"Gioire in Musica" è un piccolo spazio per condividere lo splendore della musica classica e le emozioni che essa suscita in noi; ma anche un luogo in cui raccontare quanto ogni musica nata dal profondo si intrecci alla nostra esistenza nutrendo il cuore e infondendoci vita, sorriso e limpidezza di sguardi.
martedì 23 settembre 2025
Se lo sguardo è femminile - 9
Mi ha affascinato subito questo ritratto, ancor prima di conoscerne l'autore e di scoprire che, in realtà, si tratta di un'autrice. E che cosa mi ha catturato di primo acchito? Certo il fondo scuro e i tratti del viso un po' sfumati, ma soprattutto una strana, singolare fusione di aspetti diversi e contrastanti.
Da un lato, infatti, quella riprodotta è una donna anziana, sicuramente persona di una certa fama e signorilità come dimostrano le foglie di alloro sui capelli e l'ombra di un lievissimo pizzo sul bordo del vestito.
Non bella, i capelli grigi un po' diradati, il volto massiccio segnato da occhiaie scure che spiccano nel pallore dell'incarnato, ha tuttavia un atteggiamento che la rende un po' infantile, con le labbra che sembrano imbronciate, la fossetta sul mento e lo sguardo pensoso e malinconico quasi di bimba offesa. Sembra che i tratti della vecchiaia - in una riproduzione spoglia, priva di particolari decorazioni e orpelli - invece di togliere espressione al viso vadano pacatamente a svelare quel che di fanciullesco che la donna aveva un tempo.
Ma l'immagine a mio avviso è singolare soprattutto se consideriamo chi è la pittrice. Si tratta infatti della veneziana Rosalba Carriera (1673 - 1757), una delle artiste più affermate sia in Italia che in Europa nella prima metà del Settecento, celebre non solo per le sue miniature su avorio, ma soprattutto per i numerosi ritratti realizzati a pastello nei quali mostra notevoli capacità di introspezione psicologica. Gli esempi, a questo riguardo, non si contano e tra i personaggi riprodotti nel vasto panorama delle sue opere troviamo spesso dame dal piglio sicuro, dall'espressione ora disinvolta e autorevole, ora più dolce e seducente.
Le potete osservare nelle immagini qui a lato che riproducono nell'ordine: "Autoritratto in inverno" dove la pittrice hainfatticollo e cappello di ermellino, "Ritratto di Caterina Barbarigo", elegantee un po' alteraeinfine "Ritratto di donna anziana" che a me paresplendidamentesicura di sè. Quello che invece vedete in alto in grande e poi nel dettaglio del viso è il celebre "Autoritratto" conservato a Venezia presso la Galleria dell'Accademia e dipinto nel 1746 circa. Non si tratta dell'unica opera in cui la pittrice ha riprodotto se stessa, ce ne sono diverse altre nelle quali la donna è più giovane e avvenente, ma questa a mio avviso è singolare proprio perchè si distacca dalle composizioni passate.
Il suo sguardo infatti non si fissa più in viso allo spettatore come
nelle opere precedenti nelle quali l'espressione era talora quasi altera. Gli occhi, invece, qui guardano languidamente altrove con un'espressione nella quale possiamo leggere una fusione di affezioni e sentimenti che vanno dalla dolcezza alla malinconia. Inoltre, l'immagine - come accennavo sopra, più spoglia di tante altre - fa affiorare l'anima della donna anziana in una sorta di fanciullesca autenticità che attrae. Forse questo è il motivo per cui l'autoritratto della pittrice nella vecchiaia mi ha ricordato, per certi aspetti, alcuni dipinti di Rembrandt in cui l'artista, sia pure diversamente, con tocco e minuzia tipicamente fiamminga, ha rappresentato le figure femminili.
E nonostante la cronologia sia sfasata, mi piace associare al dipinto di Rosalba Carriera un brano di Piotr Ilic Tchaikovsky (1840 - 1893) dal melodramma "The snow Maiden op.12 - Snegourotcka" : la fanciulla di neve.
Si tratta di un'opera che ha radici in una delle più antiche fiabe della tradizione russa e come protagonisti personaggi tratti dalla mitologia. Al di là della trama che vede la fanciulla condannata a vivere nei rigori dell'inverno senza mai conoscere neppure il sole o il calore dell'amore perchè la farebbero sciogliere, mi ha colpito la malinconia della musica, delicata e al tempo stesso intensa.
È una melodia che va ripetendosi nel pezzo con un andamento sempre più struggente, alternando luce ed ombra come nell'Autoritratto di Rosalba Carriera. Una musica che mi riporta allo sguardo languido e un po' nostalgico della nostra pittrice anziana, che forse ripercorre pacatamente in sè lo splendore della giovinezza e in esso, per qualche attimo, torna bambina.
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