Anche oggi una polka, ma per un motivo diverso dal post di qualche settimana fa inerente agli organetti di Barberia e a un brano di Rachmaninov.
Stavolta, la mia scelta s'incentra sul fascino di una tecnica usata talora negli strumenti ad arco: il pizzicato. Come certo saprete, consiste nel far vibrare le corde di tali strumenti, invece che con l'archetto, con le dita - in particolare con l'indice - facendone scaturire un suono più o meno percussivo, ma sempre ben scandito e ritmato. Ciò spiega il motivo per cui tale tecnica è usata dai compositori nelle danze, nei virtuosismi di certe variazioni, per sostenere un tema con una base ritmata e melodiosa o creare particolari effetti sonori.
Qualche esempio?... Uno dei più espressivi a questo riguardo è il dolcissimo Largo dell'Inverno di Vivaldi nel quale il pizzicato di fondo mira a riprodurre il suono delle gocce di pioggia, come recitano i versi del corrispondente sonetto: "Passar al foco i dì quieti e contenti /mentre la pioggia fuor bagna ben cento".
Proseguiamo poi con la Variazione n.9 del celebre Capriccio n.24 di Paganini che trovate a 3.08 dall'inizio del video e che, come vedrete, richiede un'incredibile abilità. Andando avanti nel tempo, possiamo ascoltare la parte iniziale del quarto movimento della Sinfonia n.1 di Brahms. Se desideriamo invece un pezzo giocoso, seguiamo il ritmo marcato e un po' ammiccante del famoso Pizzicato dal balletto "Sylvia" di Dèlibes. Da non dimenticare poi il Pizzicato vivace della Simple Simphonie n.4 di Britten. E mi fermo anche se, naturalmente, non è tutto qui.
Il brano con cui concludo questa breve carrellata e che vado a pubblicare è una danza conosciutissima, potremmo dire uno dei cavalli di battaglia dei Concerti di Capodanno: il celebre "Pizzicato-Polka" per archi di Johann Strauss jr. (1825 - 1899) e del fratello Josef Strauss (1827 - 1870).
Scritta nel 1869 in occasione di un viaggio in Russia dei due musicisti, la polka ottenne subito uno straordinario successo ed è probabilmente la prima ad essere stata composta con il pizzicato perchè precede di sette anni quella di Délibes.
Si tratta di un pezzo che unisce leggerezza ad eleganza e nel quale si alternano crescendo e diminuendo, forte e piano, insieme a svariati passaggi in cui la musica rallenta fino a farsi sommessa ed altri in cui diventa più agile e spedita. La particolare tecnica usata richiede grande sincronia insieme a un tocco preciso e lieve: se osservate gli orchestrali, infatti, alcuni sembrano proprio accarezzare le corde di violini, viole e violoncelli.
Ma al di là della loro indiscutibile bravura, quella che traspare dai volti e dai sorrisi è una grande gioia. Sembra quasi che tutti, a cominciare dal direttore, si divertano gustando l'originalità della composizione nel suo andamento leggero e al tempo stesso trascinante.
Buon ascolto!
(La foto è presa dal web)
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