giovedì 24 maggio 2018

Fascino inglese

Cappella di San Giorgio - Windsor
Sarà che sto sognando le vacanze, che ho negli occhi foto di castelli, parchi dal fascino inglese, nonchè matrimoni reali e quanto di inglese in questi ultimi giorni ci è stato offerto in tv...sarà frutto dell'effetto d'insieme, ma oggi sono tornata a Haendel.

Per quanto infatti il compositore sia tedesco di origine, ha trascorso buona parte della sua vita in Inghilterra, tanto da diventare musicista della famiglia reale per la quale ha scritto brani sontuosi.
Scintillante, maestoso e solenne, nei suoi numerosi pezzi celebrativi ha saputo entrare nel vivo degli eventi da interpretare in note, tanto da farne scaturire l'intima gioia. Il suo stile è infatti festoso e fastoso: dalla "Musica sull'acqua" alla "Musica per i reali fuochi d'artificio", dal "Dettingen Te Deum" ai quattro "Coronation Anthem" primo dei quali è il famoso "Zadok the Priest".  
Ma è anche ricco di una vitalità che possiamo cogliere, tra l'altro, in diversi brani del "Messiah" a cominciare dal celeberrimo "Hallelujah", o dell'oratorio "Solomon". Certo ricorderete - tratta proprio da quest'ultimo - la sinfonia intitolata "L'arrivo della regina di Saba", una delle creazioni più esaltanti che la musica barocca ci possa offrire. Ed è solo un esempio.

Tuttavia, a fronte di pezzi esuberanti e grandiosi, nelle composizioni di Haendel troviamo anche una vena intima d'incomparabile dolcezza. Basti pensare al "Largo" dall'opera "Serse" o ad altre splendide arie come "Lascia ch'io pianga" dal "Rinaldo".
Proprio un'aria ricca di singolare fascino ha accompagnato il recente matrimonio del Principe Harry con Meghan Markle, e in particolare l'ingresso della sposa nella cappella del Castello di Windsor.

Sì, ho visto anch'io alcune riprese di questo evento che ha suscitato clamore, curiosità e spesso anche gossip, ma devo dire che - se pure la cosa inizialmente non aveva destato in me particolare interesse - le immagini poi mi hanno affascinato. Incantevole certo la cornice ampia e verdissima del parco, la severa eleganza del castello, così come la gotica Cappella di San Giorgio - divenuta nel tempo simile a una cattedrale - che si affaccia su di una piazzetta raccolta, un piccolo borgo di case a graticcio. 
Ma incantevole anche la schietta festa delle tante persone convenute e splendidi gli sposi nella loro gioia e - mi è parso - nella loro spontaneità: insomma un evento solenne di grande suggestione, a cominciare dall'appassionato sermone del Vescovo Michael Curry.

Naturalmente, però, la mia curiosità si è appuntata sulle musiche che hanno accompagnato la cerimonia, un vero e proprio concerto con brani classici di ieri e di oggi: da Tallis a Fauré, da Schubert a Rutter, solo per citarne alcuni; e insieme, pezzi gospel come il conosciutissimo "Stand by me" di Ben E. King.
Ma non poteva mancare Haendel! 
È stato infatti il brano iniziale, "Eternal source of light divine", dell' "Ode for the Birthday of Queen Anne HWV 74" ad accompagnare - come scrivevo - l'ingresso della sposa nella Cappella di San Giorgio. Ed è proprio questo che desidero condividere con voi oggi.
Si tratta del pezzo di apertura di una cantata profana scritta dal compositore nel 1713, in occasione del compleanno della Regina Anna di Gran Bretagna che aveva favorito la ratifica della Pace di Utrecht stipulata nello stesso anno. Proprio la celebrazione della pace è il tema del testo dell'Ode, composta da sette strofe ognuna delle quali si conclude lodando "il giorno che donò alla luce la grande Anna, colei che ha concesso una pace duratura sulla terra".

Il brano, un'aria di rara leggiadria caratterizzata da un incedere lento e ricco di fascino, è interpretato qui da Elin Manahan Thomas, la stessa soprano che lo ha cantato durante la cerimonia nuziale. Una voce di insuperabile luminosità e nitidezza che sembra ora dialogare, ora fondersi con quella degli strumenti, conducendoci in un'atmosfera di sempre più alto splendore.

Buon ascolto!

8 commenti:

frida ha detto...



Non ho assistito elle regali nozze, quindi non sono in grado di giudicare se le musiche approntare per la cerimonia fossero o meno consone all' evento. Tenendo presente però che Handel fu a lungo un compositore di corte, mi pare che la scelta sia quasi scontata.
Quello che tu ci proponi qui - in ogni caso - mi pare un brano di incomparabile bellezza, sia per la melodia che per il nitore della voce della soprano.
Grazie.

Annamaria ha detto...

Sì, cara Frida, il brano è incantevole e ti dirò che, nella mia ricerca su youtube, ne ho trovato un altro sul quale sto lavorando e che pubblicherò a giorni. Stavolta non sarà un'aria, ma un pezzo più pomposo e scintillante, degno esempio di musica di corte, ma soprattutto pieno di gioia!
Grazie e a presto!

Anonimo ha detto...

Carissima, è un brano di una bellezza struggente! Incomparabile la voce di Elin Manahan Thomas
Io desidero solo aggiungere che quell' intima gioia di cui parli, diventa una carezza vitale per tutti noi
un caro saluto
Adriana

Annamaria ha detto...

Grazie, Adriana! E' proprio quello che desideravo! Sono felice di poter condividere questa musica proprio perchè tutti quelli che si trovano a passare di qui possano sentire quella carezza di cui parli.
Un abbraccio grande!!

Benedetto Macello ha detto...

Bel blog (da poco scoperto). Quanto al brano, è purtroppo rovinato dalla solita mania degli "strumenti antichi" (tromba "barocca" in questo caso), dal limitato ricorso al vibrato, che avrebbe giovato all'intonazione precaria di alcuni passaggi, e dalla piattezza dell'esecuzione monocorde del soprano. Mi sono dovuto ascoltare decine di volte Kathleen Battle e Winton Marsalis per rifarmi le orecchie

https://m.youtube.com/watch?v=2MuCCbg0k_0

Annamaria ha detto...

Benvenuto in questo blog, Benedetto!
Da quanto scrivi, devi essere un finissimo esperto di musica, dotato di conoscenze molto più ampie delle mie.
A dire il vero, neppure io amo molto gli strumenti antichi, ma nella mia scelta sono stata attirata dal fatto che qui la soprano è la stessa che ha cantato nella cerimonia nuziale del principe Harry con Meghan.
Grazie mille della tua indicazione su youtube!!!

Benedetto Macello ha detto...

Sulle note tenute, Kathleen Battle adotta un accorgimento raccomandato da Reynaldo Hahn per mantenere l'intonazione, fare un piccolo crescendo per aiutarsi a sostenere il suono tenendolo così "a fuoco"; vero è che non si tratta in toto di cattiva volontà, è proprio il tipo di voce a essere diverso (non tutti possono nascere Kathleen Battle) e di trombettisti come Winton Marsalis ne nascono uno ogni secolo, quindi il confronto è impari, ma l'ostinazione per gli strumenti "antichi" è imperdonabile, specie per quelli a fiato a proposito dei quali mi torna in mente una lettera di Scarlatti padre (Alessandro) in cui diceva di preferire non comporre parti per legni od ottoni se poteva, attesa l'imprecisione di questi strumenti per ciò che concerneva l'intonazione, e infatti (anche se rispetto alla media qui la tromba barocca non presenta i difetti penosamente evidenti in flauti e oboi "originali" principalmente per la maestria dell'esecutore però) ciò è evidente e solo la fissazione per un sound "barocco" può giustificare il ricorso a questi ultimi in nome di un frainteso rigore per la prassi esecutiva, quando Glenn Gould suonando Bach sul pianoforte lo rendeva ottimamente, e dove c'è gusto non c'è perdenza

Annamaria ha detto...

Ho ascoltato il link che mi hai suggerito: davvero superba l'interpretazione della Battle - un tipo di voce diversa - e di Marsalis.
Anche a me piace Bach al pianoforte invece che al clavicembalo e concordo: "dove c'è gusto non c'è perdenza".
Grazie di queste precisazioni.