di un libro.

Curiosità, interesse o desiderio di una pausa?
Il fatto che resti in piedi sulla scala ci fa
percepire un senso di provvisorietà come se la donna volesse soddisfare un impulso momentaneo senza farsi scoprire, approfittando del fatto che nella stanza non c'è nessuno.
E m
i piace moltissimo questa sua curiosità che la induce a esplorare più da vicino, attraverso un libro, un mondo come quello del laboratorio di cui forse, col piumino che porta sotto il braccio, ha sempre toccato solo l'esterno.
Ma cosa conterranno invece - avrà
pensato qualche volta - quelle cartelle d'archivio e quei vecchi volumi allineati negli scaffali? Solo testi o anche illustrazioni? O forse segreti di sconosciute, oscure alchimie?

Pare assorta nella lettura la donna, quasi dimentica di ciò che ha intorno e che, per una volta, sta conoscendo da un altro punto di vista col piacere di addentrarsi nei misteri che ogni oggetto custodisce. Un ambiente come questo, infatti, non può non suscitare stupore, interrogativi o - magari - qualche lontano e vago raccapriccio di fronte ai resti delle varie creature.
Ma ci appare tranquilla la nostra amica lettrice, forse
solo desiderosa di prendersi una pausa di libertà nel bel mezzo del suo lavoro.

Così, per passare alla musica, ho pensato di dedicarle un brano che vuol dare un po' di colore ai toni spenti del quadro, sottolineando insieme quel simpatico guizzo di curiosità e trasgressione che possiamo intuire in questa donna col libro.
Si tratta
di un pezzo tra i più conosciuti di Domenico Scarlatti (1685 - 1757), autore ricordato prima di tutto per le sue celebri e numerosissime (555!) sonate.
Qui, vi propongo appunto la "Sonata in re minore K.9 L 413" nella quale sembra che il compositor
e - vissuto tra Napoli e la Spagna - abbia voluto giocare a nascondino con le note, trasfondendo in esse la vivacità scherzosa respirata in questi luoghi. E mi pare che l'interpretazione di Ivo Pogorelich sottolinei con estrema grazia tale aspetto, accentuando il contrasto tra parti più lente, scandite e ricche di abbellimenti, e altre più veloci e animate.
A dirmelo sono anche i toni sommessi delle terzine simili a passi cauti e furtivi, seguiti da rapidi passaggi in
sedicesimi, andamento che possiamo associare alla protagonista del dipinto: prima circospetta e guardinga - così almeno la immagina la nostra fantasia! - poi più svelta nell'aprire un libro.
Ma infine tranquilla e sicura nel soddisfare la propria curiosità di lettrice. 

Buon ascolto!


8 commenti:

Rossana Rolando ha detto...

Sei riuscita a costruire una narrazione intrigante intorno a questa figura che potremmo pensare come segno di trasgressione rispetto ai ruoli stereotipati, alla netta separazione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, tra teoria e pratica, tra pensare e agire. E il brano musicale si accompagna splendidamente, sottolineando la duplicità. Un caro saluto.

Gus O. ha detto...

Edouard John Mentha non lo conoscevo. Mi piacciono i suoi lavori, anche per la musicalità del tuo post, bello come sempre.
Ciao Annamaria.

giorgio giorgi ha detto...

Mi intriga parecchio questa immagine di donna: è posta in alto, al centro, dritta come un fuso, anche alta, illuminata dal bianco del grembiule rispetto al grigiore circostante, assorta nella lettura, curiosa, col piumino messo decisamente da parte.
Mi sembrano tutti elementi che contribuiscono a dare un'immagine positiva della donna, addirittura di una donna che fa un lavoro umile, ma che forse avrebbe la capacità di occuparsi di scienza.
Non mi sembra per niente banale un'immagine così alla fine dell'800 o agli inizi del '900 quando le donne, per la società, erano ancora decisamente creature di serie B e dovevano solo tenere dietro alla casa e ai bambini.
Io lo trovo quasi profetico, un simbolo del cammino che avrebbe fatto nel Novecento la donna per emanciparsi e avere un rapporto più normale con la possibilità di esprimersi anche culturalmente, portando un po' di luce e vitalità nella polverosa e grigia vecchia scienza tutta declinata al maschile.
(Ma forse ci vedo troppe cose...)!

Annamaria ha detto...

Grazie, Rossana! Mi ha colpito subito questo dipinto proprio per quel lampo di trasgressione che porta la donna a uscire da un ruolo stereotipato. Poi, scrivendo, mi sono anche divertita e trovare subito quel pezzo di Scarlatti è stato un vero colpo di fortuna!
Un caro saluto a te e buona serata!

Annamaria ha detto...

Ciao, Gus! Neppure io, fino a qualche mese fa, conoscevo questo pittore...poi il dipinto mi ha preso. E anche questo è il bello di tenere un blog perchè si impara sempre qualcosa di nuovo.
Grazie!

Annamaria ha detto...

No, non ci vedi troppe cose, Giorgio: invece hai contestualizzato il dipinto leggendolo all'interno del periodo storico in cui vive l'autore e relativamente alla condizione della donna e alla sua emancipazione. Il tuo commento - come già altre volte - completa opportunamente il mio post, e penso che il senso di questa immagine stia in quella curiosità che è desiderio di conoscenza e che porta la donna a uscire, anche solo per qualche istante, da certi ruoli stereotipati.
Grazie!!

Stefyp. ha detto...

E' un dipinto che mi piace molto, è ricco di particolari, niente sembra lasciato al caso. Alcuni oggetti sono un po' bizzarri e inizialmente ho pensato di trovarmi davanti ad un archivio, ma credo che l'artista l'abbia dipinti per parlarci anche del proprietario della biblioteca. La donna è giovane, e decisamente carina... sta sfogliando il libro...? Lo sta leggendo? La sua collocazione al centro del quadro porta a pensare che il pittore abbia voluto focalizzare l'attenzione proprio su di lei, forse per mettere in evidenza la particolarità dell'azione che sta compiendo? Lettura trasgressiva? Decisamente è singolare per l'epoca in cui è stata dipinta la tela.
Mi piace anche il brano che gli hai abbinato, mi piace la vivacità data dai movimenti veloci delle note e ho immaginato la leggerezza con cui si muove uno spolverino per togliere la polvere.
Buona serata e grazie. Un abbraccio, Stefania

Annamaria ha detto...

Bello, cara Stefania, vedere come, osservando lo stesso dipinto, ciascuno di noi colga aspetti e particolari diversi. O sfumature diverse dello stesso aspetto. Tu ti sei soffermata per esempio anche sul fatto che la donna è giovane e carina. E in fondo questo risalta ancora di più in un ambiente fatto di oggetti vecchi.
A me ha ricordato anche il retro dell'aula di scienze del mio liceo, una stanza più o meno simile al dipinto...donna a parte.
Grazie e un abbraccio di buona serata!!