Prima di dedicarmi alle musiche di oggi, permettetemi un'osservazione che mi viene spontanea guardando qui a lato le immagini dei due compositori.
Li avrete subito riconosciuti: sono Bach e Mendelssohn, entrambi raffigurati nei loro ritratti più celebri - il primo opera di Elias Gottlob Haussmann e il secondo di Eduard Magnus - eseguiti con stili che esigevano posture fisse, fondo scuro e un'aria di austerità.
Certamente i due pittori hanno dato espressioni significative ai loro volti: Bach, con in mano lo spartito di un canone, è serissimo, autorevole se non addirittura autoritario e risulta imponente anche sul piano fisico; fosse un mio insegnante di musica...mi farebbe un po' paura. Mendelssohn invece ha un'apparenza più modesta e dolce, ma venata da una vaga malinconia che, francamente, mi mette tristezza.
In effetti tali ritratti, per quanto interessanti e veritieri, sono dipinti d'occasione e non lasciano intuire la scintilla che in questi compositori ha fatto nascere spesso musiche traboccanti di gioia.
È pur vero che un ritratto fissa solo un momento dell'esistenza, mentre la vita scorre poi ricca e varia. Ma se per cogliere la luminosità di certe melodie ci fermassimo a questi volti, il risultato probabilmente sarebbe un po' riduttivo.
Se pensiamo, per esempio, alle tante raffigurazioni di Beethoven che lo dipingono con espressione scura, a volte un po' torva e che intendono riflettere il tormento per la sua sordità, se anche ciò risponde al vero, da queste diventa difficile risalire alla solarità, per esempio,
dell' Inno alla gioia.

Insomma, l'apparenza inganna e se talora un dipinto riesce a cogliere davvero la verità di un cuore, per contro, tanti ritratti d'occasione con cui tali artisti sono passati alla storia favoriscono il diffondersi di luoghi comuni: Beethoven collerico, Mozart salottiero, Bach serioso, Paganini folle e Rossini - diciamolo - un grande allegrone. La realtà però è molto più variegata e se ognuno di noi è simile a un cristallo, a fronte di una particolare sfaccettatura ce ne sono mille altre che ampliano e completano il quadro della nostra personalità. A maggior ragione se parliamo di quella di un musicista.
Proprio a questo proposito, del romantico e sognante Felix Mendelssohn Bartholdy (1809 - 1847) vi presento un brano che più animato, gioioso e giocoso non potrebbe essere e che va subito a contraddire l'impressione che ci dà il suo ritratto. Lo guardate e vi viene spontaneo un moto di tristezza. Invece...
Invece, nell'ambito dei "Charakterstücke op.7" dei quali ho pubblicato il pezzo iniziale poco tempo fa, troviamo il n.3 in Re Maggiore dalla vivacità e dal piglio degno di una fuga di Bach. Trovate infatti i due compositori affiancati nella foto non solo perchè della musica di Bach Mendelssohn è stato cultore e per certi aspetti riscopritore, ma anche perchè questo brano dei "Charakterstücke" ne riprende lo stile.
Se in quello iniziale l'andamento è più pacato e malinconico, qui invece il ritmo è scattante, brioso, ricco di una scorrevolezza che può ricordare alcuni pezzi del "Clavicembalo ben temperato". Ma a suggestionarmi sono state anche le note in apertura che hanno smosso nella mia testa varie reminiscenze. Una su tutte è l'esordio della "Fuga BWV 539" di Bach.

Ecco in foto i due incipit: il primo in Re Maggiore riporta il pezzo di Mendelssohn e il secondo in Re minore riporta la "Fuga BWV 539" di Bach.
Se ci fate caso, tempo, ritmo e struttura delle battute sono uguali, con l'impronta data da quei tre LA iniziali che si ripetono poi nel corso del brano, man mano che si susseguono le diverse voci della fuga. E se vogliamo dirla tutta - sempre in Bach - lo stesso frammento musicale ricorre anche nella Fuga della sua "Sonata per violino solo BWV 1001" che potete trovare qui.
Insomma, un piccolo spunto che Mendelssohn capovolge giocando tra tonalità maggiore e minore con energica e concitata leggerezza, così da farne scaturire in pieno la sotterranea vena di gioia. A dispetto di certi ritratti!
Buon ascolto!
(Le foto sono prese dal web)
6 commenti:
Non avevo mai esaminato i ritratti dei compositori sotto questa luce, legandoli ai loro presunti stati d'animo o alla loro personalità, però, in effetti, è vero che Bach incute parecchia soggezione! :D e ciononostante a me piacciono molto le sonate in tonalità minore.
A colpirmi in questo senso è stato il ritratto di Mendelssohn che mi mette malinconia, al contrario di questo suo brano vivace, brioso e d'impronta bachiana. Sul fatto poi che certe sonate in minore siano molto belle, concordo anch'io.
Grazie!
Mendelssohn è apprezzato anche per le Sonate per organo, mi pare siano 6. A me in generale la musica per organo dopo J.S.Bach piace poco. L' organo romantico, a differenza del pianoforte romantico, non mi entusiasma. I 3 Corali di Franck sono belli, a me però piace di più la sua musica pianistica. Nel '900, Messiaen ha scritto musica per organo importante, io però preferisco il Messiaen per piano, i "Vingt regards" in primo luogo, capolavoro assoluto della letteratura pianistica non meno dei Preludi di Debussy e di alcune Sonate di Prokofiev; purtroppo Messiaen è ancora poco suonato dai pianisti al di fuori della Francia, in Italia pochissimo.
Anch'io non mi entusiasmo in modo particolare sentendo l'organo romantico. Degli autori che citi, conosco poco Messiaen. Mi aggiornerò.
Grazie mille e buona giornata!
Cara Annamaria, Ti ringrazio per questo accostamento di Mendelssohn e Bach. Ne approfitto per segnalarti l'indirizzo del mio nuovo blog. Quello vecchio è chiuso. https://capponimarco79.blogspot.com/2025/09/un-nuovo-inizio.html
Infatti oggi mi ero accorta che il tuo vecchio blog non c'era più...
Grazie mille, Marco, di avermi segnalato l'indirizzo di quello nuovo. A presto!
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