sabato 14 agosto 2021

In cerca di leggerezza - 8



 

 

 

 

 

 

 

È un'immagine dell'Assunzione quella con cui oggi proseguo nella mia ricerca di leggerezza e insieme vi lascio l'augurio di un sereno Ferragosto. Di solito, per questa data non mi dilungo in un articolo, ma stavolta il quadro mi ha colpito in modo così particolare che ho pensato di far coincidere i saluti per la festa - e le vacanze del blog - con qualche osservazione sul dipinto.

Si tratta di un'opera di Lorenzo Lotto (1480 - 1556/57) intitolata "Assunzione della Vergine" e conservata a Milano presso la Pinacoteca di Brera. Il quadro è lo scomparto centrale della predella della "Deposizione di Cristo" realizzata dall'artista per la chiesa di San Floriano a Jesi e oggi conservata al Museo Civico della città.

Che cosa mi ha colpito in essa e perchè parlo di leggerezza? Facciamo un passo indietro.
Due sono le tradizioni e le iconografie cui i pittori nel tempo si sono ispirati nel
trattare questo tema: la Dormitio Virginis e l'Assunzione.
La prima vede Maria stesa in un sepolcro e addormentata, mentre Gesù accoglie
tra le sue braccia la piccola anima della Madre dormiente, Madre che solo poi verrà portata in cielo anche col corpo. Troviamo diversi esempi di Dormitio prima di tutto nella tradizione bizantina, ma in seguito anche in Italia con Giotto, Paolo Veneziano, il Beato Angelico ed altri artisti dal Medioevo fino alle soglie del Rinascimento.
Da qui in poi, alla Dormitio si sostituisce l'Assunzione in cui
Maria è portata in cielo dagli angeli mentre, nella parte sottostante della scena, gli apostoli assistono sorpresi all'evento. Un celebre esempio è l' "Assunta" del Tiziano conservata nella chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia.

Anche il Lotto - in quest'opera che precede di pochissimi anni quella del Tiziano - si ispira alla tradizione rinascimentale, ma a mio avviso con alcuni tratti di originalità e di realismo che mi piace sottolineare.
Non è infatti direttamente sulla figura di Maria che si appunta qui la sua attenzione. La Vergine, inserita nella sua mandorla di luce e di angioletti, risulta già quasi lontana dal resto. È invece sul gruppo degli apostoli in primo piano che mi pare si soffermi il pittore, mettendone in evidenza gesti e atteggiamenti che tornano però ancora in qualche modo a parlarci di Lei.

Sono gesti di sorpresa, di saluto e di preghiera che ricorrono anche nei successivi dipinti sull'argomento dove - tra l'altro - lo stesso artista ha creato immagini molto più movimentate e scenografiche. E come lui, altri pittori. 
Ma in quest'opera mi pare che il Lotto si sia ispirato anche ad un senso di concretezza e ad un'attenzione alla realtà che esula da certe rappresentazioni in cui le figure - se pure non sono composte e ieratiche - risultano comunque fissate in una iconografia sempre simile.
Mi spiego subito.

A parte il gruppo centrale riportato sopra e raffigurato in preghiera, se ci fate caso l'ultimo apostolo a destra si infila un paio di lenti per vedere meglio: solo sorpresa e sbalordimento o anche incredulità? Altri poi si sbracciano nel salutare Maria con la stessa libera vivacità con cui ci si comporterebbe proprio con una persona di famiglia. 

Infine, in secondo piano rispetto alla scena principale, dalla strada in collina sta scendendo un'altra figuretta che sembra correre a perdifiato giù per il sentiero accorgendosi di essere in ritardo. Ne osserviamo infatti il panneggio agitato e scomposto per la velocità e le braccia spalancate nella corsa, come se l'evento che si sta compiendo fosse un appuntamento fissato cui non mancare assolutamente.
Secondo quanto raccontano i Vangeli apocrifi, si
tratterebbe di San Tommaso, che arriverà proprio in ritardo, ma per il quale la Vergine lascerà scivolare in dono la propria cintura come reliquia e simbolo del legame tra cielo e terra.

Insomma, l'evento dell'Assunzione, sia pure in tutta la sua sacralità, qui attraverso la raffigurazione dei vari apostoli più ancora che della Vergine stessa, è calato nella vita quotidiana fatta - come per ognuno di noi - di sorprese, ritardi, fretta, dubbi, incredulità, e insieme di legami ricchi di gioia e di tutta l'intensità di sentimenti che essi possono offrire.
Ce lo suggeriscono quelle mani che sventolano verso Maria, animate da una familiarità che - senza nulla togliere al rispetto e alla devozione che gli apostoli nutrivano per Lei - rendono l'idea del profondo rapporto che, nel tempo, doveva essersi creato tra loro e la Madre del Salvatore.
Qualcuno potrà dire che quelle mani alzate servono invece per schermarsi dalla luce che promana sempre più intensa dalla Vergine man mano che sale al cielo.
Può darsi. Ma ciò non contraddice comunque i tratti di
umanità presenti nel dipinto.
Una Maria, quindi, più che mai calata nel quotidiano, e se
pure il Lotto la rappresenta un po' lontana, in realtà ce ne restituisce la vicinanza e la concretezza attraverso il comportamento degli apostoli tutt'altro che ieratico.

E come spesso accade in un'opera d'arte, è proprio la presenza di certi dettagli di per sè non strettamente necessari ai fini della comprensione dell'evento raffigurato, ad essere invece rivelatrice del senso profondo della rappresentazione. Mi pare infatti che i particolari qui riportati ci regalino un'atmosfera di leggerezza che attenua quella sorta di distacco o di lontananza che talora possiamo percepire nel rapporto con certe figure evangeliche, restituendocene non solo la grandezza, ma anche l'umanità. 

Ignoro se questa mia piccola analisi possa essere - diciamo così - teologicamente testata, ma nell'ambito familiare del mio blog penso sia accettabile una lettura del dipinto un po' sorridente e leggera.
E per passare alla musica, ho scelto di associare alle
immagini uno splendido brano di Franz Schubert (1797 - 1828): la "Salve Regina" in Si bemolle maggiore D.386".
Si tratta di un pezzo forse meno conosciuto della
celeberrima "Ave Maria", ma a mio avviso ricco di uguale bellezza. Soavità ed energia vi si susseguono infatti in un insieme di grande intensità, esaltato dall'alternanza di tonalità maggiore e minore.
Una Regina invocata non soltanto nella lontananza di una
nicchia di altare, ma nella consapevolezza di una vicinanza sorprendente, come il testo e la musica ci dicono e come alcuni particolari del dipinto del Lotto possono suggerire.

Vi auguro quindi buona Festa dell'Assunzione e buone vacanze!
Anche questo blog va in ferie per qualche settimana.

Buon ascolto!

(Tutte le immagini sono prese dal web)

 

4 commenti:

Carmine ha detto...

C'è sempre qualcosa da imparare un confronto molto interessante, si c'è voglia di leggerezza anche oggi hai colto bene l'umore e il pensiero di tutti

Annamaria ha detto...

Grazie, Carmine! È Lorenzo Lotto che in questo dipinto ha raffigurato la scena con qualche tratto di umorismo che, senza nulla togliere alla sacralità dell'evento, ci rende i protagonisti molto più vicini. E la sua è una leggerezza di sguardo della quale, a mio avviso, abbiamo bisogno.
Buona serata!

Rossana Rolando ha detto...

Una descrizione toccante! Ho trovato bellissima anche l'attualizzazione, quando dici: "Insomma, l'evento dell'Assunzione, sia pure in tutta la sua sacralità, qui attraverso la raffigurazione dei vari apostoli più ancora che della Vergine stessa, è calato nella vita quotidiana fatta - come per ognuno di noi - di sorprese, ritardi, fretta, dubbi, incredulità, e insieme di legami ricchi di gioia e di tutta l'intensità di sentimenti che essi possono offrire." Hai reso umanissimo il "dogma" facendolo convivere con l'incredulità e il dubbio. Grazie e buone giornate di agosto. Un abbraccio.

Annamaria ha detto...

Come scrivevo qui sopra a Carmine, il merito è del Lotto che ha reso l'evento dell' Assunzione con straordinaria umanità attraverso la leggerezza del suo sguardo. Ma ti sono profondamente grata, cara Rossana, per questa tua sensibilità e sintonia.
Buone giornate di agosto anche a te e un grande abbraccio!