domenica 14 febbraio 2021

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Sarà che sono un po' strana, ma quando ho in mano un libro nuovo, vado subito all'ultima pagina per vedere come finisce.
Ma non fraintendetemi, non è per
sapere come si conclude la storia, se di storia si tratta, per scoprirne l'ipotetico lieto fine e non aver sorprese nel corso della lettura. Non è insaziabile curiosità la mia, ma interesse per il modo in cui lo scrittore si pone verso la sua opera e i suoi personaggi perchè - oltre all'incipit e al corpo del racconto - anche la conclusione è rivelatrice.
Così, vado spesso a leggere proprio l'ultima frase di un testo per capire se in essa l'autore chiude davvero o ci lascia in sospeso, se suggerisce una morale, si apre o meno a una speranza, se fa spazio alla battuta di un dialogo, a un colpo di scena o lascia parlare per esempio il paesaggio.

Ci sono testi che terminano con la conclusione vera e propria della trama, altri con una considerazione di carattere generale come se lo scrittore guardasse dall'alto la sua opera, altri invece con una domanda. E si potrebbe continuare. Ciò dipende spesso dal punto di vista dell'autore nei confronti del proprio scritto, dallo sguardo interno o esterno ad esso, il che non è sempre un aspetto puramente formale, ma ci parla anche del suo modo di essere.

Non solo. Se alla fine del libro c'è una paginetta coi ringraziamenti, leggo
avidamente anche quella perchè è interessante comprendere la personalità di chi scrive in quella parte che a volte non emerge totalmente dalla finzione letteraria. Se infatti i ringraziamenti non si riducono a uno scarno elenco di nomi come spesso capita, dal tono con cui l'autore cita le varie persone o dai particolari che talora aggiunge, emergono sempre tratti del suo carattere. Così, il mio diventa un leggere tra le righe, cogliendo dettagli che compaiono qua e là in filigrana come spiragli di luce da una porta socchiusa.

Ma perchè queste considerazioni in libertà? 
Perchè passando dai libri alla musica, mi sono accorta che anche in uno spartito
le cose funzionano un po' allo stesso modo, e la personalità del compositore si svela talora in tanti piccoli particolari come pure nel costruire la conclusione.
Certo, i caratteri di un brano musicale - come del resto in un'opera
letteraria - oltre che dall'ispirazione, dipendono di epoca in epoca da stili e precise regole compositive. Tuttavia anche in tali procedimenti, ci sono spesso dettagli che la dicono lunga sul loro autore.
Come i brani di Bach all'interno del loro matematico rigore ci aprono la sua anima, così alcune composizioni di Chopin ci parlano della sua delicatezza. Quanta suggestione - per esempio - in molte sue melodie
riprese a volte in modo apparentemente uguale, ma nelle quali in realtà muta il ritmo di una battuta, la nota di un accordo o vi si aggiunge qualche abbellimento! Finezze in cui Chopin è maestro e che sono specchio della sua sensibilità.

Se poi di un brano consideriamo le battute conclusive, troviamo ancora altri esempi. Andiamo dalla pacata luminosità dei finali di Piccardia di tanti autori barocchi dove l'ultimo accordo di un pezzo in minore vira dolcemente in maggiore, a certe chiuse di Haendel, lievi e ariose come un respiro; o dal modo ridondante ed enfatico con cui Beethoven conclude la Quinta Sinfonia, ad alcuni pezzi di Alban Berg che sembrano perdersi nel nulla.
Vero, sono epoche e stili diversi, ma certi particolari non indicano soltanto una forma, ma
anche la personalità che vi sta dietro. E se talora sono espressione di un determinato linguaggio, spesso ci parlano anche della delicatezza, della profondità o del fuoco di un carattere. E gli esempi si potrebbero moltiplicare.

Così, oggi sono andata a prendere un brano che adoro per la vivacità del suo andamento e lo splendore della sua conclusione, ma anche - detto tra noi - per averlo suonicchiato qualche tempo fa.
Si tratta della "Fuga n.7 in Mi bemolle maggiore BWV 852" dal primo libro del
"Clavicembalo ben temperato".
Bach naturalmente - forse non occorre neppure precisarlo - non però nella
versione originale, bensì in quella per archi del "Borromeo string quartet", ensemble che è stato per me una recente e bellissima scoperta dato il fascino dei suoi arrangiamenti. A dire il vero, vi sono approdata dopo lunga e affannosa ricerca perchè ogni interpretazione alla tastiera, anche da parte di esecutori di prestigio, mi pareva troppo veloce. Questa trascrizione per archi invece, mentre ci consente da un lato di cogliere con chiarezza la struttura polifonica del brano nell'intreccio delle sue voci, dall'altro grazie alla velocità non eccessiva ci permette di apprezzarne il finale.

È proprio quello che vedete nelle due battute della foto in alto, tratte dal testo
bachiano della Fuga, un' articolazione di note caratterizzata da uno splendido dettaglio: ad essere tenuto più a lungo, infatti, non è solo l'accordo finale - come spesso accade e come indica il segno grafico della corona - ma anche quello con cui inizia l'ultima battuta.
Vi troviamo infatti due MI bemolle da 4/4 che sembrano concludere, ma in realtà
aprono uno spazio di attesa, una sorta di cadenza all'interno della quale si dipana una lieve zona d'ombra con altre modulazioni. Ed è solo dopo questo passaggio che la conclusione in maggiore si conferma definitivamente.
Una battuta simile a una piccola sosta, una pausa di riflessione sulle soglie della
chiusura che arricchisce l'accordo di più intenso spessore. Un Bach che fa scaturire profondità da profondità.
Un finale che - se qui è stupendo - suonato all'organo con
grandiosa e solenne lentezza, a mio modesto parere sarebbe assolutamente strepitoso!

Buon ascolto!

 

6 commenti:

giorgio giorgi ha detto...

Per tutta la durata del brano ho visualizzato una persona che sempre più trafelata e ansiosa stava buttando per aria ogni cosa in una stanza mentre cercava vanamente qualcosa che non trovava, dicendo in continuazione "Dove l'ho messo, dove l'ho messo, non lo trovo più, dove sarà", finchè alla fine, ritornato calmo e sereno, col cuore che comincia a battere più lentamente, dice sospirando piano "Ah, sì, l'ho trovato, l'ho trovato, per fortuna l'ho trovato".

Bach è una calamita per la mia anima.

Annamaria ha detto...

Non ti manca certo la fantasia, Giorgio! Ebbene sì, quello che immagini ci sta, e il finale può essere anche un bel respiro di sollievo. In ogni caso Bach è strepitoso.
Grazie!

Gus O. ha detto...

Bach mi emoziona.
Ciao Annamaria.

Annamaria ha detto...

Certo Gus, Bach è immenso.
Grazie e buona giornata!

Anna Bernasconi Art ha detto...

"Spensierato ma non troppo"... non so se esista o meno questa definizione musicale ma io l'ho pensata ascoltando questo brano e quindi la condivido con te.

Bellissima riflessione sui finali, Annamaria!
In effetti l'ultimo tocco può essere un dettaglio che riesce ad impreziosire tutta la composizione, magari rafforzando l'andamento generale o magari aprendo un nuovo sguardo.
Peccato non sia possibile regalare l'impressione dell'ultimo tocco a chi guarda un dipinto: potrebbe essere rivelatore che, ad esempio, l'autore ha voluto intensificare proprio un certo dettaglio e ciò può aprire nuovi spunti.

Ti dico anche un'altra curiosità, inutile ma "carina": domenica leggevo le note di ringraziamento su un libro (se ti posso incuriosire, l'ultima creazione che ho pubblicato parla proprio di quello! 😉 ) e l'autrice raccontava che le piace leggere i ringraziamenti sui libri altrui, anche anticipando la lettura del libro stesso. Non ricordo d'aver letto prima delle riflessioni in merito e, comunque, che strano leggerne due simili in pochi giorni! Mi piace notare questi dettagli, che creano fili amichevoli tra cose e persone che, fino ad un attimo prima, nella nostra mente erano scollegate.
Tutto qui, il piccolo dettaglio carino! 😊

Salutissimi!

Anna

Annamaria ha detto...

Che bello, cara Anna, "Spensierato ma non troppo"!!! Non so se una definizione simile esista, ma con questo pezzo di Bach ci può stare eccome! Ogni tanto penso che sarebbe interessante anche una sorta di dizionario degli "incipit" ma pure dei finali, sia per la letteratura che per la musica!
Simpatica la curiosità che mi hai raccontato e bello questo filo di coincidenze che collega persone che non si conoscono! Vengo a trovarti subito!
Grazie di cuore e un abbraccione!!!