martedì 20 marzo 2018

Tormentone

Sono passate solo poche settimane da quando ho pubblicato "Fodòm", un suggestivo brano di Bepi de Marzi, ma ritorno già con un altro pezzo sempre dello stesso autore, anche se l'atmosfera che vi si respira è decisamente diversa.
S'intitola "El maridamento" ed è un divertente canto popolare che avevo già adocchiato da giorni senza decidermi a pubblicarlo.

Racconta la storia di una ragazza che si è sposata, ma non con uno dei suoi numerosi pretendenti. È proprio ognuno di loro a lamentare di essere stato respinto da lei ("Ma non con mi...")mentre sono poi tutti in coro a rivelare chi - invece - è stato il prescelto e ad identificarlo però con pettegolezzi un po' pesantini.
Si tratta infatti del "fiolo dela Gina, che dorme dalla sera alla mattina"; se ho ben capito, del "tesoro dela mama, biondo petenà con la banana" e - dulcis in fundo - del "fiolo del dotore...che no l'è gnanca bon de far l'amore"!

Per carità, dormire dalla sera alla mattina non è una colpa, sarebbe peggio se il tizio di cui si parla dormisse dalla mattina alla sera. Ma a parte le squisite esigenze di rima con Gina, se leggiamo queste parole in parallelo con la terza battuta, cogliamo facilmente che anche qui c'è un sottinteso di malignità.  
Per il resto, tranquilli, la ragazza non ha preso tre mariti in un colpo solo e i tre pettegolezzi sono certamente a carico della stessa persona. 
Insomma si è sposata, fine della storia.

Bene - direte voi - ma, a parte le "magagne" del soggetto in questione, che c'è di tanto speciale?
È la musica speciale perchè, ancora una volta, testimonia il fatto che le armonizzazioni di tanti cori affondano le radici nel passato, e che passato!
Questo brano ne è una prova lampante. Dopo due brevi passaggi introduttivi, sulle parole "Ma non con mi" si apre infatti nientemeno che una fuga: uno splendido inserto di rigore bachiano, solenne e nitidissimo nella sua costruzione contrappuntistica affidata a coristi diversi proprio come le diverse voci di un pezzo fugato.

Bellissimo, certo, ma da quando l'ho ascoltato, mi è sorta una curiosità diventata ben presto un vero e proprio tormentone.
Di chi è questo inserto? Da dove è tratto? A quale compositore Bepi de Marzi ha fatto riferimento? A Bach? Haendel? Vivaldi? Telemann? Buxtehude? O a qualche altro autore barocco? 
Ma potrebbe trattarsi anche di Mozart che, per quanto barocco non sia, ha scritto vari pezzi che talora si potrebbero scambiare per una creazione bachiana o giù di lì.
Insomma, mi sono messa alla ricerca come un segugio che fiuta la preda. Credetemi, ho scaravoltato Bach in lungo e in largo, dall'Arte della Fuga al Clavicembalo ben temperato, dalle Invenzioni all'Offerta musicale e via dicendo, ma senza esito. Ho navigato su youtube tra compositori probabili e improbabili, piccoli e grandi. Infine, ho gettato la spugna.
Mi resta solo l'ipotesi che l'autore del pezzo fugato sia semplicemente lo stesso Bepi de Marzi. Potrebbe essere stato lui ad imitare lo stile barocco, forte della propria passione per Bach, della propria esperienza al Conservatorio e delle doti di clavicembalista e organista capace di improvvisare sugli antichi corali luterani. Chi lo sa!

Questo è il motivo per cui mi sono tenuta in fresco il brano per venti giorni senza pubblicarlo.
Ma ora ho deciso, passo la palla a voi, miei cari, o - se preferite - lancio a voi la sfida con annesso tormentone: di chi è la fuga contenuta in questo brano?
Non ho premi da mettere in palio per chi risponderà al quesito, ma solo un caloroso GRAZIE e un abbraccio rigorosamente virtuale.
So che tra i miei lettori ci sono raffinati esperti di musica barocca, e non solo, che mi possono aiutare con sicura competenza a scovare il riferimento. 
Forza ragazzi, al lavoro!

E naturalmente buon ascolto!

9 commenti:

amicusplato ha detto...

Bello il canto, e interessante il tormentone ;)

La linea melodica del brano scritto in forma imitativa da Bepi De Marzi mi fa venire in mente il Largo in sol minore di Tartini. Due tonalità diverse (si bemolle minore e sol minore), ma la "cellula" fugata del canto di De Marzi mi sembra abbastanza simile al tema iniziale e centrale del celebre Largo. De Marzi è stato anche un eccellente organista di Chiesa e il Largo di Tartini è uno dei pezzi più eseguiti.

Ovviamente è una mia impressione ;)

Complimenti per il post, carissima Annamaria, e per l'originale rompicato :)

amicusplato ha detto...

Lascio il link: https://youtu.be/JKIw5YQZVbI

Il brano è eseguito troppo veloce (è un Largo).

Annamaria ha detto...

Antonio, posso dirti che ti aspettavo???
Grazie del tuo preziosissimo contributo!!!
Conosco bene il Largo in sol minore di Tartini, in passato l'ho anche suonicchiato su di uno spartito per organo solo manuale, se non erro delle ed.Carrara.
Ma stupidamente l'ho escluso dalla mia indagine perché cercavo una fuga, e non ho pensato che De Marzi, per costruire il suo pezzo, poteva essersi tranquillamente ispirato anche ad altro, a brani come questo Largo, riprendendone la cellula melodica e trasformandola in un tema fugato. Sì,ci può stare!!!
Grazie di avermi aiutato con la tua pronta e sicura competenza.
Un abbraccio grande grande!!!

amicusplato ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
amicusplato ha detto...

Il Largo (o Sarabanda) di Tartini è il primo brano che mi è venuto in mente, ma solo per una vaga assonanza di maniera; la mia impressione è solo generica ;-)

Un grande abbraccio, carissima Annamaria, in questo inizio freddissimo di primavera :))

Annamaria ha detto...

Sì certo, Antonio, c'è soltanto un'assonanza tra i due pezzi ma, come scrivevo ieri sera, che De Marzi abbia preso spunto da Tartini rielaborando il tema può stare. In ogni caso, niente ci impedisce di proseguire la nostra ricerca, lasciando aperte altre ipotesi. Così, oltre che il quesito, ti passo anche il tormentone!!! :))
Grazie, carissimo Antonio, e un caloroso abbraccio antifreddo!!!

Anonimo ha detto...

Carissima, sono perfettamente d'accordo con te! Riporto, quindi, le tue preziose parole" Le armonizzazioni di tanti cori affondono le radici nel passato"
Nella vera musica vivono in un legame indissolubile il passato, il presente e il futuro, in una continua ricerca.
E come poteva mancare in un clavicembalista, organista, quale Bepi de Marzi il grande amore per il Maestro?
Bach..
per sempre Bach!
Adriana
natipervivere

Anonimo ha detto...

Carissima, nella vera musica vive un legame indissolubile tra il passato, presente e il futuro
Il bravissimo Bepi de Marzi, clavicembalista e organista, vivrà il grande amore per il Maestro d'eccellenza...
Bach...
per sempre
Splendida scelta!
Adriana

Annamaria ha detto...

Grazie di cuore,carissima Adriana, grazie della tua condivisione!!!