Si tratta del celebre dipinto intitolato "Il canto dello stornello", conservato a Firenze presso la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti: un'immagine che mi ha sempre preso per il fascino che da essa promana, ma che qualcosa mi aveva trattenuto finora dal pubblicare.
L'opera rappresenta un pacato quadretto di vita familiare in cui l'artista ha raffigurato al pianoforte la giovane cui era sentimentalmente legato e - dietro di lei - le sue sorelle una delle quali intenta a cantare.
La pianista è al centro del dipinto e le altre due un poco più appartate; tuttavia le loro figure sembrano assumere un rilievo quasi plastico in rapporto allo sfondo della stanza.
A destra fa da cornice un tendone e a sinistra la linea obliqua della tastiera ci conduce all'aperto, verso un paesaggio di dolci colline. Potrebbe essere maggio, coi primi caldi primaverili e la campagna - là fuori - marezzata di una luce che illumina anche l'interno, offrendoci un'immagine pacata e ariosa.
Mi ha sempre preso l'atmosfera ottocentesca di questo insieme, il richiamo ad un ambiente di altri tempi evidente nell'abitudine di far musica in famiglia, nell'abbigliamento e nelle acconciature delle tre donne, fino a particolari come la colonnina tortile e il piccolo candelabro del pianoforte che indicano uno strumento di antica eleganza.
Ne possiamo intuire persino la consistenza, ora più lieve nell'abito intero e quasi impalpabile nella camicetta chiara, ora invece più sostenuta, tanto che vengono in mente stoffe come mussola, crepella, taffetas, piquet, cretonne e via dicendo.
Una rappresentazione particolareggiata e realistica quindi - a ben guardare anche nella somiglianza dei tre profili - ma insieme un'immagine sulla quale indugiare per lasciarsi pervadere da un senso di antica pace.
Tuttavia - ed è questo il motivo per cui avevo esitato a pubblicare il dipinto - ho sempre avvertito un certo contrasto, quasi una sfasatura tra la serietà e la compostezza delle tre protagoniste e il titolo del quadro - "Il canto dello stornello" - che fa pensare invece a un più movimentato e spensierato clima di vivacità.
Se ingrandendo la foto osserviamo lo spartito, vi scorgiamo certamente la scrittura musicale con la parte del pianoforte e del canto.
Eppure, il mio pensiero non corre a uno stornello col suo stile talora satirico o scherzoso, ma alla dolcezza di una romanza.
Me lo dicono i volti soavi e pensosi delle due giovani in piedi, pervasi da una sottile malinconia, quello più serio della pianista e la grande compostezza delle loro figure che ad alcuni critici ha ricordato lo stile di Piero della Francesca: radici toscane che, attraverso i secoli, si richiamano e s'intrecciano.
Così, passando alla musica, per accompagnare questo dipinto ho preferito una delicatissima melodia di un compositore contemporaneo a Silvestro Lega: Charles Gounod (1818 - 1893).
Si tratta di "Serenade", brano d'impronta intensamente romantica e dal dolce ritmo di berceuse composto su di un testo poetico di Victor Hugo. Sono versi struggenti in cui lo scrittore contempla l'amata quando canta, quando ride e quando dorme e tale contemplazione, dissipando ogni pensiero negativo, diventa fonte di profonda armonia.
Ho scelto qui una versione per voce e pianoforte che mi pare rifletta l'aura di discrezione e pacatezza del dipinto. E davvero, nella realtà, le giovani ritratte da Silvestro Lega avrebbero potuto cantare questa "Serenade", perchè composta da Gounod esattamente undici anni prima del quadro!
Buon ascolto!
10 commenti:
Eccomi nella casa della mia infanzia che aveva quadri dei nonni dipinti a olio con lo stile e i soggetti decadenti di Lega. Così come è bella e decadente la melodia di Gounod, tanto amato da mio padre che suonava suoi pezzi al pianoforte.
Grazie, Annamaria cara, per questi bei dipinti e la musica di Gounod, che apprezzo anche se mi suscitano tanta malinconia... Il passato che ritorna.
Un abbraccio.
egle
E' davvero affascinante, cara Egle, il clima creato da Lega in questo dipinto: si vorrebbe entrare in quella stanza e in quella casa e respirarne l'atmosfera di signorilità e di pace.
Sono contenta che ti sia piaciuto l'abbinamento con il brano di Gounod che è un autore dalle tante sfaccettature. E' certo più famoso per l'Ave Maria, ma ha anche composizioni squisitamente romantiche come questa serenata e altre d'impatto quasi parodistico: l'esempio più eclatante è la "Marcia funebre per una marionetta" divenuta poi la sigla dei vecchi filmetti di Hitchcock.
Buon pomeriggio e grazie!!!
Grande Gounod, il dipinto non lo conoscevo...nel mio viaggio a Firenze mi manca proprio palazzo Pitti. Dovrò recuperare.
Ti ringrazio e ti auguro una splendida Domenica, ciao.
Ciao, Pia! Devi assolutamente andare a Palazzo Pitti, sia per i diversi musei che vi hanno sede, sia per il giardino.
Grazie a te, carissima, e un abbraccio di buon pomeriggio!!!
Dopo aver letto la tua lunga introduzione ( piacevolissima, del resto! ) al brano musicale, pare anche a me che tu abbia fatto una buona scelta nell'abbinamento tra pittura e musica.
Così è tutto più dolce e delicato: un quadretto d'altri tempi , reso magnificamente.
Sì, un quadretto d'altri tempi, cara Frida, nel quale mi piace molto entrare attirata dall'atmosfera che Silvestro Lega crea riportandoci a un tempo tranquillo, meno frettoloso, con una rasserenante attenzione alle piccole cose. E mi pare che il brano di Gounod ne sottolinei il clima.
Grazie di questa tua sintonia e buona giornata!!!
Ho rivisto Palazzo Pitti, quest'estate: precisamente a luglio.
Il momento è stato particolarmente emozionante perché realizzavo una dolce promessa che io e mio marito avevamo fatto nei momenti duri della sua convalescenza a seguito di un incidente.
"Vedrai...quando riprenderai a camminare, noi due ritorneremo a Firenze"
A distanza di ben due anni, abbiamo posato i nostri sguardi sulla vera bellezza che vive in questa città!
hai raccontato mirabilmente di parole magiche: pianoforte, spartito, dipinto, canto e l'abitudine di far musica in famiglia.
Tutto questo è il vero elisir di lunga vita!
GRAZIE!! Un grazie infinito anche questa volta per la scelta del dipinto e della musica
Adriana
Scusa, Adriana, se vedo solo ora questo tuo commento. Ti ringrazio di cuore e sono felice per te e tuo marito che la sua guarigione sia stata festeggiata con una visita a Firenze e in particolare a Palazzo Pitti.
Sì, la bellezza in ogni sua forma e manifestazione è elisir di lunga vita e la mia gioia è cercare, nel mio piccolo e con i miei limiti, di metterla in luce.
Grazie infinite a te!!!
Che bello immaginare di passare sotto quella finestra aperta e sentire questa "Serenade" uscirne! In caso, non ci si potrebbe che soffermare e godere l'atmosfera, ad occhi chiusi o perdendosi con lo sguardo nel paesaggio... speriamo che sotto alla finestra ci sia una panchina! 😊
Che bella immagine ci hai suggerito, cara Anna! Un' immagine di contemplazione pomeridiana sull' onda di una dolce musica. Che pace....
Grazie di cuore!!!
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