domenica 19 gennaio 2025

Se lo sguardo è femminile - 1











 

 

Sarà stata la semplicità di quel mazzetto di viole nel bicchiere o l'atmosfera calda e luminosa della stanza, o ancora la morbidezza che contraddistingue l'intera composizione, ma l'immagine che vedete mi ha suggestionato al punto che ho desiderato subito condividerla qui.
Si tratta di una celebre opera della pittrice parigina Eva Gonzales (1849 - 1883) intitolata
"Risveglio del mattino" e conservata presso la Kunsthalle di Brema. Con essa inauguro oggi una serie di post che ho chiamato "Se lo sguardo è femminile" : una piccola selezione di dipinti creati nel tempo da donne e che talora hanno come protagoniste proprio figure femminili. Ne pubblicherò uno al mese senza andare per forza in ordine cronologico, ma seguendo di volta in volta i suggerimenti del cuore.

Così oggi inizio dalla Gonzales che, insieme a Berthe Morisot, è considerata una delle pittrici più celebri dell'Impressionismo francese.
Allieva e per un certo periodo ispiratrice di Edouard Manet - iniziatore del movimento che ha aperto nuove vie
nell'arte del secondo Ottocento - ne assorbe gli insegnamenti. Tuttavia, col tempo traccia una propria strada che la rende più autonoma e capace di creare uno stile personale all'interno di un ambiente e di una professione allora dominati da figure maschili.

A distinguerla dagli altri è la sua aderenza al vero e alla raffigurazione di una vita quotidiana fatta di piccole cose, ricche di una freschezza lontana dal rischio delle rappresentazioni di maniera.
I suoi tratti pittorici ci regalano infatti quella semplicità autentica
che nasce da uno sguardo acuto sul mondo, intrecciato però ad altrettanta leggerezza.
Osserviamo allora tali caratteri nel dipinto nel quale la donna ritratta è Jeanne,
sorella minore di Eva Gonzales, spesso riprodotta dall'artista anche altrove.

Mi colpisce in esso la prevalenza di tinte chiare: dal bianco di lenzuola, cuscini e tendaggi, a quelle dell'incarnato della fanciulla che sotto il tocco della luce assume tonalità dorate. Tinte messe in risalto dal contrasto con la chioma di capelli scuri, il legno del comodino e il mazzo di violette. Ma affascinante è anche la delicata morbidezza delle linee sinuose e vagamente sfumate, che seguono con estrema leggiadrìa il profilo del corpo e del viso della giovane.

Qui la scena rappresentata è il risveglio del mattino con la luce che illumina la stanza e le viole che fanno da timido e gioioso presagio di primavera. Tuttavia, nello sguardo della ragazza la pittrice coglie un'espressività nella quale possiamo leggere emozioni diverse.


 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Forse una lieve malinconia, forse un sospiro, un pensiero nostalgico che torna ad avvolgerla dopo il sonno, o ancora un vago ricordo che la lascia in quel molle e un po' pigro indugiare nel letto. È l'impressione di un sogno del quale la fanciulla tenta di riannodare i fili? O il pensiero di ciò che aveva letto prima di dormire? A ben guardare infatti, appena abbozzato tra le lenzuola si scorge un paio di occhiali e sul comodino, accanto ai fiori, c'è un libro.

Non sappiamo rispondere a tali interrogativi, ma possiamo affermare che  l'immagine che la luminosa pennellata ad olio ci restituisce nasce dalla particolare trasparenza alla luce frutto della lezione impressionista, che la Gonzales fa sua in modo tutto personale traendone sfumature di struggente dolcezza. È il miracolo di un tratto pittorico preciso, tanto da rendere con efficace realismo anche le pieghe del cuscino e la freschezza del mazzo di violette, ma al tempo stesso indefinito come gli occhi della fanciulla forse appena velati di pianto.
Uno sguardo incantevole proprio per la sua indeterminatezza e anche se il riferimento cronologico è
sfasato - l'opera infatti è del 1876 - potrebbe ricordare l'idea di bellezza nella poetica del vago e dell'indefinito del Leopardi.

Ma il pensiero del Leopardi mi ha riportato indietro verso il clima romantico, così ho associato all'immagine la "Consolazione n.3 in Re bemolle maggiore S.172" di Franz Liszt (1811 - 1886), pezzo tra i più famosi del musicista ungherese che avevo già pubblicato anni fa qui.
Lo so, il brano è del 1850 e presenta anch'esso una sfasatura cronologica rispetto al
dipinto, ma è una musica che fonde nelle sue note le mille percezioni del cuore, ora più limpide, ora più malinconiche senza ignorarne ogni minima sfumatura a somiglianza dello sguardo della fanciulla del quadro. Così, nella sua alternanza di tonalità maggiore e minore, mi è parso adatto a farle da colonna sonora più ancora di un pezzo impressionista.

Sono state le prime note a suggestionarmi, vagamente indolenti e carezzevoli che mi pare possano riprodurre l'atteggiamento e lo stato d'animo della fanciulla al suo risveglio. Il brano del resto ha l'indicazione di "Lento e placido" proprio a comunicare quella sensazione molle di chi riapre gli occhi dopo il sonno riannodando gradatamente il filo dei suoi pensieri e delle sue percezioni. E come per il passato, ve lo regalo col prodigioso tocco di Valentina Lisitsa che sembra accarezzare con le sue mani i tasti del pianoforte in un'interpretazione che di questa musica esalta la delicatezza e l'afflato nostalgico.

Buon ascolto!

(Le foto sono prese dal web)

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