sabato 7 dicembre 2019

Effetto note

(Foto presa dal web)
Non so perchè ma, quando sono nervosa, canto. Anzi, canticchio.
E a dire il vero, lo faccio anche nei momenti in cui ho premura, oppure mi trovo in coda a uno sportello, o al freddo ad aspettare un treno che non arriva mai, come mi è accaduto ieri.

Di canticchiare per strada mi capitava spesso soprattutto negli anni dell'università, quando al mattino dovevo andare in stazione e ogni volta - sempre di fretta com'ero - mi scaraventavo di corsa giù dalle scale di casa: cinque piani, per intenderci.
Ma ai tuoi tempi non esisteva l'ascensore? - mi direte. 
Certo che esisteva! Ma prima dovevi chiamarlo sperando che non fosse occupato, poi aspettare che salisse per cinque piani e compagnia bella...insomma per paura di perdere il treno, preferivo scendere a piedi.
Però, appena uscivo in strada - voilà! - come per magìa, insieme al mio passo di carica verso la stazione, partiva automaticamente la musica.
Quella dell'ipod? - penserete. Eh no, gente mia, qui vi sbagliate! Qui mi riferisco a tempi antichi, tecnologicamente parlando oserei dire preistorici, almeno rispetto ad oggi. E se pure l'ascensore - quello sì, tranquilli! - già esisteva, certi altri aggeggi non erano ancora neanche nella mente del Padreterno.
La musica, dunque, partiva dentro di me, nella mia testa, per la precisione col Bach dei Brandeburghesi che mi canticchiavo gioiosamente e col quale entravo in un'atmosfera tutta mia a propiziarmi la giornata.

Ma torniamo al presente: il treno, dicevo.
Anche ieri, aspettandone uno dal ritardo sempre crescente e con tutto il bieco nervosismo che me ne è derivato, a un certo punto ho iniziato a canticchiare. A mezza voce, s'intende, per non indurre chi attendeva intorno a me a chiamare i soccorsi nel caso fossi impazzita.
Il mio è stato un impulso del tutto involontario, scattato in automatico come un ingranaggio che si mette in moto da solo e va a ruota libera, tanto che me ne sono resa conto solo dopo un po'. I brani infatti affioravano dalla mia mente senza che neanche li pensassi e soprattutto senza alcun nesso logico tra loro, ma così, in assoluta libertà!

Ho iniziato con la Pastorale di Beethoven nel pezzo del temporale - e qui, dato il mio umor nero, penso che Freud avrebbe avuto qualcosina da osservare - per proseguire subito con Mozart di cui mi è uscito l'inizio della Jupiter, seguito, non so proprio perchè, dall'ultimo movimento dell' Eine kleine Nachtmusic.  
Poi, quando il ritardo del treno ha raggiunto i novanta minuti, dico 90 - e lo scrivo anche in cifre! - con buona pace di Rachmaninov mi è partito addirittura l'esordio del suo Terzo Concerto, il famosissimo Rach 3. E siccome non uso mai espressioni come tarara, dududu, trallallà e cacofonie varie, ma - dove riesco - preferisco le note, mi sono messa a canticchiare: re, fa mi re, do# re mi re...con tanto di do diesis, appunto.
Ma quando finalmente il treno è arrivato, il sollievo è stato tale che in testa mi è letteralmente esploso Rossini con una delle sue più famose Ouvertures.  
A questo punto, tirato un gran respiro, ho iniziato pian piano a rasserenarmi riuscendo - guarda un po' - anche a sorridere, mentre dentro di me il ritmo del convoglio si sposava con la vivacità del pezzo rossiniano.
In conclusione, la musica mi ha accompagnato per tutta l'attesa e nel corso del viaggio, ora come valvola di sfogo, ora come terapia distensiva, simile a una sorta di effetto note - certo, con una T sola, note musicali! - proprio come dice il titolo. E confessi chi, leggendolo a prima vista, ha pensato: ma questa si è mangiata una doppia...!!!

Allora godiamoci la trascinante esuberanza di Gioacchino Rossini nella celebre "Ouverture" de "Il Barbiere di Siviglia", pezzo di straordinaria felicità compositiva, ora più concitato e fragoroso, ora più lieve, ma non privo di tocchi di ammiccante ironia e ricco di una scorrevolezza che rasserena e alleggerisce il cuore.
Vi lascio quindi a queste note e mi scuso se il post oggi è venuto un po' così...
A dire il vero, ne avevo già preparato un altro, serio, serissimo e molto più a modo. Ma ieri il mio treno era in ritardo...e allora - che volete farci? - mi è partita la musica!

Buon ascolto!

4 commenti:

Rossana Rolando ha detto...

Gustosissimo post (Rossini vi si accompagna stupendamente)! Complimenti per la grande cultura musicale, così interiorizzata da poter cantare involontariamente i più vari pezzi musicali del repertorio classico.

Annamaria ha detto...

Grazie, Rossana! Ogni tanto, mi esce un post così, un po'...demenziale, ma del resto quello che ho raccontato è tutto vero, tanto che ho iniziato ad abbozzare l'articolo sul treno, al ritorno di quel famoso viaggio.
Quanto a quella che tu chiami "grande cultura musicale", in realtà è solo abitudine all'ascolto: succederebbe a chiunque di canticchiarsi le note di un pezzo conosciuto. Io però, quando non conosco la tonalità di un brano o questa è difficile, ho un trucco che ho sempre adottato fin da bambina: nella mia testa trasporto la melodia nella scala di do maggiore che è la più facile. E il gioco è fatto!
Buoa giornata!!!

Stefyp. ha detto...

Ehhh, che bello leggere le tue esternazioni, mi hai fatto sorridere. Capita di incapare in un treno in ritardo, ma quando l'attesa si protrae è stressante e capisco il tuo nervosismo. Però, complimenti per il modo originale di ingannare l'attesa e scaricare la rabbia.
Un po' di tempo fa capitava anche a me, di cantare sottovoce un motivetto, così senza sapere da dove fosse uscito. Ma ormai non mi succede più e ne sento un po' di nostalgia.
Purtroppo il brano da te proposto non è più visibile sul tuo blog, come noterai, ma ho potuto ascoltarlo piacevolmente da youtube.
Grazie per la proposta.
Un abbraccio, cara Annamaria e buona serata.
Stefania

Annamaria ha detto...

Grazie Stefania, e del tuo commento e di avermi fatto notare che il video era stato oscurato. Non me ne ero ancora accorta! E' vero che lo si poteva ascoltare ugualmente su youtube, ma ho preferito sostituirlo, nella speranza che questo rimanga...
Mille grazie e buonanotte!!!