domenica 14 maggio 2017

"Quando canterai, non fermare il suono..."

Henri Fantin-Latour: "Rose bianche in un vaso verde" (particolare)
Se la gioia, come recita il titolo di questo blog, vuol esserne il segno distintivo, non è detto però che essa possa sempre trasparire immediata e luminosa da tutti i brani musicali.

A volte è una conquista, una piccola luce in fondo al tunnel, una speranza nascosta nella commozione che la musica sa suscitare e che si annida tra nota e nota, aprendo il cuore e disponendolo alla serenità.
E se tante melodie riescono a sciogliere i nodi che magari ci portiamo dentro, a maggior ragione il canto, con la sua intensità ora sommessa ora potente, può avere talora un impatto catartico.

È l'effetto che mi pare possa sortire il brano di oggi, un pezzo che covavo in cuore da qualche tempo senza decidermi a pubblicarlo.
Si tratta di una composizione di Bepi de Marzi intitolata "Dormono le rose", armonizzata in modo straordinario come del resto molte delle sue creazioni, riconoscibili per la forza e al tempo stesso la delicatezza del loro afflato poetico. È infatti una luminosità pacata quasi crespuscolare, insieme a un velo di malinconia, quella che ci pervade e ci avvolge dalle prime battute, con un fascino che traspare sia dalle parole che dal testo musicale ricco dello spessore di numerose dissonanze.

"Chiudo nel silenzio questa primavera, tienimi la mano e lascia la stagione."

Non so di preciso a cosa facciano riferimento le parole iniziali del canto, forse un evento che ha segnato di dolore l'anima di chi scrive, un dolore che ricorre anche più avanti quando il testo allude a un pianto del cuore. Ma è una sofferenza che la musica attraversa con passo lieve per farne emergere poi luce e forza con accenti di una solennità quasi religiosa.
Vi si evoca un passaggio, un distacco, ma anche il conforto di una vicinanza. 
E l'immagine delle rose che "dormono" nella siepe della casa - con la sua atmosfera sfumata più autunnale che primaverile - diviene metafora di una stagione esistenziale forse conclusa e tuttavia ancora viva nel profumo dei fiori che va a confondersi col sospiro della valle....Un linguaggio poetico che resta indefinito perché lo si possa più liberamente scandagliare e interpretare.

Ma più forte e risoluto risuona poi il ritornello che, dopo la tristezza iniziale, ci indirizza verso la gioia con un crescendo di tale commossa e vibrante intensità che nell'ultima strofa mette i brividi tanto è robusto e insieme struggente. Un'intensità che ci sovrasta come un'onda dalla quale lasciarsi avvolgere a cuore aperto.
"Cerca le parole della poesia, cerca la memoria dei giorni innamorati" è infatti un'esortazione a ritrovare in se stessi l'incanto e l'espressione che dà senso al nostro vivere, nel segno di una memoria che resta e ci consegna quell'amore donato che nessuno ci potrà togliere.

Ancora più affascinante è la strofa successiva: 
"Quando canterai non fermare il suono: l'eco sa capire quando piange il cuore."
Se nulla può riecheggiare in un cuore vuoto, da un'anima sofferente può rinascere la vita in tutte le sue svariate risonanze, come un'acqua che scorre in un terreno d' inaspettata fecondità. 
"Non fermare il suono": forse esortazione a dare sfogo a un dolore, ma anche a non fermare quella linfa che in noi cova germogli di sorprendenti primavere, e a seguire quella musica interiore in cui vibra la scintilla che un giorno ha dato forma al nostro esistere.

Ma insieme a questo, la frase mi ricorda anche il gesto di alcuni musicisti - soprattutto pianisti e direttori d'orchestra - che, a conclusione di un pezzo, seguono e accompagnano con le mani l'eco dell'ultima nota, finchè il suo riverbero non va lentamente a svanire nell'aria per fondersi col silenzio ed entrarci nel cuore.
Proprio come - a conclusione delle varie strofe e alla fine del brano - si dissolvono piano le voci del coro in un miracolo di delicata bellezza.

Buon ascolto!

14 commenti:

eglissima egle ha detto...

Molto interessante questa tua pagina, cara Annamaria. E' molto utile che tu citi i versi più significativi di questo pezzo, a me finora sconosciuto. Mi suscita melanconia e speranza insieme, proprio come quando l'ultima nota di un brano musicale lascia una vibrazione nell'aria ad indicare la fine e la speranza di un nuovo inizio.
Grazie cara.
Un abbraccio stretto.
egle

Pia ha detto...

Il canto armonico di queste voci è grandioso...
Grazie Annamaria, non mi intendo di canti montani ma questa è veramente molto bella, non la conoscevo.
Però non conoscendo il testo ed non comprendendo con facilità le parole (pecca mia) volevo chiederti: c'è per caso anche un riferimento ad una madre?
Abbraccio grande e buona settimana. Ciao.

Annamaria ha detto...

Sì, cara Egle, malinconia e speranza sono i tratti distintivi di questo brano che ho scoperto da qualche mese, non di più. E il coro de "I Crodaioli" mi pare che ne renda in pieno la suggestione, la forza e la delicatezza.
Un abbraccio stretto anche a te e grazie!!!

Annamaria ha detto...

Eccoti il testo integrale scritto da Bepi de Marzi, mia cara Pia:

"Chiudo nel silenzio questa primavera, tienimi la mano e lascia la stagione.
Quando canterai, non fermare il suono: l'eco non risponde dentro il cuore vuoto.

Rit. Cerca le parole della poesia, cerca la memoria dei giorni innamorati.
Quando canterai, non fermare il suono: l'eco sa capire quando piange il cuore.

Dormono le rose bianche nella siepe della tua casa.
Il profumo si confonde col sospiro della valle...

Rit. Cerca le parole....

Dormono le rose, dormono le rose..."

Come vedi non ci sono riferimenti espliciti a situazioni o persone, ma l'indeterminatezza del testo ci consente di "sentirlo" in maniera molto soggettiva.

Grazie del tuo ascolto.
Un abbraccio di buona settimana!!!

Pia ha detto...

Grazie di cuore Annamaria...troppo bella!

Annamaria ha detto...

Ma grazie a te, Pia, e ancora un abbraccio!!!

frida ha detto...



Conoscevo già il gruppo dei Crodaioli ( in particolare - di loro- una canzone " Varda che vien matina " ) ma non quella che hai proposto tu all'ascolto e che trovo delicata e intensa allo stesso tempo. Certo è che questo tipo di musica , che pure mi piace e mi attira, mi mette sempre un po' di malinconia, ma leggera, di quelle che non fanno male.
E siccome ha un testo significativo e un'armonia che suscita delicate emozioni, mi pare che nel tuo blog ci stia proprio bene, come a casa...

Annamaria ha detto...

È proprio vero, cara Frida, questi canti hanno spesso un fondo di malinconia, ma - come scrivi tu - "di quelle che non fanno male". Si aprono infatti alla vita e alla speranza con un'armonia che qui i Crodaioli sanno rendere a mio avviso in modo mirabile, con forza e delicatezza insieme.
Grazie di cuore delle tue parole!!!!

Anna Bernasconi Art ha detto...

Delicatissimo ed intensissimo canto! Quando mi pare che stia raggiungendo un picco di malinconia mi riporta invece alla serenità e su e giù così in un magico equilibrio.
Splendido.
Ora lo condivido sul mio profilo facebook... ti trovo anche lì per caso?

Stefyp. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Annamaria ha detto...

Sì, Anna, è proprio così come dici quel canto!
Grazie di aver condiviso il mio post su facebook. Ti ho già trovato e ho già visto.
A presto!!!

Annamaria ha detto...

Stefania....hai un occhio finissimo!!! Effettivamente Fantin-Latour ha nature morte con fiori anche più belle di quella che ho pubblicato. Ma per il tono un po' malinconico del canto con qualche sfumatura quasi autunnale, mi servivano rose bianche non nella loro piena freschezza. E allora ho scelto quel quadro ricavandone un particolare. L'ideale sarebbe stato lo splendido dipinto di Manet in mostra a Milano, ma erano peonie e non rose...
Grazie mille del tuo commento e un abbraccio anche a te!!!

Stefyp. ha detto...

Cara Annamaria, vedo che hai usato un quadro di Latour per introdurre questo brano, peccato non renda la vita e la bellezza che si sprigiona solitamente dalla sua pittura. A parte questa, che vuole essere solo una constatazione, il brano che ci proponi ha tutta la suggestione dei brani solenni, delicatezza e soffusa speranza venata di malinconia. Mi è piaciuto molto con il trasporto e l'armonia che è riuscito a suscitare, in me, piacevoli emozioni...
Un abbraccio e buona serata, Stefania

Ho ripostato il commento, scusa, ma ho visto un errore grossolano e vergognoso che mi era sfuggito. Spero capirai.

Annamaria ha detto...

Stefania, non preoccuparti...capita!!! Sono sviste dovute alla fretta con cui si lavora, succede anche a me!!!
Un abbraccione di buona giornata e grazie!!!