martedì 9 luglio 2019

Una straordinaria lezione di ascolto

(Foto presa al web)
Credo di aver già parlato altre volte delle caratteristiche di un insieme orchestrale, sia come ambito nel quale ogni strumento è chiamato a fare la propria parte, sia come organico dove ogni componente deve sapersi coordinare con gli altri seguendo nel contempo le indicazioni del direttore.
A nessuno sfugge che si tratta di un'attività complessa nella quale la concentrazione richiesta non è finalizzata solo alla correttezza della singola esecuzione, ma si allarga a coinvolgere la necessità di armonizzarsi con gli altri rispettando tempi, ritmi, dinamiche e tutte le indicazioni fornite dalla partitura.
Proprio per questo, hanno sempre suscitato la mia ammirazione le orchestre giovanili, dove tanti ragazzi hanno la possibilità di coltivare la propria passione arrivando a cimentarsi con programmi spesso molto impegnativi.
Numerose in Italia e all'estero sono le formazioni di questo tipo che hanno avuto promotori famosissimi quali - ad esempio - Claudio Abbado, fondatore dell'Orchestra Mozart. Ma oggi, al di sopra di tutte, desidero ricordarne una nata da un'idea dalla quale anche il Maestro Abbado ha poi preso spunto.

Ci trasferiamo in Venezuela e parliamo di José Antonio Abreu, creatore - nel 1975 - di un progetto chiamato "El sistema".
Si tratta di una rivoluzionaria iniziativa didattica, finanziata dal governo venezuelano, che prevede un sistema di educazione musicale pubblica, libera e gratuita per bambini di tutti i ceti sociali. 
Occorre entrare nel contesto locale per comprendere quanto fosse urgente anni fa - e quanto continui ad esserlo ancora oggi - la necessità di strappare i più giovani dalla strada, offrendo loro una terapia contro il disagio e la possibilità di un futuro lontano dalla povertà e dal crimine.
Da tale esperienza, diffusasi nel tempo in tanti altri stati, è nata una pluralità di orchestre che, oltre a realizzare lo scopo artistico e insieme sociale del progetto, hanno fatto emergere numerose personalità musicali quali - solo per fare qualche esempio - Diego Matheuz e Gustavo Dudamel.

Ed è qui che volevo arrivare, a Gustavo Dudamel
Venezuelano, classe 1981, violinista e attualmente direttore sia della "Los Angeles Philarmonic" che della "Orquesta Sinfonica Simon Bolivar" - la più rappresentativa tra le formazioni giovanili fondate da Abreu - Dudamel è oggi conosciuto in tutto il mondo a cominciare dall'Italia dove, proprio lo scorso giugno, si è esibito anche alla Scala.
Così, per mettere in luce le sue doti di direttore, invece della pura e semplice esecuzione di un brano, tra le clip video offerte da youtube mi è parso interessante scegliere quella che riporta una prova-lezione. Si tratta infatti di una vera e propria scuola di ascolto - "School of listening" è il titolo dell'evento - dalla quale emerge il suo modo di rapportarsi all'orchestra insieme alla chiarezza con cui spiega l'intreccio dei vari strumenti nel pezzo.

È proprio la sezione giovanile della "Simon Bolivar" a provare qui il terzo movimento della "Sinfonia n.1 in Re maggiore" detta "Il titano" di Gustav Mahler (1860 - 1911), brano famosissimo perchè parodia in forma di marcia funebre - e ovviamente in tono minore - del celebre tema di "Fra Martino".
Anche se Dudamel si esprime quasi sempre in inglese e le scritte in sovraimpressione sono in spagnolo, non è difficile comprendere il senso della sua lezione che mira a illustrare la costruzione del pezzo, la sua struttura a canone, il modo in cui i diversi strumenti fondono marcia e melodia, il ruolo di pizzicati, percussioni e via dicendo.

Ma oltre alla sua competenza di direttore, emerge da lui anche un entusiasmo decisamente contagioso, un insieme di forza, dolcezza e simpatia che gli derivano certo dal calore e dalla vivacità della sua origine latino-americana, ma anche da un evidente desiderio di condivisione dello splendore della musica. Così pure, il suo atteggiamento nei confronti degli orchestrali mi pare improntato a un'autorevolezza che nasce da dentro, segnata da quella spontaneità e comunicativa tipiche di chi è stato toccato da una grande passione.
La prova-lezione diventa così un po' per tutti - compresi noi che guardiamo dietro lo schermo di un computer - un'occasione di gioioso apprendimento.

Se poi desiderate godervi il seguito di questa "Scholl of listening" tenuta da Dudamel al Festival di Salisburgo del 2008, potete trovare le altre due parti aprendo i seguenti link:

https://www.youtube.com/watch?v=nJ6BsHUe0u0&t=8s 

https://www.youtube.com/watch?v=PwKfpEs98rg&t=12s

Buona visione e buon ascolto!

6 commenti:

Rossana Rolando ha detto...

Meraviglioso: un maestro capace di trascinare e appassionare, appassionandosi.
E qui c'è il valore aggiunto della sinergia orchestrale - sapientemente diretta - che riconduce all'unità la diversità dei suoni e degli strumenti.
Nella musica, come in molti altri ambiti, è decisivo l'incontro con veri maestri.
Un caro abbraccio.

Annamaria ha detto...

Grazie di esserti anche tu entusiasmata, cara Rossana!!!
Sì, l'incontro con veri maestri - come scrivi - è un potente catalizzatore e dove c'è un'autentica passione la comunicazione è più facile e la gioia contagiosa. Naturalmente in tutti gli ambiti.
Buona giornata e un abbraccio!!!

Anonimo ha detto...

Questo è il potere magico della musica!
il vero incantesimo!
che bellezza!!

L'abbraccio "universale", mi viene in mente la struggente poesia "pensa agli altri" del grande Darwish
un abbraccio
Adriana

Annamaria ha detto...

Grandioso ed entusiasmante, vero Adriana???
Grazie di cuore!!!!

Anna Bernasconi Art ha detto...

Che lezioni entusiasmanti, anche per gli spettatori! C'è chi ha un gran talento per la comunicazione, è innegabile.

Annamaria ha detto...

Proprio così, Anna:talento musicale e insieme comunicativo.
Grazie mille !!!