mercoledì 21 maggio 2025

A corserelle e a fermatine...

Scherzeremo anche oggi, come vedrete, ma il brano che vi propongo ha caratteri molto diversi dal precedente che ci ha regalato il fascino dei pizzicati nel movimento di una sinfonia di Tchaikovsky.

Stavolta, si tratta di un pezzo per pianoforte solo di Robert Schumann (1810 - 1856), precisamente il primo dei quattro "Klavierstücke op.32", intitolato appunto "Scherzo". Qui torniamo indietro nel tempo di una quarantina d'anni rispetto al brano di Tchaikovsky ed entriamo in un'atmosfera diversa da quella del compositore russo. E perchè mai lo pubblico? Perchè risponde maggiormente all'idea di scherzo improntata a leggerezza e vivacità cui facevo riferimento la volta scorsa, ma soprattutto per un altro aspetto che lo caratterizza: il ritmo.  

Se durante l'ascolto osserviamo lo spartito, noteremo che il brano, pur essendo tutto nel tempo di 3/4, presenta qua e là un andamento diverso: battute nelle quali qualcosa varia quasi stessimo danzando e a un tratto prendessimo la rincorsa o rallentassimo. Insomma un cambio di passo, quasi le corserelle e fermatine di manzoniana memoria!...
I 3/4, infatti, nella parte iniziale hanno un ritmo puntato e chi conosce la musica sa che
quel puntino dopo una nota significa che se ne aumenta la durata della metà del suo valore; poi dopo la nota più lunga ne troviamo una più breve. Qui all'ottavo puntato segue il sedicesimo e questo conferisce al brano un ritmo saltellante, un procedere a scatti che - i grecisti perdonino la mia illecita invasione di campo! - nelle due battute iniziali del brano mi ricorda la metrica del trimetro giambico: ∪ — ∪ — ∪ — ∪ — ∪ — ∪ —  breve-lunga per sei volte.  Il che non sarebbe neanche fuor di luogo in uno scherzo, dato che il trimetro giambico non era usato solo nelle tragedie ma anche nella commedia e nel dramma satiresco.

Ma torniamo al brano. Qui, dopo una vivacissima sequenza di note ascendenti e discendenti in questo ritmo, prima in tonalità maggiore poi in minore, la musica va invece allargandosi nel passaggio conclusivo della frase, terminando col segno del punto coronato a indicare un suono che dura molto più a lungo del valore della nota.
Segue poi una sezione più lenta, morbida, tra il malinconico e il giocoso - a mio
avviso la più bella! - nella quale la vivacità si smorza e le note puntate, più che movimento, esprimono una sorta di incanto quasi il compositore volesse sostare per qualche attimo a cogliere lo splendore della melodia.
In seguito, il tema iniziale riprende il suo andamento saltellante per mettersi a un
tratto a correre, come sentite per esempio nella battuta a 1.11 dall'inizio dove il ritmo cambia e si susseguono sei ottavi tutti uguali e staccati.

La foto in alto illustra molto meglio delle mie parole la differenza tra questi due ritmi: la prima battuta sia della mano destra che della sinistra, presenta due volte l'ottavo puntato seguito dal sedicesimo. Nella seconda invece, i puntini sono spariti e il passo è più regolare anche se la velocità aumenta: lo sentite dagli accenti che cambiano. Somiglia a una corsa che per un po' procede a saltelli, mentre verso la fine si fa precipitosa.

Così, alternando queste due parti il brano prosegue fino alla conclusione proprio con lo stile di uno scherzo. Ci comunica infatti un'idea di giocosa leggerezza, con qualche punta di lieve malinconia qua e là, dove la musica rallenta per farsi un po' pensosa prima di slanciarsi a riprendere la corsa.

Buon ascolto!

(La foto è presa dal web) 

 

2 commenti:

Arrigo Lupo ha detto...

A Schumann le note puntate piacevano. In questo brano ci sono dall'inizio, come nello Scherzo della Sonata in re maggiore di Schubert, che è un brano molto diverso, direi meno giocoso.

Annamaria ha detto...

Sono andata a sentire lo Scherzo di Schubert cui fai riferimento. E' proprio come dici. Grazie, Arrigo!!!