martedì 20 febbraio 2018

Un orologio in la minore

Quando a fine giornata spengo il computer, a volte, invece di andarmene subito, mi capita di indugiare ancora per qualche momento.
Clicco "arresta il sistema" e, mentre la procedura di spegnimento fa il suo corso, resto lì come sospesa. 
Lo schermo si svuota delle icone e per un attimo rimane solo la foto di sfondo col paesaggio della mia Valnontey ormai libero, come se dalla scrivania potessi percorrerne il sentiero innevato e avventurarmi in un sogno. Poi sparisce.
Ma per qualche istante quell'ordine - "arresta il sistema" - mi resta dentro come un comando che può significare tutto e il contrario di tutto: una tentazione, un delirio, una follia, un momento di totale assenza, un vuoto di fronte al quale, per un attimo, può mancare il respiro.

Arresta il sistema: alzati, esci, torna indietro, ribellati al corso del tempo.
Arresta il sistema e - come Faust - ferma l'attimo fuggente, afferralo e prolungane all'infinito il corso, la vita, la suggestione, il sapore, la bellezza, quasi in esso potessi addentrarti, avvolgerti nel suo profondo e restare lì, in una tana calda e rassicurante.
Arresta il sistema e ritrova il passato, quasi fosse inciso su di un nastro magnetico intorno alla terra e lo potessi liberamente srotolare per andare danzando coi volti di chi hai amato o ripercorrere i giorni che ti hanno dato luce e consapevolezza di te.
Arresta il sistema e fermati: lasciati raggiungere dalla tua anima e allarga lo sguardo a cogliere del mondo la visione d'insieme, come in certe notti d'estate quando la pianura dall'alto è un palpitare di luci e ogni luce una vita, ogni vita una storia. Ascoltane il cuore, il battito segreto, il palpito, l'incanto così come il grido. E modulane il ritmo sull'onda della musica.

La musica, appunto. Ho avuto qualche incertezza nel cercare le note giuste da accordare a queste mie sensazioni in libertà. Poi una sera, mentre stentavo ad addormentarmi, da quel magma indistinto di pensieri che precedono il sonno, all'improvviso è affiorato un brano e ho sentito subito che non poteva essere che quello.
S'intitola "L' orologio degli dei", dal cd "Joy" di Giovanni Allevi.
Si tratta di un pezzo non recente e dal titolo in apparenza un po' enigmatico, ma che il compositore ascolano ha spiegato alludendo alla prima pulsazione cardiaca che, come una scintilla divina, dà origine alla vita. È quindi il cuore quell' orologio che Allevi ci invita ad ascoltare e del quale sembra voler riprodurre in note il battito.
Costruisce infatti una frase musicale, una piccola cellula ritmica e melodica che si ripete a lungo per tutto il corso del brano: prima sempre uguale a se stessa, poi coniugata in differenti modi quasi fosse un tema con variazioni, movimentata e al tempo stesso ferma. Movimentata per la sua pulsazione ora tranquilla, ora più accesa, ora nettamente scandita o pervasa da un'ansia tormentosa. Ma insieme ferma attorno a una nota di fondo che risuona spesso - un la minore se non erro - come attorno a un originario nucleo di vita, quasi la vita stessa avesse un suono. 
Una pulsazione simile a quella di un cuore che rallenta e poi accelera il battito: in alcuni passaggi dissonante e tempestoso come un orologio impazzito, altrove armonioso e dolcissimo.

Un battito che scandisce un tempo fisico ma soprattutto interiore, simile a una storia raccontata in note che attraversa e fa suoi tutti i colori della musica e insieme tutte le percezioni e le voci dell'anima.
Un brano per fermarsi e dare spazio proprio a queste voci.

Buon ascolto!

10 commenti:

eglissima egle ha detto...

Quanti ricordi e quante emozioni nel riascoltare l'"Orologio degli Dei" di Allevi. Un brano così toccante nelle corde più profonde del nostro cuore che non posso dimenticare i fazzoletti che ci passavamo a teatro mentre Giovanni eseguiva questo pezzo: il cuore che batte, la vita che comincia, la vita sospesa, la vita che tace nel silenzio finale mentre il nostro amato compositore resta immobile con il mignolo alzato. Una sorta di resa.
E anche se conosco questa composizione a memoria, l'emozione si fa viva sempre nel tempo che scorre tra la vita e la morte.
Grazie, Annamaria cara, di questo ricordo incancellabile.
Un abbraccio.
egle

Annamaria ha detto...

Grazie della tua condivisione così intensa, Egle!
Riascoltando questo brano tratto dal cd "Joy" uscito nel 2006, mi rendevo conto che - a distanza di tanti anni - la sua freschezza è intatta, come pure la sua drammaticità.
Un pezzo vivissimo, non solo perchè quell'orologio si riferisce al cuore pulsante di ogni creatura, ma anche perchè la musica sembra attraversare ogni dimensione dell'esistenza, fino a quando - come hai scritto - "la vita tace nel silenzio finale".
Un abbraccio grande a te!!!

frida ha detto...



Sono un incanto - per lucidità e profondità - le tue riflessioni che, partendo da una frase usuale, ( oserei dire anche banale per chi frequenta il pc) ci portano molto, molto lontano... spaziando dall'oscurità dell'anima alla luminosità dell'universo...
E' proprio vero che tante cose grandi nascono dal poco, a volte anche dai piccoli gesti del quotidiano! Ma occorre fermarsi e lasciare che mente e cuore - anche solo per poco - si liberino dai mille pensieri e affanni che costellano ( e qualche volta affliggono ) la nostra vita e le nostre giornate...
Prendersi - o ri-prendersi- uno spazio libero, una " vacanza dell'anima..."

Molto indovinato l'accostamento col brano di Allevi ( che mi riporta ad un tempo che credevo perso...).
Un affettuoso e riconoscente grazie.

Annamaria ha detto...

Sono proprio le piccole cose quotidiane, cara Frida, e talora anche banali, a suggerire uno spessore di riflessione.
E' stato esattamente come ho raccontato: una sera, quell'"arresta il sistema" mi è rimasto dentro e mi ha portato via con sè. Forse perchè ha trovato uno spazio vuoto in cui inserirsi, proprio come hai scritto tu.
Sono contenta che l'accostamento con Allevi ti piaccia e che la sua musica ti abbia fatto ritrovare un tempo passato.
Grazie a te, di cuore!!!

Stefyp. ha detto...

Un fermo immagine, un momento sospeso che dà il via ad un rincorrersi di considerazioni, di riflessioni, molto ben descritte sia per chiarezza e intensità... e note, che corrono sulla tastiera soprapponendosi alle parole in un corale messaggio, che mi hanno regalato, cara Annamaria, qualcosa di inatteso, di magico. Ho sentito il cuore battere, la vita passare tranquilla, correre a momenti più intensa, soffermarsi, riprendere, mentre l'immaginazione seguiva la sua avventura...
Ecco basterebbe davvero poco, un arresto di sistema, un fermo immagine, per trovare la voce che risiede dentro di noi, quella pura, libera da ogni condizionamento...
Un post bello, molto bello!! Un brano coinvolgente, toccante.
Passa un buon pomeriggio, un forte abbraccio Stefania

Annamaria ha detto...

Un fermo immagine...efficacissima la tua espressione, cara Stefania!
Grazie di aver ascoltato e letto con tale intensità che le tue parole hanno completato le mie, e il tuo cuore è - per così dire - entrato nella musica.
Ogni tanto occorre fermarsi e lasciare che affiori la vita, la voce che risiede in noi, "quella pura, libera da ogni condizionamento", proprio come scrivi.
Grazie cuore di questa sintonia, buon pomeriggio a te e un abbraccio grande!!!

Anonimo ha detto...

"Ribellati al corso del tempo
ferma l'attimo fuggente...
ripercorrere i giorni che ti hanno dato luce e consapevolezza di te"
Racchiudo queste tue incantevoli parole nello scrigno dei miei piccoli tesori, perle autentiche con i quali adorno i miei giorni, quel respiro vitale che rende così unico questo viaggio terreno.
E con il battito, con il ritmo ancestrale della musica desidero ringraziarti!
Adriana

Annamaria ha detto...

Grazie di cuore, cara Adriana, della tua sensibilità che ti fa entrare in piena sintonia non solo con le parole, ma anche con il "battito" della musica e con il suo "ritmo ancestrale". E' sempre sorprendente scoprire quanto la musica, magari semplicemente quella di un cuore che pulsa, sia parte di noi!
Un abbraccio grande!!!

Anna Bernasconi Art ha detto...

Sai che mi piace ascoltare le musiche che proponi prima di leggere il post. Avevo tre arretrati, ho visto i titoli ma poi aprendoli non ho badato su quale cliccavo per primo. Questo. Ricordando i titoli ho pensato che fosse "Ritrovare se stessi"! Ed ora che ho letto il post... beh, confermo che il titolo calzerebbe anche qua.
Ciao Annamaria, un abbraccio!

Annamaria ha detto...

Sì, Anna, ritrovare se stessi...che equivale a riascoltare il proprio cuore, magari sulle note di questo splendido brano.
Grazie mille della tua sensibilità e del tuo ascolto!
Ti abbraccio anch'io!!!