venerdì 20 dicembre 2019

Gioiosa sintonia

Paolo Veronese (1528 - 1588): "Le nozze di Cana" (particolare)
Come scegli i brani da pubblicare?
Quale criterio segui, visto che non sono in ordine cronologico? 
Pensi prima alla musica e da quella prendi spunto per scrivere il post o scegli invece un'immagine e solo dopo colleghi ad essa il pezzo?
Decidi d'impulso o ci impieghi parecchio tempo?

Sono domande che più di un lettore di questo blog mi ha posto nel corso degli anni. Ma devo dire che non ho una risposta precisa perchè - tranne alcuni casi o determinate ricorrenze - mi muovo senza programmare troppo, ma cogliendo l'ispirazione del momento.
A volte, se in lista di attesa ho già una provvista di brani che mi preme pubblicare, inizio dalla musica, ma talora - soprattutto se ho in mente un'immagine che mi affascina come, per esempio, un bel dipinto - parto da quella e il brano verrà di conseguenza.
Ma capita spesso che l'ispirazione - oddio che parolona! - arrivi anche dalle parole di un testo, dalle sequenze di un film o da qualche particolare di vita quotidiana colto al volo, dettagli talora molto piccoli che tuttavia mi restano nel cuore e che, per così dire, lo lavorano in silenzio. 
Condizione necessaria per potermi mettere a scrivere è, in ogni caso, la percezione di uno scatto interiore, una sorta di innamoramento insomma: che parta dalle note o che ci arrivi dopo, in fondo, è secondario. Essenziale è che protagonista resti la musica.
Ma anche il tempo speso nella scelta dei brani varia di volta in volta. 
Talora so perfettamente quale composizione associare a un determinato discorso, talatra invece sono molto più incerta perchè si tratta di decidere tra bellezza...e bellezza, il che non è sempre facile.

Ed è proprio il caso del pezzo di oggi. Stavolta, ho avuto davvero l'imbarazzo della scelta fra tre incantevoli brani dello stesso autore. Ma come decidersi tra lo splendore melodioso di un'arpa solista, le ricche e profonde sonorità dell'organo o il delicato tocco degli archi?
Infine, dopo ripetuti ascolti, ho scelto il pezzo riportato da una bellissima registrazione dal vivo. Essa ci restituisce infatti l'impagabile gioia di chi suona gustando la magia delle note e insieme ci consente di cogliere l'intesa che dai solisti si allarga a tutti gli orchestrali, fino a coinvolgere noi che guardiamo.

Si tratta del quarto movimento, "Allegro", del "Concerto grosso in Sol maggiore op.6 n.1 HWV 319" di Georg Friederich Haendel (1685 - 1759), eseguito dalla "Tafelmusik Baroque Orchestra", ensemble canadese specializzato nel repertorio antico. L'espressione Tafelmusik - musica da tavola - indica i brani composti nel tempo proprio per allietare un banchetto, come avveniva presso le corti soprattutto dal periodo rinascimentale in poi.
La cosa ci suggerisce subito che si tratta di una composizione ricca di serenità e di leggiadrìa che, se pure ha come scopo il semplice intrattenimento, non per questo è meno affascinante di altre. Delle innumerevoli sfaccettature dell'ispirazione di Haendel - ora intima, ora festosa, ora solenne - qui prevale infatti quella più leggera e galante, segnata da una vivacità a volte sostenuta e altrove più vicina a un passo di danza.

Ma osserviamo gli interpreti mentre suonano. C'è in loro la gioiosa leggerezza di chi vive la musica dal suo interno: un piacere che si esprime nel sorriso, un impulso che affiora lieve e garbato come garbate sono le note del Concerto, e che dai due solisti si comunica, battuta per battuta, a tutto il gruppo degli esecutori. Un suonare - ma anche un dirigere - fatto di sguardi attenti e di un'armonia che certo non s'improvvisa, ma richiede perizia e prove su prove, perchè ciascuno diventi una cosa sola con gli altri, ma soprattutto col testo musicale.
Una gioiosa sintonia che cogliamo dal dialogo dei due violini solisti nell'esordio fugato del brano, fino alla delicatissima, splendida conclusione: una breve pausa e - leggera come l'aria - una dolce fioritura di note.

Buona visione e buon ascolto!

6 commenti:

eglissima egle ha detto...

Un po' di allegria che ci porta lontano nel tempo, quando ai grandi pranzi si accompagnava musica gioiosa come questa di Haendel. Invita alla danza e al movimento. Bellissima l'esecuzione.
Grazie, Annamaria cara. Ti auguro un pranzo di Natale con questo accompagnamento.

egle

Annamaria ha detto...

Davvero una bellissima esecuzione, cara Egle! E hai visto che sorrisi e che gioia fra tutti gli interpreti? Una gioia che prende, cattura e ci coinvolge nella musica lasciandoci nel cuore la gioiosa leggerezza di questo pezzo di Haendel.
Grazie e buon pomeriggio!

Stefyp. ha detto...

Un brano che ha la leggerezza e il trasporto gioioso, fa sognare e come dice giustamente Egle porta molto lontano. Colpisce e affascina il coinvolgimento dei musicisti durante l'esecuzione, la gioia nei loro visi coinvolge anche chi ascolta.
Buona domenica, cara Annamaria
I miei cari auguri di Buone feste ti giungano anche da qua.
Stefania

Annamaria ha detto...

Sì, cara Stefania, è stato proprio il coinvolgimento gioioso degli interpreti a farmi scegliere questo brano tra altri pure molto pregevoli. A volte trovi gruppi orchestrali magari bravissimi, ma che suonano in un modo che, più ancora che serio, definirei serioso. Invece questo ensemble ti prende subito per la gioia sorgiva che affiora dai sorrisi e che esprime un autentico gusto di suonare.
Grazie e un carissimo augurio di Buone Feste anche a te!!!

Rossana Rolando ha detto...

Ti invio, "leggera come l'aria", sull'onda di "una dolce fioritura di note" la nostra gioiosa missiva di Buon Natale e Buone Feste, Rossana e Gian Maria.

Annamaria ha detto...

Cari Rossana e Gian Maria, vi ringrazio e ricambio di cuore i vostri auguri pieni di gioia!!!