mercoledì 15 marzo 2023

"Per colui che segretamente ascolta"

Ho scelto un suggestivo dettaglio del dipinto intitolato "Viandante sul mare di nebbia" di Caspar David Friedrich (1774 - 1840) - e forse non basta ancora - per rappresentare i tratti del genio musicale di Robert Schumann (1810 - 1856).
Friedrich e Schumann: due artisti vissuti per
buona parte della loro vita nell'ambito culturale del Romanticismo tedesco che - sia pure con linguaggi differenti - hanno rappresentato non solo riflettendone i caratteri, ma in qualche modo travalicandoli e precorrendo per certi aspetti anche i tempi.

Se Friedrich ama la solitudine di una natura cupa, il clima pittorico dell'arte cimiteriale e il gusto per le rovine in voga alla fine del Settecento, nel raffigurare il suo celebre Viandante va oltre. Dipinge infatti nebbia, nuvole, rocce e alberi, ma il senso di infinito e indefinito che vi fa aleggiare nasconde la fisionomia del paesaggio inducendoci a immaginare dirupi e forre in un'atmosfera fortemente onirica.
E la figura del protagonista vista di spalle - un personaggio nel quale anche lo spettatore si può immedesimare - accresce il senso di mistero e la percezione della piccolezza dell'uomo davanti alla grandiosità della natura. Una sproporzione che, se da un lato si traduce in poetica del sublime, dall'altro può anticipare quel disorientamento che darà poi origine alla crisi esistenziale di fine Ottocento.

Sul fronte musicale, Schumann si fa interprete dei più squisiti tratti del Romanticismo, attingendo certo a Beethoven, ma rinnovando l'omaggio al suo grande modello attraverso una sensibilità che lo porta spesso ad esplorare i timbri più rarefatti dell'espressione. L'amore per la natura e l'intensa e tormentata passione per Clara Wieck, fortemente osteggiata del padre di lei, sono due dei nuclei ispiratori attorno ai quali si incentra la sua poetica musicale.
Solo per fare qualche esempio, il primo emerge da composizioni quali
"Waldszenen"  (Scene dal bosco); il secondo da quel meraviglioso Lied che è "Widmung" (Dedica), scritto proprio per l'amatissima Clara. Ma anche in altri brani registriamo un alternarsi di impeto e delicatezza, passionalità e intimismo, due componenti della propria personalità che Schumann aveva identificato in una sorta di binomio estetico con le figure immaginarie di Florestano ed Eusebio.

Quello che vi presento oggi è un pezzo significativo proprio a questo riguardo e precisamente il terzo movimento delle "Fantasia in Do maggiore op.17", un pezzo capace di prenderci davvero al primo ascolto.
Il fatto che si tratti di una Fantasia la dice lunga sulla libertà del compositore
sia in rapporto alla struttura che alla varietà e mutevolezza dei suoi temi.
La struttura infatti, pur essendo sempre in tre tempi, modifica lo schema
tradizionale della Sonata - Allegro, Adagio, Allegro - collocando il movimento lento nel finale, mentre i vari temi si dipanano liberamente seguendo, ancor più delle regole armoniche, un'ispirazione dettata dal cuore che traduce in note suggestioni di indefinita vastità. Del resto, la composizione, nata come omaggio a Beethoven, si svincola poi dall'intento celebrativo e Schumann vi fa rifluire le mille sfumature del sentimento che nutre per l'amatissima Clara.

Il terzo tempo - Lento. Sempre piano, come recita l'indicazione agogica - inizia con profondissimi arpeggi che possono ricordare altri celebri esordi, dalla Sonata Al chiaro di luna di Beethoven a certi brani di Schubert. Arpeggi che forse in futuro ispireranno Tchaikovsky nell' introduzione allo splendido Passo a due dallo Schiaccianoci e magari anche Rachmaninov, se il riferimento non è eccessivo.
È il do diesis della seconda battuta a cambiare subito atmosfera conducendoci
verso un linguaggio musicale d'indicibile incanto, misterioso e mutevole, dove le successive terzine aprono davanti a noi - come nel dipinto di Friederich - arcane suggestioni di infinito e indefinito.
Più sereno e cantabile è invece il secondo tema che va salendo attraverso toni sempre
differenti verso sonorità brillanti e maestose.
Un'alternanza, dunque, di passaggi pervasi da delicato intimismo con altri energici e solari quasi a
ricercare una melodia nascosta e segreta. A questo proposito, è particolarmente significativo il fatto che, dopo vari titoli dati al brano, Schumann vi abbia sostituito i versi del poeta Friedrich Schlegel:  

"Fra tutti i suoni / che riempiono il fantasioso sogno terrestre / corre una melodia sommessa / per colui che segretamente ascolta". 

Parole che testimoniano la volontà del compositore di uscire dagli schemi dando ancor più intensamente voce alla propria anima e forse dire alla sua Clara che quelle note, più che a Beethoven, erano dedicate a lei.
Ma insieme a Clara, l'atmosfera onirica del brano col suo fraseggio ora
inquieto, ora luminoso, può suggerire anche a noi ciò che di recondito e segreto solo la musica sa esprimere.

Buon ascolto!

(Le foto è presa dal web)

 

4 commenti:

Marina ha detto...

Friedrich è uno dei pittori che amo di più: i suoi quadri mi danno una meravigliosa inquietudine, che sembra un controsenso, invece è proprio la sensazione che mi suscitano e che adoro provare. Non sai quanto mi piacerebbe una sua mostra qui a Roma! Non conoscevo questo di Schumann, ma riconosco il suo tocco (il riferimento è sempre mio figlio, che sta preparando per la laurea Papillon opera 2). L’accostamento è sempre perfetto.

Annamaria ha detto...

Grazie, Marina! E' vero, anche l'inquietudine può essere meravigliosa e avere un suo fascino particolare, soprattutto in relazione a dipinti come quelli di Friedrich.
Complimenti a tuo figlio che si cimenta con Papillon! Schumann ha mille sfaccettature musicali una più bella dell'altra.

Luigi ha detto...

splendido il brano Annamaria e molto evocativo il dipinto!!!
grazie

Annamaria ha detto...

Grazie a te,Luigi, di essere passato qui. Sono contenta che il binomio Friedrich - Schumann ti sia piaciuto!