Giunti alla fine di febbraio, mese breve, bizzarro e carnevalesco, sento anch'io il desiderio di abbandonarmi a qualche stranezza.
Lo so, il carnevale è già finito da giorni e un post come questo rischia di essere anacronistico, ma - che volete?! - mi capita spesso di fare cose un po' fuori stagione e allora abbiate pazienza se mi lascio prendere da un guizzo di follia!
Tranquilli, non ho intenzione di mettermi in maschera, ma vi propongo un brano molto breve come appunto questo mese, e per tanti versi divertente.
Conoscerete di certo "Il carnevale degli animali" di Camille Saint-Saëns (1835 - 1921) a cominciare dal "Cigno", senza dubbio il pezzo più celebre.
Si tratta di una fantasia a tema zoologico scritta per il martedì grasso nella quale l'autore, se da un lato costruisce splendide armonie imitative - ascoltate "Aquarium" dove flauto e celesta riproducono la fluidità acquatica e "Il cucù nel bosco" col clarinetto ne imita il canto! - dall'altro si diverte a prendere in giro musicisti e critici dell'ambiente parigino.
Troviamo infatti 14 movimenti in cui compaiono animali diversi - dall'elefante alla tartaruga, dai canguri agli uccelli - dei quali Saint-Saëns sottolinea l'incedere più o meno leggero o pomposo,
elegante o goffo, spesso con intento satirico e un po'
caricaturale. Musica descrittiva quindi, ma non solo.
Questo spiega il fatto che l'autore - che probabilmente aveva scritto l'opera per proprio privato diletto - ne aveva proibito l'esecuzione pubblica fino alla sua morte temendo che potesse sminuire la sua immagine di musicista serio.
In realtà, l'opera in seguito ha avuto grande successo proprio per quel lampo di ironia con cui Saint-Saëns, attraverso gli animali, ridicolizza svariati stili e comportamenti.
Ma l'aspetto che in questi brani mi ha attratto maggiormente è la ripresa, in chiave canzonatoria, di altri celebri pezzi musicali che il compositore ha inserito nei suoi. E siccome a carnevale ogni scherzo vale e per un giorno il mondo si può ribaltare, di alcuni stravolge il ritmo e associa volutamente altri all'animale meno adatto. Troviamo così le tartarughe che ballano il "Can-can" di Offenbach, e gli elefanti cui viene dedicata la leggerezza della "Danza delle silfidi" di Berlioz.
Al di là di questi capovolgimenti, mi ha colpito molto il pezzo che oggi vi propongo intitolato "Fossili" e che già dal titolo la dice lunga.
Qui probabilmente l'autore si riferisce ad alcuni musicisti del passato, ma anche ai critici del suo tempo dei quali - con questo termine e senza tanti complimenti - bolla la mentalità antiquata, incapace di aprirsi alle novità di fine Ottocento.
Si tratta di un pezzo vivace e divertente in cui protagonista è lo xilofono che, col suo suono secco e metallico, richiama proprio il rumore di vecchie ossa.
Per entrare in argomento, con simpatica ironia Saint-Saëns inizia citando se stesso: a far da cornice al pezzo è infatti la sua famosa "Danza macabra" che è macabra proprio perchè ambientata in un cimitero dove gli scheletri escono dalle tombe. Ma ricorrono anche altri riferimenti: prima un canto popolare ripreso da Mozart nell' aria con variazioni "Ah! Vous dirai-je maman", croce e delizia di chissà quanti studenti di pianoforte; poi una canzone di tono marziale molto in voga all'epoca, attribuita a Ortensia di Beauharnais; infine - riconoscibilissima - la celebre "Cavatina di Rosina" dal Barbiere di Siviglia di Rossini.
Ne deriva un pezzo variegato e composito, una sorta di allegro patchwork come quando - non so se a voi capita, a me sì! - si canticchia una melodia ma si finisce in un'altra o si cuciono insieme, in totale e sfrenata libertà, arie diverse alterandone il ritmo.
Qui, sembra quasi che il musicista ironizzi su tutto quanto è più famoso o più eseguito facendone un fascio come non fosse altro che vecchiume. O forse è solo animato da una spassionata voglia di scherzare, tant'è vero che l'indicazione in cima alla partitura del brano è "Allegro ridicolo".
E ve lo propongo in un gustosissimo video in cui questa musica è stata opportunamente adattata alle animazioni di un celebre cortometraggio di Walt Disney del 1929, intitolato appunto "La danza degli scheletri".
Buona visione e buon ascolto!
6 commenti:
Bizzarro, ma interessante.
E il video è molto suggestivo, con lo scheletro che suona battendo sulle ossa dell’altro! 😁
Conosco il compositore grazie a Proust, autore che amo profondamente. Leggendo la sua Recherche il nome di Saint- Saens si cela dietro la “piccola frase” della sonata per violino e pianoforte di Vinteuil, che ricorderà sempre l’amore folle di Swann per Odette. Proust non amava Saint-Saens, sebbene pubblicamente gli avesse dedicato parole molto lusinghiere, ma era un musicista molto amato da Reynaldo Hahn, suo amante per diversi anni. Un gradevole ascolto. Grazie.
Sì, decisamente bizzaro.
Grazie Gus e buona settimana!
Grazie Marina di essere qui e di questi riferimenti letterari e musicali insieme. Effettivamente Proust aveva per Saint-Saens un'ammirazione solo di facciata.
Hai citato Reynaldo Hahn ed è bella anche la sua musica: se vuoi, in questo blog puoi trovare un suo brano.
Ti auguro una buona settimana!!
Delizioso! A parte la bellezza e orecchiabilità del brano, ricordo bene quel cartone, devo averlo visto da bambina e ne rimasi come rapita.
Questi cartoni d'epoca, pur rudimentali, sono una vera chicca. :D
Oh sì, cara Luz! Questi vecchi cartoni sono meravigliosi e sempre molto godibili!
Grazie di essere passata qui e buona domenica!!!
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