giovedì 23 marzo 2023

Le mie città - 3

"Città sul mare"

Sono due tavolette di piccole dimensioni quelle che vi presento oggi, intitolate "Città sul mare" e "Paesaggio con castello sul lago", entrambe conservate presso la Pinacoteca Nazionale di Siena ed entrambe di discussa attribuzione. Ne è stata infatti riconosciuta la paternità prima al senese Ambrogio Lorenzetti (1290 - 1348), mentre in tempi più recenti il critico Federico Zeri ha ipotizzato che, in origine, i due dipinti fossero parte del Polittico dell'Arte della Lana (1424), opera di Stefano di Giovanni di Consolo, senese pure lui e meglio conosciuto come il Sassetta (1392ca. - 1450).

"Paesaggio con castello sul lago"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La singolarità di tali composizioni sta nel fatto che ad essere rappresentato è solo il paesaggio, tema che, se finora aveva fatto da semplice cornice e sfondo ad altri argomenti pittorici, balza qui in primo piano anticipando una tendenza che si consoliderà dalla fine del Cinquecento in poi.
Nel primo dipinto, quella che vediamo è una piccola città medioevale, sviluppatasi
probabilmente dal borgo del vicino castello, circordata da mura e affacciata sul mare. Alcuni testi dicono si tratti di Talamone, utilizzata a suo tempo dai Senesi come porto sul Tirreno e sormontata da una rocca esistente ancora oggi.
Nel secondo quadretto, in realtà, c'è solo un piccolo castello in mezzo alla natura e a
uno scorcio di lago ma, pur non trattandosi di una città, non mi piace separarlo dal primo perchè quella barchetta in attesa e l'assenza di figure umane mi regalano lo stesso silenzio, quasi fossero due opere gemelle. E in effetti, c'è chi ha avanzato l'ipotesi che fossero state dipinte sulle ante dell'armadio che conteneva il Polittico dell'Arte della Lana.

In ogni caso, due panorami splendidi, due piccoli gioielli pittorici che sarebbe bello contemplare magari in uno studiolo appartato, nella tranquillità pomeridiana di un giorno di riposo, o in quell'atmosfera un po' molle di certe domeniche solitarie quando le strade sono vuote, il cielo è appena grigio e forse pioverà.

Ma quali elementi hanno reso mie queste composizioni?
A colpirmi è stata subito la loro nitida armonia
, insieme alla capacità dell'artista di raffigurare la solitudine dei panorami, facendocene percepire non tanto il vuoto, ma soprattutto la calma e la pace.
Osservandone i particolari, mi sembra di poter entrare
nei dipinti, percorrendo le vie solitarie e strette tipiche dell'urbanistica medioevale, o addentrandomi tra il verde dei sentieri che dal castello sul lago conducono a una chiesetta poco più in su. Vie in apparenza assolate nel silenzio del primo pomeriggio, dove lasciar vagare i pensieri in una solitudine amica, tra edifici dalle eleganti merlature, torri alte e sottili, magari accarezzati dal vento che soffia dal mare. E insieme esplorare una campagna dai tratti affascinanti che ricorda tanti scorci del paesaggio toscano splendidi ancora oggi, o certi paesetti arroccati su di un colle che ho visitato spesso inoltrandomi nella loro quiete.

Analizzando la prima tavola, scopriamo un'attenzione minuziosa ai dettagli come le vele gonfie dell'imbarcazione sul mare, le inferriate alle finestre del castello e il ponte levatoio: dati che ci restituiscono una visuale nitida e realistica anche se talora prospetticamente un po' incerta - come si vede qui a lato - nella cinta muraria dietro la rocca.

I colori piuttosto tenui - grigio, rosa, verdino e il beige del terreno in apparenza brullo - conferiscono al quadretto un che di riposante, mentre l'assenza quasi totale di figure umane - se si eccettua quella in basso a destra, forse in procinto di fare un bagno - accresce la sensazione di calma che promana dall'opera. Ne deriva quasi una sorta di paesaggio ideale dalla fisionomia raccolta, da custodire nel cuore e al quale riandare ogni tanto in cerca di serenità, come a un luogo al quale ci leghi una segreta appartenenza.

Se nella prima tavola a prevalere è la geometria delle costruzioni, nella seconda è la morbidezza della vegetazione con le diverse tonalità di verde: dalle acque del lago, al terreno, agli alberi, agli appezzamenti coltivati, mentre le due collinette chiare in primo piano hanno un che di fiabesco che rimanda allo stile del Gotico internazionale, presente in Italia nel primo Quattrocento.

Non sappiamo con certezza se il lago raffigurato qui sia quello di Chiusi o il Trasimeno. In ogni caso, sono immagini che restano dentro e che possono aver colpito non solo uno spettatore profano come la sottoscritta, ma anche vari artisti suscitando  significativi ricordi o suggestioni.
Per questo, chi legge mi perdonerà se mi
abbandono a voli pindarici con un'ipotesi un po' azzardata.
Nelle mie peregrinazioni sul web, mi sono
imbattuta infatti in un affascinante dipinto di una delle personalità artistiche più significative del Novecento: si tratta di "Chosen site" di Paul Klee (1879 - 1940).

Qui - come vedete nella foto a lato - in un ambiente spoglio e disadorno, il pittore ha rappresentato un agglomerato urbano fatto di tante casette addossate le une alle altre e di torri, forse anche una cinta muraria, probabilmente su di un colle. Una struttura che può ricordare quella di un paesetto medioevale molto stilizzato, incantevole nella sua essenzialità di linee angolose e geometrizzanti, che - chi lo sa! - potrebbe anche essere stato ispirato dalla "Città sul mare" del Sassetta. La cosa, del resto, non sarebbe così inverosimile perchè Klee, dai 22 anni in poi, si era recato più volte in Italia per un apprendistato pittorico, riportandone una grande ricchezza di stimoli e suggestioni.

Allora, alla calma di queste città uscite dalla fantasia di artisti antichi e moderni, mi piace associare un brano di Bach, autore del passato e insieme del presente, tanto la sua musica sa parlarci ancora oggi entrando nel nostro vissuto a sostanziarlo con l'inesauribile splendore delle sue note.
Si tratta della "Sarabanda" dalla "Partita n.1 per clavicembalo in Si bemolle maggiore BWV 825",
danza dall'incedere tranquillo che sembra proprio condurci con passo lento attraverso le silenziose geometrie di queste città.
Tecnicamente abbastanza facile, il brano esige però un'interpretazione che sappia
giocare sulle sfumature, sulle dinamiche di crescendo o diminuendo e sull'alternanza ritmica di sedicesimi e trentaduesimi, per far fiorire tutta l'intimità e la delicatezza di alcuni passaggi.
Una musica dalla quale lasciarsi portare con la stessa serenità pensosa che ci
offrono queste immagini per meglio addentrarci nella loro bellezza senza tempo.

Buon ascolto!

6 commenti:

Ninfa ha detto...

Anche a me sembra di entrare dentro ai quadri quando tu fai da guida, Annamaria, e lo trovo bellissimo. Presenti sempre dei dipinti interessanti e delle prime due tavole, il secondo è stato sicuramente quello che mi ha colpito di più, perchè è morbido, c'è tanto verde, il lago davanti. Mi piacerebbe essere lì...e poi quelle montagne in primo piano sono stranissime, a me fanno pensare a dei grandi scogli e come dici hanno un che di fiabesco. Ciao, grazie anche per l'ascolto!

Annamaria ha detto...

Sì, cara Ninfa, hai colto proprio bene i caratteri del secondo quadretto, la sua morbidezza e il profilo fiabesco di quelle montagne in primo piano. Sono paesaggi dal fascino invitante.
Grazie di essere passata qui e del commento!!!

Marco Capponi ha detto...

La mia città... tu sai quale sia. Buona domenica e buona musica!

Annamaria ha detto...

Nella tua città non sono mai stata, ma non escludo di poterla visitare in futuro.
Buona domenica, Marco, e grazie di essere passato qui!

Marina ha detto...

Tra Paul Klee e Sassetta preferisco quest'ultimo: mi hanno colpito proprio i colori pastello e l'attenzione verso la semplicità delle rappresentazioni. Un artista che non conoscevo, tra l'altro e che è stato una piacevole scoperta. Bach è un must, qui in casa mia, che te lo dico a fare! :)

Annamaria ha detto...

Non dubito affatto che la tua casa sia piena di musica, e Bach in primis!
Sì, i colori di Sassetta piacciono molto anche a me. E' un artista da scoprire. Mi aveva affascinato tanti anni fa il suo "Sposalizio mistico di San Francesco", al Museo Condé al castello di Chantilly, un posto dove tornerei anche subito!
Grazie, Marina, e buona domenica!