Si tratta di Richard Strauss (1864 - 1949) compositore e direttore d'orchestra tedesco, considerato tra gli esponenti del tardo-romanticismo anche se il suo stile - nel tempo piuttosto vario - si è aperto talora a dimensioni più innovative. Da non confondere con gli Strauss di Vienna, autori dei celebri valzer, è ricordato per la sua ricca produzione di opere e poemi sinfonici, primo tra i quali "Così parlò Zarathustra", di cui tutti conosciamo in particolare il celeberrimo incipit, inserito anche nella colonna sonora di alcune pellicole.
Il brano che ho scelto oggi, tuttavia, è un altro e comprende la prima e la seconda delle ventidue (!) sezioni della "Sinfonia delle Alpi op.64" scritta dal compositore nel 1915.
Il termine sinfonia qui non ci deve sviare: non si riferisce, infatti, alla tradizionale forma musicale strutturata in quattro tempi tipica degli autori classici e romantici, ma ancora una volta ad un poema sinfonico. Si tratta di un pezzo orchestrale di notevoli dimensioni che deriva della musica a programma.
Formato da uno o - come in questo caso - più movimenti sia pure non nettamente separati, ha intento descrittivo o è teso a tradurre in note l'idea portante di un testo letterario o filosofico. Caratterizzato dalla presenza di un organico strumentale molto ampio, si sviluppa a partire da Liszt raggiungendo il suo apice proprio con Richard Strauss.
Nella "Sinfonia delle Alpi", il compositore si pone sulla scia dei numerosissimi musicisti che, nel corso del tempo, hanno dedicato la loro attenzione alla natura, sia pure con stili e tecniche diverse.
Qui il brano descrive i vari momenti di un'ascensione in montagna che va da notte a notte. Dall'oscurità al sorgere del sole, il cammino dell'alpinista si snoda infatti per boschi, prati, ruscelli, cascate, sentieri impervi e ghiacciai per raggiungere finalmente la cima dove si apre il panorama. Ma la strada prosegue ancora con la discesa durante la quale prima si alza la nebbia e poi si scatena una tempesta, fino al tramonto e alla crescente oscurità.
Il poema è quindi un grande affresco descrittivo in cui ogni tipo di strumento viene coinvolto, per rendere con particolare efficacia i caratteri del paesaggio e gli effetti dei vari fenomeni naturali.
Le prime due sezioni - "Nacht" e "Sonnenaufgang" - traducono musicalmente il passaggio dal buio più fitto al primo barlume dell'alba, fino all'esplosione sfolgorante della luce del sole.
È cupa e profonda la notte, segnata da note discendenti e tenute in modo che risuonino insieme. Ne deriva una sorta di indistinto magma sonoro, quasi al limite con la musica atonale, che non deve tuttavia sgomentare l'ascoltatore perchè prapara una splendida e maestosa risoluzione.
Non è solo l'emergere e il progressivo affermarsi di accordi sempre più forti e luminosi, ma è il passaggio dalla tonalità di si bemolle a quella di la maggiore ad aprire improvvisamente la visuale in modo prodigioso: sorge il sole, il respiro si allarga e il cuore salta un battito tale è la gioiosa empatia che la musica riesce a creare con l'ascoltatore.
Come nell'esordio del poema sinfonico "Così parlò Zarathustra", anche qui l'impatto è fortissimo, ma - a mio avviso - ancor più sorprendente ed intenso nella sua capacità di destare emozioni. Sono fuoco ed energia a pervaderci l'anima, facendo luce sui sentieri impervi del nostro paesaggio interiore e restituendoci - almeno per qualche momento - il senso di una forte, compiuta e scintillante solarità.
6 commenti:
Molto bello: la tua spiegazione accompagna sapientemente. Mi colpisce soprattutto la solennità che si respira nel brano, un movimento che sospinge verso l'alto, l'imponente, il grandioso. Grazie (abbiamo bisogno di elevazione e questa musica ne è stupendo veicolo). Un caro saluto.
Grazie, Rossana, di aver ascoltato fino in fondo. La parte iniziale è molto cupa, ma senza quel buio, non si apprezzerebbe il movimento successivo, proprio grandioso e imponente - come scrivi - nella sua ascesa verso la luce.
Pensa che è un brano che ho scoperto da poco e mi ha subito affascinato per la sua forza sia descrittiva che evocativa. Grandioso davvero!!
Un caro saluto a te e buona serata!
Cara Annamaria, brano che colpisce per la sua intensità e profondità. Davvero molto bello. Ascoltandolo con attenzione e tranquillità ne emerge tutto lo spessore.
Grazie per questa tua particolare proposta.
Un forte abbraccio, cara Annamaria!
Eh sì, cara Stefania, occorre tempo perchè il buio della notte si disperda e si apra un'alba radiosa in tutto il suo spessore! E' quello che mi auguro per tutti noi...dalla musica alla vita di questi nostri tormentati giorni!!!
Grazie e un abbraccio a te!!!
La tua speranza è anche la mia. Vi auguro, cara Annamaria, che arrivi presto un'alba che spazzi via tutte le nubi. Un abbraccione, vi sono vicina.
Grazie di cuore, carissima Stefania!!! Teniamo alte le speranze per tutti!!!
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