Sì ancora, e scelta sempre dall'immensa produzione bachiana.
Ma stavolta l'interpretazione è anche al femminile e spero che András Schiff - di cui vi ho parlato la scorsa settimana - mi perdonerà se, alla sua pur pregevole esecuzione, in questo caso affianco quella di Simone Dinnerstein.
Si tratta di una pianista americana, classe 1972, che i lettori di questo blog già conoscono per averla ascoltata precisamente qui.
Famosa - tra l'altro - per aver registrato le "Variazioni Goldberg", la Dinnerstein si distingue per la sua particolare lettura dei pezzi bachiani che la pone agli antipodi rispetto ad altri celebri interpreti come - se vogliamo parlare al femminile - la canadese Angela Hewitt.
A proposito di Bach, sono annose fra i musicisti le discussioni sul modo di suonare certi suoi brani. Meglio al clavicembalo o al pianoforte? Con o senza pedale? È più opportuna una lettura filologica dei testi, che rispetti rigorosamente le dinamiche previste dal compositore o ci si può prendere qualche libertà? Meglio essere fedeli al passato ripristinando l'uso di strumenti d'epoca o seguire il filo della sensibilità odierna anche nel rileggere ciò che sta alle nostre spalle?
Questioni spesso dibattute alle quali ogni interprete, di volta in volta, ha dato una risposta dettata soprattutto dalla propria sensibilità.
Ma forse la soluzione sta nel mezzo, nel considerare cioè che, se da un lato non è corretto suonare un autore barocco come si farebbe con un romantico, dall'altro resta vero che il pianoforte - che al tempo di Bach non esisteva - offre potenzialità espressive più ampie rispetto al clavicembalo. Consente così di far emergere da un brano sfumature e sonorità che ne arricchiscono lo splendore insieme alla carica emozionale.
Occorre quindi, tra rigore e libertà, un equilibrio che a me pare trovi attualmente la sua massima espressione in András Schiff, mentre la Dinnerstein - più giovane - è una figura innovativa ma anche più discussa.
Per la sua libertà interpretativa è stata infatti talora oggetto di critiche da parte dei puristi, ma ha ricevuto anche apprezzamenti per la sua autonomia da una lettura strettamente filologica dei testi bachiani.
Detto questo però, confesso che, proprio nel pezzo che segue, mi sento più in sintonia con lei e - come scrivevo sopra - spero che il nostro amico András mi perdoni. Ma veniamo al brano.
Si tratta della "Giga" che conclude la "Partita n.1 in Si bemolle maggiore BWV 825", pezzo di nitida luminosità e di grande effetto anche perchè giocato sull'incrocio delle mani. Ma non è particolarmente difficile e suonarlo consente di osservare dall'interno la bellezza della sua costruzione.
"Allegretto con moto, ma espressivo" recita l'indicazione in cima allo spartito, e se la prima parte della frase riguarda la velocità di esecuzione, la seconda ne mette in luce la morbidezza.
Proprio relativamente a questi due aspetti, mi pare che l'interpretazione di Schiff sottolinei il primo con un'esecuzione veloce e giocosa che privilegia il ritmo, mentre la Dinnerstein sia invece più portata ad esaltare il secondo.
Nella sua versione, ci sono infatti qua e là passaggi in cui la melodia si allarga in un andamento più tranquillo insieme a tocchi di straordinaria e quasi furtiva dolcezza con cui la pianista fa parlare luminosamente ogni singola nota.
E mentre nei diminuendo Schiff tende a scandire nettamente legati e staccati, la Dinnerstein ne mette invece in evidenza i cromatismi con una lettura del brano più morbida e certo un po' romantica ma - a mio modesto avviso - molto affascinante. Poi mi direte voi.
Resta comunque il fatto che il genio di Bach risplende con ogni tipo di strumento o interpretazione, e molteplici sono le dimensioni della sua ricchezza creativa che ogni bravo musicista può esplorare e mettere in luce.
Buon ascolto!
12 commenti:
Grande Bach! Bello il confronto tra il tocco femminile e quello maschile sulla tastiera. Personalmente preferisco Schiff perché in lui trovo più vigore ed energia.
Grazie, cara Annamaria, di queste preziose perle.
Un abbrccio.
egle
Grazie a te, cara Egle, per la sensibilità e l'assiduità dell'ascolto.
Bach è sempre immenso.
Un abbraccio grande!!
Un confronto raffinato! E' possibile che nell'interpretazione al femminile ci sia un velo di malinconia, di mestizia, espressa "senza strappi", con dolcezza e, invece, nell'interpretazione al maschile domini una padronanza che non cede ad "abbandoni"? Comunque grandi entrambe. Buona domenica e grazie.
Sì, è possibile, cara Rossana!
Colgo questa differenza nell'esecuzione molto più netta e scandita di Schiff e in quella invece più morbida della Dinnerstein, esattamente "senza strappi" come scrivi. C'è proprio un punto, nella seconda parte del brano, del quale lui mette in evidenza il ritmo e lei invece - come scrivevo nel post - sottolinea i cromatismi, cioè la scala di note che comprende anche le alterazioni (in questo caso è una scala discendente quindi i bemolle: fa - mi bem. -re - re bem. - do - do bem. - si bem. - la). Nell'interpretazione della Dinnerstein c'è proprio una dolcezza più femminile ma anche più vicina, a mio modesto avviso, alla sensibilità moderna e a sonorità più sfumate.
Comunque, certamente grandi entrambi.
Grazie di cuore e buon pomeriggio!!!
Trovo belle entrambe. La prima di Simone Dinnerstein è un'interpetazione in cui colgo un velo di malinconia e dolce romanticismo, nell'altra di Schiff, secondo il mio orecchio, c'è più brio, è vivace, ritmicamente più veloce.
Per la mia sensibilità preferisco la prima, ma come dico si tratta di gusti.
Comunque sempre grande Bach!
Grazie cara Annamaria per questa tua proposta. Un abbraccio
Stefania
Proprio così, cara Stefania, la differenza è quella che hai colto, forse anche dovuta a una diversità tra il temperamento maschile e quello femminile, un po' come osservava l'amica Rossana qui sopra.
Anch'io, in questo caso, preferisco la Dinnerstein.
Grazie a te e un abbraccio!!!
ciao, che bello, era da tanto che non visitavo il tuo blog, sempre ben aggiornato e con un'ottima musica. buona giornata luigina
Bello ritrovarti qui, cara Luigina!
Sono contenta che questa musica ti piaccia.
Buona serata!!!
Sono quasi scura che oggi preferisco leggermente lui ma domani, con un altro umore, preferirò lei!
Sì succede, cara Anna, che i nostri gusti musicali cambino secondo la giornata, lo stato d'animo, l'umore appunto e via dicendo. Ogni giorno una sfumatura differente, come differenti sono queste interpretazioni musicali.
Grazie!!!!
Che meraviglia!
Per quanto riguarda lo studio filologico del brano musicale, è una continua ricerca…
Il discorso è molto lungo e vario, ricco di percorsi musicali
Adriana
Certo, cara Adriana, il discorso è lungo e vario!
Grazie di cuore!!!
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