venerdì 7 febbraio 2020

Donne col libro - 2

Leonardo da Vinci: "Annunciazione" - Firenze, Uffizi (part.)













Faccio seguito al post del mese di gennaio sul tema "Donne col libro" per riprendere qui il discorso.
L'argomento è molto vasto e l'arte ci offre numerosissime opere - sia di carattere sacro che profano - in cui la figura femminile è intenta a leggere.
Ho fatto quindi delle scelte tenendo conto della presenza di testimonianze più ampie nell'arte sacra del Medioevo e del Rinascimento, mentre nei secoli successivi il tema sarà inquadrato più spesso anche in un contesto profano.

Leonardo: "Annunciazione" (part.)
Come già scrivevo in passato, è la Vergine Maria la prima donna col libro, ritratta così nelle antiche miniature, nella maggioranza delle Annunciazioni, in alcune Natività, talora incinta e venerata come Madonna del parto, e a volte - ma questo soprattutto dal Seicento in poi - intenta alla lettura all'interno di dipinti sull' Educazione di Maria bambina.
Si tratta di un'iconografia di matrice cristiana molto diffusa e per certi aspetti singolare, dato che si parla di secoli in cui l'accesso alle attività intellettuali era prevalentemente riservato agli uomini. Tuttavia, essa ha maggiore sviluppo e diffusione nella fase di passaggio dal Medioevo al Rinascimento, all'interno della cultura umanistica che fiorisce dalla fine del XIV secolo in poi.

S.Martini: "Annunciazione" (part.)
Da Giotto ad Ambrogio Lorenzetti, dal Foppa a Giorgione, dai Crivelli al Lotto e - se vogliamo parlare di scultura - da Donatello ai Della Robbia solo per citare qualche artista restando in italia, è Maria la donna col libro per eccellenza. Ma anche all'estero troviamo la stessa iconografia, a cominciare da tanti mirabili dipinti in ambito fiammingo.
Di necessità, ho concentrato la mia attenzione solo su pochi esempi ma - a mio avviso - rappresentativi degli svariati atteggiamenti in cui Maria è stata raffigurata dai diversi pittori mentre medita le parole della Scrittura.

B.Angelico: "Annunciazione" (part.) 
Se parecchie Annunciazioni la sorprendono in preghiera e la ritraggono mentre, col viso rivolto all'Angelo, tiene un dito tra le pagine del testo attenta a non perdere il segno - come neila tavola di Simone Martini (1333) agli Uffizi, e nell'affresco del Beato Angelico (1438 ca.) al Museo di San Marco a Firenze - altre la rappresentano col libro aperto su di un leggìo. 
Interessanti, poi, i dipinti in cui - se la Vergine è raffigurata col Bambino - il piccolo è intento a leggere con lei, quasi a condividere la progressiva scoperta del proprio destino, come negli esempi riportati del Botticelli ("Madonna del libro" del 1481) e di Raffaello ("Madonna Connestabile" del 1504).
 
Ma ad affascinarmi, nelle riproduzioni che ho scelto, sono soprattutto le mani e lo sguardo di Maria: mani bellissime, affusolate, eleganti nei gesti pacati e composti, insieme a espressioni del viso sempre pervase da una sottile tristezza e assorte nel presagio di un lontano, doloroso futuro.
 Botticelli:"Madonna del libro" Milano, Poldi Pezzoli (part.)
Splendidi e raffinatissimi i particolari dell' "Annunciazione" di Leonardo (1472), dove la destra della Vergine - come affermano gli studiosi - si sofferma proprio sulla pagina delle Scritture in cui il profeta Isaia preannuncia la nascita di un Salvatore, pagine che qui sembrano avere la stessa impalpabilità del velo ricamato che pende dal leggìo.
   
Così pure, morbide e delicate nel gesto le mani della "Madonna del libro" del Botticelli dove - come scrivevo sopra - Madre e Figlio sembrano leggere insieme e interrogarsi sulle parole della Scrittura. 
Incomparabile la dolcezza struggente dello sguardo del Bambino che si volge verso Maria, mentre la sua mano sinistra - intrecciata a una corona di spine e chiodi - si appoggia con dolcezza affettuosa e quasi protettiva a quella della Mamma.   
 Botticelli: "Madonna del libro" (part.) 
La destra di entrambi resta invece sospesa sul libro, in un gesto forse di stupore o di esitazione. 
Ma quelle mani che non arrivano a toccare il testo - che in questo caso è probabilmente solo un Libro d'Ore - lasciano aperti mille interrogativi e ci conducono a immaginare il muto dialogo tra il Bimbo e la Madre.

Proseguendo poi nel discorso, a mio avviso non va dimenticato il particolare della celebre "Annunciata" di Antonello da Messina (1476), mirabile esempio di composta riservatezza e di essenzialità, come già osservavo in un post del passato.
Antonello da Messina: "Annunciata" - Palermo, Palazzo Abatellis (part.)
Una mano a chiudere il manto con lieve pudore e l'altra forse a promettere o a fermare l'angelo che non vediamo, ma del quale possiamo intuire la presenza dai fogli del libro appena smossi, sui quali la Vergine era in meditazione.

Dolcissimo infine il gesto della "Madonna del parto" di Antonio Veneziano (XIV sec.). Qui, mentre legge, Maria accarezza e sembra sostenere il Bimbo che porta nel ventre, come se il contenuto delle Scritture suscitasse in lei un moto di affetto e di protezione verso il Figlio. 
 


























A.Veneziano: "Madonna del parto" - Pieve di Montefiesole (part.)
Si focalizza negli occhi la sua espressione consapevole e attenta: occhi nei quali possiamo scorgere una sconfinata dolcezza insieme a un velo di malinconia.
Ma al di sopra di tutto, mi pare di leggervi anche un senso di totale abbandono che va a coinvolgere l'intera sua persona facendone una luminosa immagine di pace.

E per addentrarci in questa pace venata ora di sorriso, ora di lieve mestizia, ho scelto ancora Bach con un brano tratto di nuovo dalla "Pastorale in Fa maggiore BWV 590" che avevo pubblicato lo scorso gennaio proprio a proposito del tema "Donne col libro"
Si tratta stavolta del terzo movimento della Pastorale: un' "Aria" che vi riporto sia nella versione per pianoforte solo, che in un suggestivo arrangiamento per pianoforte e violoncello, a testimonianza della versatilità dei testi bachiani.

Raffaello:"Madonna Connestabile" (part.) - San Pietroburgo, Ermitage
La prima è rigorosa e al tempo stesso più veloce e scorrevole; l'altra più lenta e sottilmente angosciosa soprattutto nella voce del violoncello. 
Ma entrambe sono ricche di una dolcezza capace di addentrarsi nella meditazione di Maria, insieme al suo guardare lontano con tremore di madre. 
Facilmente riconoscibile - a 0,38 dall'inizio della prima clip audio e a 0,56 della seconda - un passaggio che anticipa il tema della celeberrima "Aria" della "Suite n.3 in Re maggiore per orchestra BWV 1068" che Bach comporrà circa vent'anni più tardi.
In entrambe le versioni, la melodia si dipana poi con nitida chiarezza, sia nella fioritura di note del tema, che negli accordi che ne segnano il ritmo.
Ne deriva un brano misurato e insieme struggente, del cui esordio dev'essersi forse ricordato Rachmaninov quando ha composto "Vocalise"
E mi pare che l'atteggiamento pensoso di Maria nel suo scandagliare le Scritture possa essere significativamente accompagnato da quest' Aria anche per la sua alternanza tra tonalità minore e maggiore, e per la luminosità della parte conclusiva fino all'ultimo, lievissimo accordo. 

Buon ascolto!

4 commenti:

eglissima egle ha detto...

Un grande lavoro! Grazie, Annamaria. Bellissimo il tuo scritto, fantastici i dipinti proposti e, infine, il nostro amato Bach che si sposa divinamente con le pitture.
Buona serata.

egle

Annamaria ha detto...

Sì, cara Egle, avevo messo da parte da tempo questo brano del nostro Bach proprio perché ha una dolcezza straordinaria che mi è parsa adatta alla delicatezza delle immagini.
Tra l'altro, al pianoforte non è particolarmente difficile e suonarlo mi consente di viverne la sua bellezza dall'interno.
Grazie di cuore e buona serata a te!!!

Stefyp. ha detto...

Bellissimo post, Annamaria, complimenti. Dettagliato e pieno di spunti per riflettere. Impareggiabili Leonardo e Botticelli, trovo che esprimano una dolcezza e delicatezza unica. Ottimo anche il brano proposto di Bach che va oltre quello che hanno espresso i pittori.
Il primo forse lo preferisco, ma è molto bello anche il secondo per la sua solennità.
Passa una buona giornata, cara Annamaria. Un abbraccio, Stefania

Annamaria ha detto...

Anch'io, cara Stefania, delle due versioni del brano di Bach preferisco la prima. Ma l'altra, per quanto più sottilmente angosciosa, mi affascina per la capacità che le voci dei diversi strumenti hanno di suscitare nuove emozioni, come in questo caso il violoncello.
Quanto ai dipinti, ho avuto l'imbarazzo della scelta, ma sarebbero stati tanti ancora da citare e analizzare.
Buona giornata a te e grazie di cuore!!!