martedì 1 maggio 2018

"Dolce paese..."

Sfuma leggera la foschia sulle colline, dove l'azzurro si carica di una tonalità più cupa e il verde contrasta col cielo, la pietra scabra del pozzo e il cespo di fiori rosa, lì accanto.
È l'immagine che offre il mio calendario toscano che ho aggiornato stamattina, inaugurando il mese di maggio.
Dico toscano non solo perchè l'ho comprato lo scorso anno a Lucca per l'esattezza, ma per le foto che riportano angoli, scorci, monumenti o panorami un po' da tutta la regione.

A prima vista, questa che vedete sembra un'inquadratura della campagna senese - o forse anche maremmana - ondulata da dolci colline, con un cerchio di cipressi intorno a un rustico casale: luoghi che mi hanno sempre affascinato per la morbidezza con cui in essi si fondono elementi contrastanti. 
Qui infatti, la pietra rustica della vera da pozzo si sposa col verde del prato che ci regala invece una sensazione vellutata. E al tempo stesso quel verde - fresco come i germogli a primavera - si armonizza con un cielo che quasi prelude al temporale, mentre lo sfondo marezzato di luce ci consente di scoprire particolari di paesaggio che a prima vista non si notano. 
Se infatti ingrandiamo la foto, essa ci svela campi, sentieri, un fumo che biancheggia in lontananza e un lieve profilo di monti che può ricordare i versi carducciani del sonetto "Traversando la Maremma toscana": 

"...pace dicono al cuor le tue colline / con le nebbie sfumanti e il verde piano / ridente ne le piogge mattutine".

E l'immagine mi pare davvero la fisionomia di un "dolce paese" dalla riposante morbidezza, dove ritrovare antiche radici, placare ansie o nostalgie e sul quale fermare - insieme al poeta - uno sguardo rasserenato e commosso.

Ma essa mi riporta anche ad un brano di musica ora delicato come questo paesaggio, ma altrove ricco di contrasti evidenti nei frequentissimi passaggi tra il forte e il piano
Si tratta del primo movimento della "Sonata n.24 in Fa diesis maggiore op.78" di Ludwig van Beethoven, dedicata "A Thérèse von Brunswick", sua allieva e forse destinataria delle famosissime lettere che il compositore aveva dedicato all' "Immortale Amata".
In effetti, leggendo tali lettere - mai spedite e rinvenute tra i documenti del musicista dopo la sua morte - insieme a notazioni di vita quotidiana vi si trovano espressioni traboccanti di amore e sofferenza, speranza e nostalgia, sentimenti che la Sonata n.24 esprime efficacemente, inducendo alcuni studiosi ad ipotizzare che Thérèse sia stata destinataria anche degli scritti.

Questo che ascolterete è un primo tempo in realtà suddiviso in due parti: un "Adagio cantabile" introduttivo di sole quattro battute di accordi ascendenti, e un "Allegro ma non troppo", melodia luminosa, fatta di momenti di dolce intimità alternati ad altri più tempestosi e drammatici dove il tema è ripreso in tono minore.
Contrasti - appunto - come quelli del paesaggio in primavera, che spesso si ricompongono in soavità regalandoci insieme ricordi, nostalgie e tutte le sfumature di un appassionato sentimento d'amore. 

Buon ascolto!

 

12 commenti:

eglissima egle ha detto...

Bello il tuo racconto dei paesaggi senesi e maremmani. La dolcezza delle colline, il colore caldo della terra e i filari di cipressi della Toscana sono indimenticabili.
Grande Baremboim in questa Sonata di Beethoven. Ciò che apprezzo di più in questa composizione è la variabilità di parti decisamente melanconiche e di armonie ricche di atmosfere appassionate.
Grazie, Annamaria cara, per questo tuo regalo.
Buona giornata.

egle

Annamaria ha detto...

Grazie, Egle! Adoro certi paesaggi toscani come se ci fossi vissuta o in essi avessi radici che, in realtà, non ho.
Quanto alla musica, sì, la Sonata si compone di atmosfere molto diverse che l'interpretazione di Barenboim sottolinea e armonizza con sapienza.
Un abbraccio di buona giornata!!!

frida ha detto...



Delicata la storia fra il musicista e Thérèse e ricca di quelle sfumature che solo i grandi sentimenti sanno suscitare. Così come il brano molto suggestivo che hai voluto regalarci.
Grazie!

Annamaria ha detto...

Vero, cara Frida, solo i grandi sentimenti sanno suscitare certe sfumature!
Come la sua musica, sono pagine delicate e appassionate quelle di Beethoven all' Amata Immortale, ma solo alcuni studiosi l'hanno identificata in Thérèse e il mistero, in realtà, rimane.
Grazie a te!!!

Rossana Rolando ha detto...

Molto bello l'intreccio tra musica e immagini, ricordi, sentimenti. Mi chiedo (e pongo con molta semplicità una questione che è però complessa, filosofica), pensando al Nietzsche de "La nascita della tragedia": la musica si genera dall'imitazione della realtà o, viceversa, è la musica a "scaricarsi" in immagini ed a far nascere in noi nuove realtà: sentimenti, emozioni, desideri...
E' la prima volta che entro in questo blog e leggo un suo articolo: mi pare molto interessante, con un taglio specifico, "musicale" e culturale. Un saluto.

Annamaria ha detto...

Benvenuta qui, Rossana, e grazie del suo commento!
Sì, il taglio di questo blog è musicale, anche se - mi piace sempre chiarirlo - non particolarmente tecnico. Sono solo un'appassionata di musica, ma non ho frequentato il Conservatorio e di conseguenza le mie letture dei vari brani non sono analisi tecniche che presupporrebbero ben altra competenza. Questo spazio web nasce solo dalla gioia di condividere la musica che mi piace insieme alle sensazioni che essa mi suscita, talora con qualche collegamento ad immagini, naturalistiche o artistiche, e a considerazioni di vita quotidiana, liberamente.
Ma vengo alla sua non facile domanda.
Certo, esiste una musica che si genera dall'osservazione della realtà: basti pensare a tutti i brani che la natura ha ispirato, dalle stagioni, i mesi, la primavera ecc. La classica è piena di musica - diciamo così - "a programma". Ma la sua origine non si esaurisce qui.
Nel mio piccolo, sono convinta che la musica esista quasi "a priori" nell'armonia della creazione, un'armonia che la sensibilità e il genio dei singoli compositori riesce a cogliere e a tradurre in note. Ed è vita che poi produce in noi altra vita: sentimenti, emozioni, desideri, come lei ha scritto.
Spero di essere stata chiara.
Grazie e un saluto!!!

Rossana Rolando ha detto...

Chiarissima. Grazie per la risposta. Bella l'idea della musica come "a priori" che esiste già nell'immensità del cosmo e che giunge a noi tramite la mediazione del compositore. Buona giornata.

Annamaria ha detto...

Grazie a lei. Buon pomeriggio!!!

Stefano ha detto...

Ciao cara Annamaria, come stai?
hai associato benissimo il paesaggio toscano con la Sonata di Beethoven, soprattutto con l'interpretazione musicale del Maestro Baremboim. Brava!!!
Un carissimo abbraccio.

Annamaria ha detto...

Ciao, Stefano! Sto bene e ho un po' di nostalgia dei nostri incontri blogger...Ormai l'estate è vicina, ma chissà che in autunno non si riesca a organizzare un altro raduno? Vi vedrei tutti con molto piacere, vicini e lontani.
Grazie del tuo commento alla musica e della tua cortesia.
Un grande abbraccio!!!

Anonimo ha detto...

Carissima, hai inaugurato il mese di maggio con calde parole che fanno vivere la vera bellezza. E rivivo parole di un dialogo incantato che ho vissuto in momenti preziosi della mia vita:
"Dobbiamo iniziare a far rivivere nell'uomo il senso vero della bellezza...l'infinita bellezza di un fiore, di un paesaggio, di delicatissimi fili d'erba, piccoli capolavori di bellezza, così unici nella loro diversità.
Perché solo amando la bellezza, l'uomo ama la Vita!"
E la bellezza Ludwig van Beethoven l'ha vissuta fino alla fine della sua vita, fino al momento in cui morendo, alza la mano verso il cielo invocando quest'ultima sua parola: "Perché?"
...perché anche nel momento dell'abbandono, rimaneva forte, pregnante, in Beethoven il desiderio di continuare a vivere la bellezza e fissarla per sempre nella sua meravigliosa musica
Un caro saluto e un grazie sincero per questi tuoi doni preziosi
Adriana
natipervivereblog.com

Annamaria ha detto...

Grazie a te, cara Adriana, che arricchisci il discorso e l'ascolto con questi preziosi commenti. Spesso siamo portati a notare la negatività che abbiamo intorno e che purtroppo abbonda, e di conseguenza non riusciamo più a vedere la bellezza. E' il nostro sguardo che dobbiamo educare, a cominciare dalle piccole cose quotidiane. E ti assicuro - ma tu lo sai meglio di me - che sono piccole cose che danno respiro e sorriso, come la foto di questo calendario appeso al muro della mia cucina!
Grazie di cuore e un abbraccio!!!