(foto presa dal web) |
Di più: magari si vanno a dissotterrare vecchi sogni e - guarda un po'! - a scoprire che, in qualche modo, si sono realizzati.
Ho ritrovato giorni fa un articoletto che avevo scritto in un angolo di web ormai sparito. Correva l'anno 2009 e questo blog non aveva ancora visto la luce.
Vi manifestavo il desiderio di condividere musica e mi lasciavo andare a sogni un po' folli, senza tuttavia immaginare che - di lì a non molto - si sarebbero avverati. S'intitolava nientemeno che "Disc jockey" (!) e, se avete pazienza, lo potete leggere qui:
"Vorrei tanto fare il disc jockey.
Sì, proprio
quello che intrattiene il pubblico radiofonico presentando brani di musica e
commentandoli con vivacità e leggerezza.
Non sto scherzando, nè mi ha dato di volta il cervello. Ci ho pensato l’altro giorno invece, mentre per l’ennesima volta ascoltavo il "Capriccio" della “Partita n.2 in do minore” di Bach con la sua perfetta struttura contrappuntistica, l’architettura delle voci che si inseguono come archi rampanti in una cattedrale gotica e il ritmo carico di dirompente energia.
Così, ho sentito il desiderio di condividerne le bellezza con altri e ho pubblicato il pezzo su Facebook, accompagnandolo con due righe di presentazione che dicevano: "Buona giornata a tutti con questo Bach assolutamente splendido…” eccetera.
Non sto scherzando, nè mi ha dato di volta il cervello. Ci ho pensato l’altro giorno invece, mentre per l’ennesima volta ascoltavo il "Capriccio" della “Partita n.2 in do minore” di Bach con la sua perfetta struttura contrappuntistica, l’architettura delle voci che si inseguono come archi rampanti in una cattedrale gotica e il ritmo carico di dirompente energia.
Così, ho sentito il desiderio di condividerne le bellezza con altri e ho pubblicato il pezzo su Facebook, accompagnandolo con due righe di presentazione che dicevano: "Buona giornata a tutti con questo Bach assolutamente splendido…” eccetera.
È stato lì
che l’idea mi ha folgorato: l’idea di uno spazio in cui poter proporre
all'ascolto - un'oretta ogni mattina - i brani di musica classica che preferisco e che parlino al cuore. Insomma, un modo per aprire la giornata in serenità.
Lo so, la radio è piena di trasmissioni di
questo tipo, condotte con spessore e competenza. Inoltre, proponendo
brani classici invece che musica leggera sarei un DJ molto particolare e
forse il termine non è neppure quello giusto, ma è giovane e mi diverte.
Comunque sia, il presentatore di musica fa un mestiere affascinante perchè a chi si appresta ad iniziare, magari senza grandi entusiasmi, una giornata di lavoro, regala ciò che di bello ha scoperto nella propria valigia di conoscenze.
A me basterebbe un piccolo spazio, dedicato a chi conosco e a chi amo, ma anche agli sconosciuti in ascolto capaci di lasciarsi sorprendere dalla bellezza. Sarebbe uno sprazzo di luce mattutina, un augurio teso a ricaricare dal profondo, a riportare il sole dissipando le nebbie che talora offuscano l'anima. Penso che mi sarebbe congeniale - vinta l’inevitabile emozione - parlare dietro un microfono ad un pubblico che non vedo ma che immagino alle prese col traffico cittadino o forse in treno o tra i mestieri di casa.
Immagino che mi verrebbe facile chiudere gli occhi, sorridere e, seguendo il dettato del cuore, condividere le musiche che più amo: un'aria, un ritmo, un corale ad accompagnare il nostro sguardo sulla vita e a rasserenarlo dall’interno.
Comunque sia, il presentatore di musica fa un mestiere affascinante perchè a chi si appresta ad iniziare, magari senza grandi entusiasmi, una giornata di lavoro, regala ciò che di bello ha scoperto nella propria valigia di conoscenze.
A me basterebbe un piccolo spazio, dedicato a chi conosco e a chi amo, ma anche agli sconosciuti in ascolto capaci di lasciarsi sorprendere dalla bellezza. Sarebbe uno sprazzo di luce mattutina, un augurio teso a ricaricare dal profondo, a riportare il sole dissipando le nebbie che talora offuscano l'anima. Penso che mi sarebbe congeniale - vinta l’inevitabile emozione - parlare dietro un microfono ad un pubblico che non vedo ma che immagino alle prese col traffico cittadino o forse in treno o tra i mestieri di casa.
Immagino che mi verrebbe facile chiudere gli occhi, sorridere e, seguendo il dettato del cuore, condividere le musiche che più amo: un'aria, un ritmo, un corale ad accompagnare il nostro sguardo sulla vita e a rasserenarlo dall’interno.
Nella giornata che ci attende, incontreremo
tante cose che andranno a interferire forse
brutalmente con la nostra interiorità: tanto rumore contrabbandato per musica,
tanto sconcertante squallore intorno a noi che vale davvero la pena attingere l’acqua
sorgiva dei grandi per non dimenticare che cos'è la Bellezza e dare forza al
nostro sorriso.
Non sceglierei brani troppo lunghi, ma solo quelli che almeno una volta abbiano parlato al mio cuore suscitando un'emozione che perdura, pezzi legati a un tratto del mio cammino e per qualche motivo radicati nell’anima.
Proporrei, per esempio, il primo tempo del "Concerto per violino e orchestra in sol min." di Bruch che mi riporta, tumultuoso e romantico, agli anni della mia adolescenza; o il "Larghetto" della "Sinfonia classica" di Prokofiev che nel suo incedere elegante quasi di danza, apre l' anima a fremiti di vita nuova.
O qualche aria dalle mozartiane "Nozze di Figaro"che liberi dalla prigione della tristezza, consentendo al nostro sguardo di recuperare trasparenza.
E naturalmente non potrebbe mancare Bach, in particolare nella pacificante pulsazione ritmica dell' "Adagio" per organo dalla "Toccata, adagio e fuga in Do maggiore".
Ma sceglierei anche splendidi gioielli barocchi dalla brillante orchestrazione come l' "Arrivo della Regina di Saba" dal "Solomon" di Haendel o il corale che conclude il suo "Dettingen Te Deum" con le parole "Oh Lord in Thee have I trusted", Signore, in Te ho fiducia. E quale invocazione migliore per iniziare una giornata?...
Non sceglierei brani troppo lunghi, ma solo quelli che almeno una volta abbiano parlato al mio cuore suscitando un'emozione che perdura, pezzi legati a un tratto del mio cammino e per qualche motivo radicati nell’anima.
Proporrei, per esempio, il primo tempo del "Concerto per violino e orchestra in sol min." di Bruch che mi riporta, tumultuoso e romantico, agli anni della mia adolescenza; o il "Larghetto" della "Sinfonia classica" di Prokofiev che nel suo incedere elegante quasi di danza, apre l' anima a fremiti di vita nuova.
O qualche aria dalle mozartiane "Nozze di Figaro"che liberi dalla prigione della tristezza, consentendo al nostro sguardo di recuperare trasparenza.
E naturalmente non potrebbe mancare Bach, in particolare nella pacificante pulsazione ritmica dell' "Adagio" per organo dalla "Toccata, adagio e fuga in Do maggiore".
Ma sceglierei anche splendidi gioielli barocchi dalla brillante orchestrazione come l' "Arrivo della Regina di Saba" dal "Solomon" di Haendel o il corale che conclude il suo "Dettingen Te Deum" con le parole "Oh Lord in Thee have I trusted", Signore, in Te ho fiducia. E quale invocazione migliore per iniziare una giornata?...
Sto fantasticando, lo so. Non farò mai il
disc jockey. A parte le tante trasmissioni di questo tipo, molta gente oggi, in casa e fuori, in treno o dando
l’aspirapolvere, viaggia con l’ipod incorporato dove ascolta musica a tutto spiano e se
la sceglie.
Ma resta in me il desiderio di condividere con altri - in una radio, un network o altrove - la Bellezza che un giorno mi ha ferito, tesoro nascosto nell’infinita magìa delle note. Offrirla perché non se ne perda il sapore, quel fuoco che alimenta la vita, illumina la tua giornata e ti consente di custodire un sorriso nell’anima anche sotto un cielo carico di nubi."
Ecco, in questo articoletto che appartiene - diciamo così - alla preistoria, esprimevo un desiderio di condivisione che si è concretizzato un anno dopo nel presente blog, e mi piace pubblicarlo oggi perchè, proprio nei giorni scorsi - esattamente il 19 ottobre - "Gioire in Musica" ha compiuto otto anni!
Mai avrei creduto che l'esperienza iniziata con qualche esitazione potesse durare così a lungo, regalandomi tanta voglia di imparare e un entusiasmo che, grazie alla musica e ai lettori/ascoltatori che passano o sono passati di qui, non si è ancora spento.
Così, desidero concretizzare la mia gratitudine a tutti voi con un video un po' particolare e dando il benvenuto a un compositore nuovo.
Si tratta dell'inglese John Dowland (1563 - 1626), con uno dei suoi brani più conosciuti: "Now, o Now I needs must part...", dal "First Booke of Songes" del 1597. Il pezzo, segnato da dolce malinconia e - come altri dello stesso autore - incentrato sul tema della sofferenza d'amore per la separazione dalla persona amata, è stato interpretato nel tempo da vari musicisti tra i quali anche Angelo Branduardi.
Ho preferito tuttavia la versione de "Les Canards Chantants", ensemble specializzato in polifonia rinascimentale, per la purezza e la trasparenza con cui le quattro voci vanno progressivamente sommandosi e fondendosi.
Inoltre, il sottofondo del liuto, che ricorda qua e là la celebre "Greensleeves", ci riporta l'eco di arie di antichi menestrelli restituendocene l'atmosfera.
Ma la mia scelta è stata dettata anche dal fascino della clip-video.
Qui infatti la musica si accompagna e s'intreccia a brevi sequenze che colgono aspetti della quotidianità, immagini di un viaggio che è poi la vita stessa, dove il ritmo pacato delle note diviene splendore che cammina con noi, da custodire nello sguardo e nell'anima.
Buona visione e buon ascolto!
Ma resta in me il desiderio di condividere con altri - in una radio, un network o altrove - la Bellezza che un giorno mi ha ferito, tesoro nascosto nell’infinita magìa delle note. Offrirla perché non se ne perda il sapore, quel fuoco che alimenta la vita, illumina la tua giornata e ti consente di custodire un sorriso nell’anima anche sotto un cielo carico di nubi."
Ecco, in questo articoletto che appartiene - diciamo così - alla preistoria, esprimevo un desiderio di condivisione che si è concretizzato un anno dopo nel presente blog, e mi piace pubblicarlo oggi perchè, proprio nei giorni scorsi - esattamente il 19 ottobre - "Gioire in Musica" ha compiuto otto anni!
Mai avrei creduto che l'esperienza iniziata con qualche esitazione potesse durare così a lungo, regalandomi tanta voglia di imparare e un entusiasmo che, grazie alla musica e ai lettori/ascoltatori che passano o sono passati di qui, non si è ancora spento.
Così, desidero concretizzare la mia gratitudine a tutti voi con un video un po' particolare e dando il benvenuto a un compositore nuovo.
Si tratta dell'inglese John Dowland (1563 - 1626), con uno dei suoi brani più conosciuti: "Now, o Now I needs must part...", dal "First Booke of Songes" del 1597. Il pezzo, segnato da dolce malinconia e - come altri dello stesso autore - incentrato sul tema della sofferenza d'amore per la separazione dalla persona amata, è stato interpretato nel tempo da vari musicisti tra i quali anche Angelo Branduardi.
Ho preferito tuttavia la versione de "Les Canards Chantants", ensemble specializzato in polifonia rinascimentale, per la purezza e la trasparenza con cui le quattro voci vanno progressivamente sommandosi e fondendosi.
Inoltre, il sottofondo del liuto, che ricorda qua e là la celebre "Greensleeves", ci riporta l'eco di arie di antichi menestrelli restituendocene l'atmosfera.
Ma la mia scelta è stata dettata anche dal fascino della clip-video.
Qui infatti la musica si accompagna e s'intreccia a brevi sequenze che colgono aspetti della quotidianità, immagini di un viaggio che è poi la vita stessa, dove il ritmo pacato delle note diviene splendore che cammina con noi, da custodire nello sguardo e nell'anima.
Buona visione e buon ascolto!
8 commenti:
Ma che bello! Questo tuo articolo in fondo mi porta a pensare, quanto spesso le nostre scelte nella vita non siano casuali, ma il compimento di un desiderio, un'idea, già presente in noi, inconsapevolmente maturata.
Fantastico il video-clip, in connubio perfetto con il tuo scritto, ma anche con questi particolari giorni in cui si fa più acceso il ricordo dei nostri cari, e la consepevolezza della vita che corre.
Grazie, carissima Annamaria, per questo bel momento di condivisione.
Buona festa di Ognisanti, un abbraccio
Stefania
Bello il tuo racconto e ancor più affascinante la musica che hai postato e mi ricorda le mie amate musiche celtiche.
Grazie.
Un abbraccio.
egle
Verissimo quanto scrivi, Stefania! Ci sono in noi desideri e sogni - talora chiari, talaltra inconsci - che la vita s'incarica di portare alla luce e di realizzare. Ce ne accorgiamo dopo guardandoci indietro con stupore.
La musica di Dowland e il video poi, mi hanno letteralmente affascinato e - come scrivi - il tema del canto si adatta anche a questi particolari giorni.
Buona Festa a te e grazie di cuore!!!
Sì, Egle, ricorda molto le musiche celtiche. Oltre a quello che ho pubblicato, ci sono altri canti di Dowland molto famosi tanto che - a parte Branduardi - anche Sting ha dedicato un intero cd ("Songs from the Labyrinth") proprio all'interpretazione di vari suoi brani.
Grazie e un abbraccio!!!
Aprire la nostra piccola finestra con l'ascolto della musica…
E' un invito che trasforma il nostro ritmo quotidiano, nel ritmo di una musica infinita, perché infiniti saranno i nostri sogni, i nostri desideri, mentre il tempo s'annulla nell'attimo meraviglioso della scoperta.
Quanti volti scopriremo ascoltando, vivendo la musica? Quanti incontri? Quante storie s'incontreranno in un ritmo dapprima sconosciuto?
Io ai miei figli, fin da piccoli, ho sempre detto queste parole: "Ricordatevi che siamo fatti di musica…" Con i loro sguardi, i loro sorrisi comprendevano che la musica è vita, nel dono della bellezza che ogni uomo dona a questo mondo.
Oggi, rivedo sui loro volti sereni, lo specchio delle mie parole.
Nel mio incontro quotidiano con la mia classe, non dimentico di salutare il giorno ascoltando assieme un breve brano di musica classica; noi lo chiamiamo "il saluto del giorno"
E' incredibile la bellezza dei loro sguardi!
Un grazie sincero per la bellezza che ci doni
Bellissimo il video-clip
Adriana
Grazie a te, Adriana, di aver condiviso qui il tuo sentire e la tua esperienza con i tuoi figli e nella quotidianità della vita scolastica. Bellissima questa idea del "saluto del giorno", un modo di inquadrare nella musica ogni nostra azione, di iniziare la giornata con gioia. E questo ci apre infinite prospettive e sogni perché è proprio vero:siamo fatti di musica!!!
Un abbraccio di buona serata e grazie ancora!!!
Eh sì, in qualche modo il sogno l'hai realizzato! ☺
Deliziosa musica e delizioso anche il video, bella scelta!
Grazie, Anna!!! Vero che musica e video sono proprio belli??? Sono contenta che questa scelta ti piaccia.
Un abbraccio!
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